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Il buio oltre la siepe

Regia di Robert Mulligan vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il buio oltre la siepe

di Furetto60
8 stelle

Imperdibile manifesto anti-razzista, tratto dal romanzo di Harper Lee

Nel "profondo Sud" degli Stati Uniti,nel 1932, un avvocato progressista di elevati principi morali,difende un nero accusato di aver violentato la figlia di un agricoltore,una ragazza bianca.Dopo averlo salvato da un tentativo di linciaggio,l’avvocato ne prenderà le difese,in un proceso farsa il cui esito è già scontato,difatti  malgrado la sua abilità e l’onestà intellettuale e nonostante dimostri l'infondatezza dell'accusa,non riesce ad impedire la condanna dell'uomo di colore innocente,da parte  di  una giuria influenzata dall'ostilità dell'ambiente,che invece di giudicare i fatti ,pregiudizialmente prende di mira la persona, anzi il colore della sua pelle.L'accusato,ormai avvilito, non aspetta l'appello, ma cerca di evadere,verrà freddato durante lo strenuo tentativo da un solerte secondino.Tuttavia la furia vendicativa di Bob non si placa e cosi  cerca di rivalersi sull'avvocato e sulla sua famiglia,il nostro Gregory Peck in grande spolvero, subirà il ludibrio e la gogna, dell'opinione pubblica,fortemente critica rispetto alle sue posizioni, esponendo involontariamente i propri due piccoli figli a difficili prove emotive.

Quando i bambini saranno in extremis, salvati da un handiccapato della zona,si scoprirà che il vero colpevole dello stupro, è proprio lo stesso Bob, che smascherato voleva far tacere chi sapeva.

Il  buio oltre la siepe,venne pubblicato dalla scrittrice Harper Lee nel 1960 e vinse meritatamente il premio Pulitzer.

Nel 1963 il regista Robert Mulligan ne trasse un film imperdibile,estremamente attuale all'epoca, per la delicatezza delle tematiche sociali trattate. La vicenda, infatti, si svolge in Alabama negli anni ‘30, ai tempi, dunque, della segregazione razziale, aberrazione umana e sociale presente in tutti gli Stati Uniti,ma particolarmente accesa proprio in quello.

Già dal titolo è possibile intuire che la materia del film è proprio la paura dell’ignoto, generata dall’ignoranza e dalla ottusità,il razzismo è figlio di questa grave e diffusa incapacità, ad accettare colui che è diverso, per religione,per sesso o per etnia.Aprire la mente ,allargare i propri orizzonti,consente di capire che al di la delle differenze somatiche,di costumi e di consuetudini,siamo intimamente molto simili e tutti uguali nei diritti e nei doveri,l'empatia nasce da questa coscienza e consapevolezza.

Classificabile come "legal movie",è uno spietato manifesto anti-razzista e con passione autentica, ci restituisce,attraverso  gli occhi dei bambini, le contraddizioni e la violenza razzista,della provincia americana degli anni Trenta.

Prendendo ispirazione da un fatto di cronaca simile, avvenuto da quelle parti,denuncia una politica diffusa,allucinante e assassina, praticata da quella "piccola" fetta di America gretta e segregazionista,successiva alla "Grande Depressione",per eliminare i neri scomodi.

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