Regia di Luis Buñuel vedi scheda film
Il film più complesso di Bunuel che riapre il discorso sul "sogno totale" che aveva accennato già con "Bella di giorno". I personaggi sono quelli tipici, dal borghese feticista di Fernando Rey alla ragazzina pura e ingenua della Deneuve. L'atto mancato freudiano qui si manefesta con l'amputazione della gamba, segno di inconsistenza e incapacità che rendono però la protagonista più autoritaria che mai, sicura di sè e del suo agire. Tutto però sembra una prolessi, un raconto di un tempo lontano che si fonde con il tempo dell'inconscio e con le paure di un tempo presente, sono le repressioni che fanno sfogare gli incubi.
Voleva assolutamente fare un'altro film con Bunuel, ma la capricciosa Catherine non stava molto simpatica. Bunuel la prese lo stesso su insistenza della produzione (che non vede a capo Silberman).
Il solito personaggio dell'accoppiata Rey-Bunuel.
La regia più attenta per uno tra i suoi film più interessanti a livello temporale (l'eterno ritorno dello stesso tempo in un sogno desiderato) e spaziale (lo spazio onirico fuso con la realtà tanto da fondersi e confondersi).
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta