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La battaglia di Algeri

Regia di Gillo Pontecorvo vedi scheda film

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La recensione su La battaglia di Algeri

di Dalton
10 stelle

Un vertice per il cinema italiano (e non solo). Pontecorvo ha diretto un numero di film che si contano sulle dita della mano: questo è l'unico che merita, per giunta a pieno titolo, l'appellativo "memorabile". L'opera venne commissionata dagli schieramenti pro-algerini, che non sempre fanno una figura migliore dei suoi avversari: qualche tempo dopo ciò indurrà gli intellettuali di sinistra a non appoggiare moralmente la nomination all'oscar per la regia e per la sceneggiatura di Solinas. Il regista s’ispira al genere d’inchiesta "istant" quanto meticoloso sfoggiato nell'altrettanto memorabile SALVATORE GIULIANO di Rosi e, per tale evento, crea uno stile nel quale possiamo divertirci a rintracciare le migliori qualità della cinematografia mondiale emersa fino ad allora! Über Alles c'è il gusto dell'impresa titanica di un Welles, di un Chaplin, di un Visconti (e pure una comparazione con la LA CORAZZATA POTËMKIN non sarebbe del tutto lesa maestà). Poi, nei primi piani sugli algerini, trionfa la poesia della semplicità dei Bresson e dei Pasolini; mentre nello svolgersi delle azioni militari francesi c'è il senso dello spettacolo di John Ford e David Lean: indimenticabile l'elicottero delle "teste di cuoio" che oscura il cielo intravisto tra le mura della casbah, in cui non tornavamo dai tempi in cui ci accompagnò il PEPE' LE MOKO' di Duvivier. La straniante forza evocativa Felliniana va a braccetto col senso del ritmo del miglior Fritz Lang; dopodichè l'insinuante sarcasmo di un Kubrick o di un Fuller viene assecondato da un'implacabile tensione ispirata ad Hitchcock. E così, l'antiautoritarismo di Buñuel e Renoir danza con il culto della disfatta degli (anti)eroi di Rossellini e John Huston; per culminare nelle deliberate profezie politiche di John Frankenheimer ... E così via! Potremmo sbizzarrirci delle ore a trovare analogie nel registro di quest'opera con quelli delle pellicole dei grandi maestri. E non parliamo di plagi o esercizi di stile ma di metabolizzazione finalizzata ad un maestoso risultato. Anzi, essendo in vena di citare professionisti della settima arte, manca una menzione speciale all'eccellente direttore della fotografia Marcello Gatti che, ispirandosi alle "sperimentazioni" di Powell & Pressburger, arrivò a sfocare i negativi di alcune sequenze per dar l'impressione d'inserire alcune immagini reali di repertorio: invece il film è fiction al 100%. L’unico del cast a non essere un attore non-professionista è il bravo Jean Martin. Le musiche di Morricone sono come sempre impeccabili. Insomma, un miracolo per le consuete doti di Gillo e per la settima arte: per trovare un ritratto altrettanto sconvolgente prodotto dal panorama nostrano, dovremo aspettare il 2008 con GOMORRA. La Francia proibì la sua visione per 6 anni: beh, per ragioni più o meno diverse, fu in buona compagnia perchè tale destino toccò anche a capolavori come L’ÂGE D’OR, ZERO IN CONDOTTA ed ORIZZONTI DI GLORIA ... Se ci può consolare, la versione DVD offre un ricco quanto gustoso backstage lungo 90 minuti! P.s.: un ringraziamento agli utenti Steno79, Sasso67, Kotrab, Lampur, Mathiasparrow, Carlos Brigante ed Emmepi8. Forse non ci crederete eppure, causa la mia diffidenza nei riguardi del suo autore, è proprio grazie alle loro recensioni che ho avuto la spinta a scoprire questo capolavoro ed affrontarne la visione.

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