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Non si sevizia un paperino

Regia di Lucio Fulci vedi scheda film

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GIMON 82

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Non si sevizia un paperino

di GIMON 82
8 stelle

Sono belli,puri e innocenti.
Pieni di vita e d'energia da espandere al prossimo.
Ma cosa succedera' quando cresceranno? si vizieranno,si abbandoneranno ai piaceri della carne,insomma "peccheranno".
Sembra un sermone domenicale,ma è la vita.......i bambini che da puri e innocenti crescendo conoscono la fiamma del "peccato".
Vi è un paesino meridionale dal nome fantasioso di Accendura dove i bimbi muoiono per questo.Uccisi per mani di "fiducia" colme di esaltazione e fanatismo,che trasudano follia.
La provincia meridionale ci è donata da un regista ispirato:Lucio Fulci,gran geniaccio,un fumantino inviso a produttori e autori.L'ottimo Fulci con "Non si sevizia un paperino" esplora territori tabu' nel nostro cinema.
La violenza sui bambini e la pedofilia,temi scabrosi,affrontati da un regista lungimirante e polemico.
Il "Paperino" di Fulci nel 1972 turbo' l'opinione pubblica,per i contenuti scomodi,che affondano le radici anche nella religione e nell'esoterismo "ruspante".
Ardimentosa e coraggiosa la regia di Fulci,narra e descrive scampoli d'eta' puberale.Partite di calcio all'oratorio,spiate alle prostitute e la vita di paese.
Un humus da innocenza goliardica,accolto in un microcosmo semplice e contadino.
Ammirevole è la fusione di questi elementi,un abbraccio di vari generi cinematografici tra neorealismo,erotismo,giallo e horror.
Il coraggio di Fulci è nel miscelare tutto cio',mostrando accadimenti e personaggi,con stile diretto e spontaneo.
Ed è per questo che non mancano passaggi crudi,come il martirio della "masciara" e la scoperta dei corpicini straziati.
Passaggi dall'artigianalita' posticcia e "ribelle" che donano vita propria ad un ottimo film,costruito da piu' visuali e piu' livelli.
Fulci presenta un paesino arretrato e superstizioso,che "accoglie" bionde disinibite e giornalisti settentrionali dal fiuto infallibile.
E' poi vi è il suo popolo: umile,ignorante e provinciale dove si annida un "mostro" in abito talare, e buzzuri di provincia pronti a scagliare le proprie rabbie a colpi di catene,sulle note di Ornella Vanoni.
Un qualcosa di profetico,annusato coraggiosamente da Fulci quarant'anni fa,su sacerdoti perversi e deviati,e riproposto in chiave filmica.
Il resto risiede nell'alta qualita' tecnica,menzionabile in tal caso nella scena della chiesa,nell'utilizzo di una lente a doppia focale "ricitata" da De Palma negli "Intoccabili".
Chiaramente il valore aggiunto della pellicola è un cast d'icone di "genere":Tomas Milian,Barbara Bouchet e lo psicotico Marc Porel.
Fulci è bravo nello scegliere un contorno di "facce" giuste tra i caratteristi e le comparse,abitanti d'un ruvido paesino,colmo di provincialismo arcaico,ma pregno d'una storia purtroppo ancora attuale..........

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