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La morte cammina con i tacchi alti

Regia di Luciano Ercoli vedi scheda film

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La recensione su La morte cammina con i tacchi alti

di starbook
6 stelle

Thriller-giallo italiano-spagnolo anni settanta con tanti difetti ma difendibilissimo.

Dopo la morte del padre, ucciso barbaramente nella prima sequenza del film all'interno della cabina di un treno, la spogliarellista Nicole (Susan Scott alias Nieves Navarro), in stanza a Parigi, si vede perseguitata da uno sconosciuto che la ricatta perchè presume che la donna sia depositaria dell'ingente refurtiva di un colpo andato bene (commesso dal genitore) che ha fruttato diamanti di inestimabile valore.

Nicole, convinta di poter sfuggire alle angherie dell'uomo che si rende sempre più minaccioso e dopo aver trovato prove inoppugnabili sulla sua identità: il violento fidanzato nonchè protettore Michel (Simon Andreu), si consegna nelle mani del Dr Matthews (Frank Woolf), un illustre oculista anglosassone che la porta con se in Inghilterra facendola diventare la sua amante e trovandogli alloggio in un bellissimo cottage ubicato sulle scogliere di un paesino isolato poco distante da Londra. 

Sarà da lì che deflagrerà il giallo vero e proprio ricco di colpi di scena e stemperato dalla presenza, che ho trovato originale e opportuna, di una coppia di comprimari: l'ispettore Baxter (Carlo Gentili) e l'aiutante Bergson (Fabrizio Moresco) che con un umorismo di stampo anglosassone rimandano la memoria alle figure del capocomico e della spalla del varietà d'antan.

Finale, come da consuetudine, che stravolge ripetutamente le aspettative dello spettatore, regalandoci diversi ipotetici colpevoli ma svelando, magari con qualche incongruenza e forzatura, le gesta dell'assassino grazie alla confessione liberatoria nel flash back conclusivo.

Qualche scopiazzatura al cinema del maestro Alfred Hitchcock ma carente nel 'produrre' il carburante necessario a far decollare la pellicola, cioè un minimo livello di suspence; può essere ricordato come un prodotto medio dello sterminato 'calderone' di opere di genere del cinema italiano anni 60-70 con alla regia un buon mestierante come Luciano Ercoli e con attori all'altezza su cui prevale Frank Woolf.

Qualche lungaggine nella parte iniziale parigina dove Ercoli si concentra sugli spettacoli di streap-tease che svolge nei locali notturni la bella protagonista regalandoci comunque la visione di abbondanti cm di carne sapientemente esposta.

La seconda parte risulta ricca di ritmo e decisamente più interessante, le musiche di Stelvio Cipriani sono veramente belle e calzanti per farci immergere nel climax del Thriller mentre, come consuetudine del periodo pop-art imperante le scenografie pullulano di colori accesi e di eccessi visivi (anche se lontanissimi dalle meraviglie visive regalateci dalle pellicole del maestro Bava).

Visione raccomandata ai nostalgici di un certo cinema che fu (quello rivalutato da Tarantino per intenderci) che necessita di una certa elasticità critica durante la visione (date le numerose incongruenze nel soggetto) ma soprattutto una passione verso il Cinema 'artigianale' che per essere anche un minimo apprezzato necessita di una certa contestualizzazione storica.

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