Regia di Martin Herbert (Alberto De Martino) vedi scheda film
Discreto mix tra poliziottesco nostrano e (neo) noir hollywoodiano penalizzato però in parte da colpi di scena un po' telefonati e da scene di inseguimenti eccessivamente lunghe.
Produzione italo-canadese diretta da Alberto De Martino (dietro pseudonimo di Martin Herbert) che va a situarsi a metà strada fra il poliziottesco tipico nostrano di quegli anni, e una sorta di neo-noir americano. Il risultato non è malaccio, anche se alcuni momenti che dovrebbero essere di suspense arrivano troppo telefonati (vedasi la scena con la studentessa cieca), e le scene di inseguimento, seppur ben realizzate, sono eccessivamente lunghe e ripetute, quasi a voler artificialmente colmare un minutaggio traballante. Il titolo richiama alla mente l'ispettore Callaghan e la sua 44 magnum, ma è assolutamente fuorviante perché ben poche sono le similitudini fra i due poliziotti. Sorprende che lo stesso autore avrebbe realizzato, solo 4 anni più tardi, “L'uomo puma”, uno dei peggiori trash della storia del cinema di casa nostra.
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