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Sierra Charriba

Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film

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La recensione su Sierra Charriba

di scapigliato
8 stelle

Visto come si merita, cioè nella sua Director's Cut, "Sierra Charriba" ovvero "Major Dundee" nell'originale, è un gran western solido e secco e anticipatore. Infatti rirorneranno più avantie più amplificati il tema della partenza dal villaggio con tanto di festa anche se si sa che si va a morire, e il grande massacro finale dove muoiono tutti in un valzer diabolico di morte onanista. Siamo nel '63, e dopo il crepuscolo di "Sfida sull'Alta Sierra" Peckinpah firma ancora un western classicheggiante, ma già pieno di contenuti estetici e poetici suoi peculiari che avranno vita migliore in futuro. Il vero film western di Peckinpah che può essere assunto come primo significativo ribaltamento del precedente cinema western è "Il Mucchio Selvaggio" del '69 forse anche forte del successo mondiale di "Per Un Pugno di Dollari" arrivato in America il 18 gennaio del '67. Come in "Sfida sull'Alta Sierra" anche in "Sierra Charriba" l'impostazione è classica, anche per un Charlton Heston di vecchia scuola che voleva apparire come apparivano i grandi eroi dei film fino a quell'epoca: era ancora vivo nell'immaginario il Ringo di John Wayne e non c'era ancora stato lo straniero di Clint Eastwood. Sicuramente Hollywood, attraverso il produttore, ha fatto ciò che poteva per rendere dura la lavorazione ed imporre la propria linea commerciale. Anche grazie al discutibile Heston il film continuò sotto la direzione di Peckinpah per essere poi manipolato da criminali. Oggi, con la versione integrale e definitiva, possiamo goderci uno spettacolo amaro, dove è la violenza la linfa americana che muove i disegni dei suoi uomini. Non interessa se sei sudista o nordista, negro o indiano, sei spinto dall'odio e dalla violenza. La conquista, il potere, la soggezzione, l'ordine che gira però dalla tua di parte e non da quella di altri. Purtroppo nel film non troviamo ancora i marchi di fabbrica dello zio Sam, rallenti e silenzi di pura poesia, però già abbiamo una grande attenzione per il realismo violento, reso straordinariamente dagli stuntmen di questa produzione che riuscirono a rendere antologica la grande battaglia al fiume: spettacolare. Tanto sangue, tanta violenza abbastanza adatta all'epoca ma fatta vedere senza remore, e tanto tanto cinismo nel tratteggio dei personaggi. Anche l'eroe Dundee di Charlton Heston ha ben pochi tratti del vero eroe americano, chissà se l'attore lo sapeva. Rimane il rammarico per i 40 anni, quelli che sono passati dal '64 al 2004 anno della Director's Cut, in cui Hollywood s'è mostrata cieca ed ignorante davanti al suo più grande regista.

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