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Mordi e fuggi

Regia di Dino Risi vedi scheda film

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La recensione su Mordi e fuggi

di will kane
6 stelle

Socio di una casa farmaceutica, Giulio Corsi ha programmato un weekend con la bella amante, ma mentre si accingono a partire, i due vengono sequestrati da tre rapinatori, in fuga dopo aver lasciato un cadavere sulla scena di un colpo: nel Livornese, comincia una bizzarra convivenza forzata con le forze dell'Ordine sempre ad un passo, ma con il rischio che il capobanda, Fabrizio, uccida i due ostaggi. Detta così, sembra la trama di un "poliziottesco" con Maurizio Merli o Franco Nero, è invece la sinossi di uno dei titoli forse meno conosciuti di Dino Risi, uscito l'anno prima di "Profumo di donna", ed è una commedia on the road, con diverse occasioni divertenti, in cui Marcello Mastroianni infila più di una buona battuta, in contrasto con il cupo Oliver Reed. Quel che colpisce di lungometraggi come questi, è la ricchezza di scrittura, il saper azzeccare battute che paiono buttate lì per caso, ed invece sono degli acuti di paradossalità, e di humour di buona qualità( esempio, il commissario che arriva e chiede al carabiniere "Ma come sono questi ostaggi?", risposta "La ragazza è uguale a mia figlia, in biondo..."): la tonalità ogni tanto drammatica, ma anche l'umanità che emerge tra sequestratori ed ostaggi, conferma la buona mano di Risi, uno dei maggiori registi del cinema italiano di sempre. Mastroianni fa un numero di gran bravura, con una gamma di atteggiamenti ed espressioni, da italianucolo vigliacco in pratica, e leone da salotto, patetico e senza dignità, ma anche terribilmente empatico e vitale: bellissima, poi sparita, dopo il "Sandokan" televisivo, Carole Andrè. Forse, ciò che non accattivò le simpatie del pubblico, fu il finale improvvisamente violento che arriva come una mazzata: però è senz'altro una pellicola da riscoprire.

 

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