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Stronger - Io sono più forte

Regia di David Gordon Green vedi scheda film

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La recensione su Stronger - Io sono più forte

di nickoftime
6 stelle

In un'ideale classifica degli attentati terroristici più rievocati dal cinema statunitense inizia a farsi strada tra le posizioni di vertice quello verificatosi durante la maratona di Boston del 2013 nel corso del quale oltre a centinaia di feriti persero la vita tre persone. A pochi mesi dall'uscita di "Patriot's Day" di Peter Berg che, ricordiamo, si focalizzava sulla caccia all'uomo che pochi giorni dopo portò alla cattura del vile attentatore, il grande schermo torna a quei terribili giorni per valutarli dal punto di vista delle vittime e, nella fattispecie, di Jeff Baumann, il quale, dopo la perdita di entrambe le gambe e a seguito del (duro) percorso di riabilitazione che gli ha permesso di tornare a camminare, è diventato un eroe nazionale e il simbolo della ripresa della capitale del Massachusetts. Per raccontarne il dramma David Gordon Green si affida alle memorie scritte dallo stesso Baumann, assicurandosi un materiale che se, da una parte, gli permette di affabulare il pubblico con informazioni di prima mano, dall'altro non lo mette al riparo dal rischio di farsi prendere la mano dalla retorica e dal sentimentalismo stimolati dalla condizione del personaggio. Per togliersi dall'impaccio Green si confronta con il suo protagonista concedendogli, sì, il fascino e la celebrità di un attore come Jake Gyllenhaal ma evitando che la fisicità e l'empatia dell'interprete possano diventare la scorciatoia per arrivare al cuore dello spettatore. D'altro canto, mentre le immagini ci mostrano il difficile percorso di cadute e risalite che contraddistinguono il percorso riabilitativo del protagonista e il tormentato rapporto con Erin (l'ottima Tatiana Maslany), la fidanzata che nei momenti più difficili lo aiuta a non mollare, Green ragiona sul significato di eroismo attraverso l'inadeguatezza di Baumann, impreparato ad affrontare un ruolo che non sente di meritare. Nel suo essere un biopic classico e convenzionale, "Stronger" tiene a bada gli eccessi di pietismo grazie alla misurata partecipazione di Gyllenhaall, bravo a mettersi da parte per fare emergere i tratti di un'umanità irrisolta e poco attraente. 

(pubblicata su ondacinema.it/speciale festival di Roma)

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