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La donna del lago

Regia di Luigi Bazzoni, Franco Rossellini vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su La donna del lago

di alan smithee
6 stelle

L'ispirazione è tutto per uno scrittore. Specie per quello giovane che necessita di conferme dopo un esordio esplosivo.

Bernard (Peter Baldwin) è in crisi sentimentale e senza una vera ispirazione in grado di fargli creare l'opera che consolidi la sua fama in cerca di conferma.

Per questo decide di recarsi in un luogo di villeggiatura nei pressi di un lago, dopo l'anno prima conobbe una bellissima ragazza di nome Tilde (una splendida Virna Lisi).

Non è un caso che l'uomo scelga di soggiornare proprio nell'albergo in cui la ragazza prestava servizio, e la scoperta della sua morte, comunicatagli dal mieloso titolare dell'hotel (Salvo Randone), gestore con due figli già grandi appresso (Valentina Cortese e Philippe Leroy), lo predispone ad insospettirsi, visto che nessuno intende dargli notizie precise di quella morte troppo facilmente spacciata come suicidio.

Qualche informazione l'uomo riesce ad ottenerla da un fotografo del posto, ma una nuova morte scuote da vicino i personaggi appena conosciuti dal nostro scrittore. Ne seguiranno altre, sempre più efferate, sempre concentrate all'interno di quel apparentemente tranquillo ambito familiare di piccoli albergatori ed artigiani.

La verità sarà da ricercarsi nelle nevrosi di famiglia venutesi a creare proprio con la venuta della bella Tilde, e sfociate in una violenza incontenibile ispirata da un senso di insoddisfazione e di frustrazione in grado di trasformare le vittime beffate, in aguzzini efferati, all'interno di un focolaio familiare ove i ruoli effettivi sono molto differenti da quelli apparentemente messi in luce dalle apparenti circostanze. 

Dall'omonimo romanzo di Giovanni Comisso, trasposto a sei mani dai due registi Luigi Bazzoni e Franco Rossellini assieme a Giulio Questi, La donna del lago si circonda delle peculiarità di un paesaggio umano e geografico locale piuttosto definito e determinante, alla maniera di Simenon, per raccontarci una storia di segreti e di verità malcelate a sua volta tratte da fatti realmente accaduti.

L'ambientazione lacustre nel Nord Est, sonnecchiosa e morbosamente attenta ad ogni particolare, risulta decisiva per dare carattere ad una vicenda che, pur non potendo definirsi esattamente incalzante, è in grado di risultare interessante per il corretto approccio con cui finisce per sondare tra i caratteri ed i segreti di persone così tanto perbene da risultare avulse da ogni dubbio e sospetto di sorta.

Fotografia in bianco e nero che esalta ed ovatta un paesaggio di per sé candido ed immacolato, in grado di nascondere l'orrore che istiga ed ispira la vendetta più atroce e definitiva.

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