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La nave fantasma

Regia di Alvin Rakoff vedi scheda film

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Yayas82

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La nave fantasma

di Yayas82
4 stelle

Tema affascinante e, per l'epoca, praticamente inesplorato ma siamo di fronte a un'occasione mancata. Colpa di una sceneggiatura che definire scritta male è come definire Hitler un tipetto un po' discolo... Tra l'altro il film sembra molto più vecchio della sua epoca. Per me la cosa più bella è la locandina. Comunque ha una certa valenza storica.

 

Nove supersiti di un naufragio si arrampicano di straforo su una nave che naviga da sola apparentemente abbandonata.
Credono di essere in salvo ma i loro guai sono appena iniziati perché la nave è malvagia.


Più o meno la trama de "La nave fantasma" del 1980 è questa. Anche se misconosciuto parliamo di un film importante: ha decretato la nascita di un genere cinematografico dettando per primo le regole che governano i film sulle navi maledette.


Ma allora perché oggi non lo conosce nessuno? Entriamo nel dettaglio.

 

Da qui è tutto spoiler, siete avvertiti.

 

I protagonisti credono di essere in salvo e uno di loro ringrazia di essere vivo. Non fa in tempo a terminare la frase che un piede gli resta incastrato in una sartia collegata a un argano che ha iniziato misteriosamente a far manovra da solo.
Dopo un paio di minuti di panico (involontariamente divertenti) il poveretto cade in mare.
Tutti urlano.
"Affogherà,  così affogherà!"
"Non  possiamo  farci  niente!"
E tra l'indifferenza generale muore la prima vittima nel film. Nessuno prova a gettargli una cima: la nave fantasma forse lo voleva morto ma evidentemente non stava molto simpatico a nessuno.


Passa il tempo, sulla nave cigolii, porte che sbattono e gente che inciampa goffamente senza farsi nulla di che. Ma sembra che le macchine e i motori siano accesi senza nessuno che li controlli. C'è davvero qualcosa di malvagio nella nave?


Poi la seconda vittima: una signora muore avvelenata. Mangia delle vecchie pasticche senza etichetta conservate nell'armadietto dell'infermeria. Ormai è evidente: la nave uccide. E per farlo usa il più gettonato tra i poteri malvagi del cinema horror: l'abbassamento del quoziente intellettivo!


Ma non basta, perché quella del film non è solo una nave fantasma: è una nave fantasma nazista e come tale è più cattiva (i fantasmi nazisti sono sempre i più cattivi dei fantasmi normali). Ed ecco che il capitano impazzisce: si toglie la divisa bianca e se ne mette una nera trovata sulla nave. La divisa bianca la indossava solo da due giorni e un naufragio fa, perché mai si è cambiato? Il protagonista non ha dubbi: lo spirito della nave l'ha posseduto.


Da qui si scatena il caos: porte aperte che si chiudono, musica jazz che suona anche se tutti odiano il jazz, bambini che devono fare pipì in continuazione. Persino gavettoni rossi su una che fa la doccia. La tragedia è inevitabile! Vedendo troppa acqua rossa la tizia muore: nessuno l'ha toccata e di certo non è affogata in così poca acqua, ma lei muore lo stesso. Gli sceneggiatori non avevano voglia di inventarsi come. Colpa della nave, sicuramente.


Ma la morte migliore è decisamente la quarta: la vittima è costretta alla visione di un pessimo film e, sopraffatta, si suicida. Se non è metacinema questo.


Alla fine pare muoia anche il capitano; non è esattamente la nave ad uccidere a questo giro: il protagonista lo accoltella. Giustificatamente, si capisce: il capitano stava provando a parlargli pacatamente, maledetto sfrontato.


Resta quindi solo la famigliola di quattro persone del protagonista (lui, la moglie e due bambini)?

 

No, perché il capitano non è morto e gli girano anche un po': stende il protagonista e rapisce la moglie (che nel frattempo è riuscita a mettere in salvo i figli su un canotto). L'ancora della nave viene issata anche se la nave stava già navigando da un pezzo (da prima dell'inizio del film in effetti) e tutto pare perduto. Ma il protagonista si alza lentissimamente, la moglie si salva da sola stufa di aspettarlo e tra grandi abbracci si tuffano fuori bordo.


Il capitano cattivo dà ordine ai marinai fantasma di far virare la nave per inseguire i buoni ma c'è un problema: i fantasmi parlano solo tedesco. Furibondo per essere ignorato il capitano impreca, agita i pugni al cielo e inciampa ammazzandosi da solo.


Fine.

 

Roba da Oscar vero? Non a caso si preferisce sancire la nascita del genere "navi maledette" con un film che in realtà con le navi ha ben poco a che fare: "Punto di non ritorno" del 1997. Ma questa è un'altra storia.

 

Nota: A onor del vero, ho scoperto in seguito che il primo film a portare su schermo una nave maledetta fu un film spagnolo del 1974 che si intitola appunto "La nave maledetta". Non si tratta di una nave malvagia ma è comunque una nave infestata. Infestata da, ehm, templari zombi... il film fa infatti parte della saga dei Resuscitati ciechi di Amando de Ossorio. Non l'ho mai visto, mea culpa.

Se ne conoscete di più antichi ditemelo nei commenti: trovo interessate ricostruire la nascita dei vari filoni cinematografici, anche se è spesso una discussione infinita (tipo quella sulla nascita dello slasher).

 

Nota 2: tra i pregi del film è sicuramente da segnalare la nave: siamo di fronte a un cattivo cinematografico imponente e non privo di carisma. Tutta la sequenza iniziale è una lunga esplorazione del suo grande corpo metallico, dei corridoi, delle macchine. L'austera nave, inquadrata in ogni suo anfratto, naviga solitaria e deserta ma ad un certo punto avvista una nave da crociera tutta lucine e musica: mentre voci sospese nel nulla dichiarano l'attacco, la maestosa nave fantasma si precipita con la ferocia di uno squalo addosso alla frivola nave da crociera squarciandola in due. Sarebbe una bella sequenza se non contenesse uno degli errori più beceri del film: tutte le parti con la nave nazista sono girate di giorno mentre la nave da crociera è immersa nella più nera notte. La cosa è così evidente che per un po' ho pensato fosse voluto, che la nave fantasma navigasse in una specie di limbo fuori dal tempo. Invece no. Solo verso fine sequenza qualcuno in sala montaggio se ne deve essere accorto perché, poco prima dello speronamento, le inquadrature della nave cattiva si trasformano in degli zoom così spinti sulla chiglia, nel tentativo di tagliare tutta quella luce, che non si capisce quasi nulla.

 

Nota 3: l'unico personaggio con un minimo di personalità è il capitano (sinceramente l'unico per cui ho provato un po' di empatia): è un uomo che odia la mondanità e ama il mare. Purtroppo l'unico modo che gli è rimasto per poter navigare è quello di condurre una nave da crociera, un compromesso che lo rende non molto velatamente misantropo. Nell'introduzione si lancia in un paio di quasi monologhi niente male sull'argomento. Ho avuto l'impressione che la morale del film sia proprio questa: il mare è pericoloso e va trattato con rispetto, se ne solcate le cupe acque senza esserne consci allora meritate di morire male.

A conferma di ciò, oltre alla già citata sequenza iniziale, c'è il primo omicidio: è quello su cui il film indugia di più e, guarda caso, a morire è proprio l'animatore della crociera...

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