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L'orribile verità

Regia di Leo McCarey vedi scheda film

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La recensione su L'orribile verità

di LorCio
10 stelle

Qual è l’orribile verità? È che marito e moglie, borghesi e mondani senza figli, si lasciano per una serie di equivoci e malgrado il divorzio continuano ad amarsi, e non se lo vogliono ammettere. Soltanto il cane pare essere il membro della famiglia con più senno: e fa quel che può per mettere le cose a posto. Che si metteranno a posto da sé, perché tutte le commedie di Leo McCarey prevedono esattamente questo: il matrimonio deve superare certi ostacoli per potersi rigenerare. Tra i capolavori assoluti nella commedia americana, nonché uno dei vertici sull’istituto matrimoniale, vanta una sceneggiatura assolutamente perfetta: i dialoghi sprigionano ritmo ed armonia, le battute divertono senza miele (il gag dell’avvocato con la moglie isterica, le freddure sul diploma, la mentalità europea, allusioni e metafore sparse), la narrazione si dipana con un’armonia portentosa.

 

 

Muovendosi in un campo minato che accoglie i codici slapstick, il melodramma domestico e la commedia romantica (in una parola: screwball), McCarey gioca con la sospensione della realtà (il momento canoro onnipresente nel suo cinema) perché il cinema deve osservare ma non essere legato alla realtà ma alla sua rappresentazione. Conquistò un Oscar, un anno dopo la delusione di Cupo tramonto. Clamorosi Irene Dunne per compresenza di sacro e profano e Cary Grant per gestione del corpo attoriale ora buffo, ora elegante, ora maldestro, ma anche Ralph Bellamy che canta stonato e la zia Cecil Cunningham lasciano il segno.

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