Regia di Luciano Salce vedi scheda film
Il ragionier Ugo Fantozzi, nonostante le disavventure, le umiliazioni quotidiante, la sfortuna, soopravvive al tran-tran di tutti i giorni. Superlavoro nella "Megaditta", ove occupa un ruolo infimo; le terrificanti attivita' extralavorative condotte insieme al collega geometra Filini; improvvide iniziative padronali, di finta apertura nei confronti dei sottoposti, spesso foriere di guai verso questi ultimi; una vita familiare decisamente poco soddisfacente, nonostante l'affetto di Pina, moglie, e di Mariangela, figlia, le quali sono le uniche persone che credono nel protagonista. Ecco dunque che Fantozzi cerca consolazione tra le braccia della signorina Silvani, il matrimonio della quale con il collega Calboni e' in crisi. Mal gliene incorre ... ! Secondo episodio della serie dedicata a Fantozzi, personaggio creato ed interpretato da Paolo Villaggio. Questo film giunge ad un anno dalla pubblicazione del prequel e conserva l'impostazione di quest'ultimo. Gli episodi che lo compongono sono introdotti ed accompagnati dalla celebre voce narrante, la quale enfatizza la "tragicicomicita'" degli eventi e degli stati d'animo. Anche la caratterizzazione del protagonista rimane immutata. Fantozzi e' un perdente, un personaggio non in grado di sostenere i ritmi della societa' del suo tempo. Sopporta con apparente indifferenza le sventure nelle quali incorre, una dietro l'altra, senza "sgomitare", contro coloro che gli sono vicini, i quali, al contrario, non hanno scrupoli nell'agire a suo danno, per indole, interesse, o "incidente di nascita". Del resto, ogni atto di ribellione gli reca caterve di guai. Cosi e', in una delle piu' celebri sequenze dell'intera serie, la "rivolta", da lui condotta ed accompagnata da catartici scrosci di applausi dei colleghi, contro il dirigente aziendale cinefilo, Guidobaldo Maria Riccardelli, il quale tiranneggia i "sottoposti" costringendoli a visioni oltremodo noiose e comunque diffiicilmente comprensibili per chi non abbia conoscenze specifiche. Una sera, in cui l'intera Italia e' di fronte ai televisori per sostenere la nazionale di calcio in un incontro che si preannuncia particolarnente avvincente, gli sfortunati dipendenti sono costretti a recarsi nella sala dedicata alle proiezioni, per vedere, per l'ennesima volta il massiccio "La Corazzata Kotiomkin" - evidente parodia di "La Corazzata Potemkin", capolavoro cinematografico degli anni '20 del XX Secolo, il quale, in realta' non dura neppure un'ora - della quale il Riccardelli possiede una rarissima bobina dell'epoca. E' troppo, anche per un soggetto remissivo come lui ! Altre sequenze degne di menzione sono quella della battuta di caccia insieme a Filini, in un angolo di natura trasformato in campo di battaglia; quella della cena di gala con il gotha degli azionisti aziendali e delle figure istituzionali locali, la quale si conclude con una vana fuga da "Ivan Il Terribile Trentaduesimo", micidiale cane da guardia attestato nel giardino della villa padronale. Altresi' divertente, ma un po' malinconica, e' l'ultima parte del racconto, dedicata ai tentativi di conquista del cuore della signorina Silvani, che sappiamo in partenza essere vani. Tornano in scena Gigi Reder (Filini), Giuseppe Anatrelli (Calboni), Anna Mazzamauro (Silvani), Liu' Bosisio (Pina), Plinio Fernando (Mariangela). Il Riccardelli e' interpretato da Mauro Vestri; l'etera figura del "Megadirettore Galattico" da Paolo Paoloni. I toni virano decisamente verso la comicita'; la critica perde un po' del suo mordente, ma non manca il bersaglio, consistente in una societa' competitiva ed indifferente ai suoi "sconfitti", nonostante le apparenze di inclusivita' e la gentilezza di circostanza degli individui (probabilmente, per evidenziare questa connotazione, i congiuntivi nei dialoghi sono storpiati). Un episodio degno del prequel !
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