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La battaglia di Algeri

Regia di Gillo Pontecorvo vedi scheda film

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GIMON 82

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La recensione su La battaglia di Algeri

di GIMON 82
10 stelle

Per il grande Indro Montanelli era troppo facile girare un film parteggiando per gli oppressi.Secondo il suo giudizio "La battaglia di Algeri" non era di piu' che un buon documentario,esagerato premiarlo dunque con il "Leone d'oro" della mostra di Venezia nel 1966.Si espresse cosi' dopo una proiezione privata,aggiungendo inoltre che il vero "coraggio" di un regista sarebbe quello di girare un apologia delle SS. o dei para'.
Pur stimando il giornalista Montanelli,trovo discutibile (anche se coraggioso) il suo lapidario giudizio.
"La battaglia d'Algeri" è molto piu' che un documentario,è una testimonianza forte e diretta d'un realismo preso dalla strada,potente e viscerale.
Siamo nell'Algeria oppressa dal colonialismo francese nei primi anni 60,un egemonia imperialista che realizza una sorta di "apartheid" tra francesi e popolo algerino.
Vi è pero' un "angolo" di popolo simboleggiato dall'impavido Ali' LaPointe,ex ladruncolo che ha "sposato" la causa d'indipendenza del suo paese.
Gillo Pontecorvo ci trasporta dalla prima inquadratura nel nascondiglio buio di quattro giovani indipendentisti.Ribelli per vocazione,per spirito combattivo,figli d'uno spicchio di mondo dignitoso,e depredato della sua cultura.
Il primo passaggio è teso,il buio dove fuoriescono i volti segnati dalla lotta ci consegnano un epopea popolare densa di furore intenso.La ribellione d'un mondo di miseria e virtu' contro la padronanza colonialista europea è presentata con un tratto registico marcato.
Vi è percio' una netta separazione tra oppressori e ribelli,una demarcazione compatta,dove la tenuta documentaristica assume una dimensione antropologica.Pontecorvo predilige percio' le "facce" da strada,dei non professionisti che portano in sè l'angoscia e la voglia di emanciparsi da un assedio imposto.Il ritmo serrato iniziale pervarra' tutti i 125 minuti,dove la struttura delle "cellule" terroristiche  testimonia una battaglia forte,destinata a macinare cadaveri e bombe sui selciati e nelle balere.
E' un cinema di matrice "super-partes" autentico ed innovativo,figlio diretto d'un neorealismo non piu' sociale,ma di marca populista e ribelle,dove lo spettatore s'immedesima negli oppressi.Straordinario in questo senso è l'uso della telecamera a mano in presa diretta,che entra nella "Casbah" di Algeri.
L'utilizzo d'una potente fotografia in bianco e nero suggella ulteriormente l'autenticita' d'un film che sembra al primo impatto un "cinegiornale" d'epoca.Pontecorvo non nasconde una solidarieta' partecipe nei confronti degli algerini,non a caso il film fu bandito in Francia,difatti i francesi sono rappresentati come odiosi e razzisti,oppure come militari spietati.La potenza è pero' nella veridicita' "cronostorica" degli ambienti.La "Casbah" algerina rappresenta una sorta di "nucleo" chiuso al mondo esterno.Case abbarbicate e vicoli angusti sono d'una bellezza pura e travolgente.Un pezzo urbanistico arcaico,pullulante di dignita' popolare e oggettiva,che Pontecorvo restituisce a noi,con un modo di fare cinema innovativo."La battaglia di Algeri" rappresenta un "caposcuola" del cinema bellico,non piu' il trionfo da pellicola hollywoodiana spettacolare,ma un qualcosa di autentico,di "neorealista" e dogmatico che entra nel cuore della storia.Un opera portante nell'incedere serrato,nella costruzione di eventi che vanno a ritroso,sopratutto nell' abilita' registica asciutta e senza sbavature.Emblematici in questo caso i passaggi delle 3 donne che vanno a posizionare le bombe nei locali dove il ritmo è reale,c'immerge nella totalita' dell'evento,i primi piani delle giovani donne che testimoniano la voglia di "uscire dal guscio" d'un popolo.Infine la colonna sonora,ritmata e tambureggiante d'un grandissimo Ennio Morricone che dona alla citta' d'Algeri un suono  tribale e atavico,una sinfonia grandiosa che percorre le strade d'un luogo che si riappropriera' della sua storia  e d'un popolo che col coraggio e il cuore si riprendera' le sue radici...... 

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