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Il sorpasso

Regia di Dino Risi vedi scheda film

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La recensione su Il sorpasso

di Antisistema
9 stelle

Roberto Mariani (Jean-Louis Trintignant) è un tipico studente universitario di origine borghese, che studia giurisprudenza cercando di raggiungere l'agognata laurea e di programmare così un giorno il suo futuro. E' un ragazzo timido ed un pò impacciato, uno sfigato secondo i canoni della generazione odierna, eppure a fine film ci si rende conto come questo ragazzo rappresentasse una certa Italia che non s'era scordata i sacrifici della precedente generazione e puntasse ad impegnarsi per ottenere un progresso personale e sociale, da mettere poi al servizio del paese. 

Nel Sorpasso di Dino Risi (1962) l'Italia del boom economico è pienamente rappresentata da Bruno Cortona (Vittorio Gassman), un signore molto più grande di Roberto, che vive la vita a 130 km/h sfrecciando con la sua Lancia Aurelia B24 dal clacson truccato e da qualche modifica illegale, enfatizzata nel suo dinamismo dalla macchianda presa montata sull'automobile da parte di Risi in modo da costruire dei lunghi quanto articolati piani sequenza che mettono in scena l'evoluzione di un intero paese. Bruno è la rappresentazione di un paese che in pieno benessere economico corre all'impazzata nel godersi ogni beneficio senza fare nulla per dare concretezza al nostro miracolo economico ed infatti oggi se ne vedono le conseguenze; un paese che poteva investire quando stava in piena espansione ha preferito sfruttare tutte le risorse per soddisfare il proprio edonismo personale, quando si potevano impiegare parte di esse per altri progetti ed infatti oggi che siamo in crisi, ne paghiamo tutti lo scotto (sopratutto le giovani generazioni). 

 

 

Non che Bruno Cortona sia da condannare, è giusto godersi la vita anche da adulti e sviluppare la propria persona, solo che lui rappresenta appieno il tipico cafone Italiano arricchito, che raggiunto il suo sogno di benessere, pensa solo a sfrecciare pericolosamente tutto il giorno in auto (uno status symbol), arrivando a coinvolgere il giovane Roberto in una due giorni di follie. Dietro tale benessere e spensieratezza, appena si devia dalla strada principale, assistiamo ad un paese più oscuro con il suo lato più retrograda ed ipocrita, specie tramite la doppia visita speculare prima ai parenti di Roberto (che assisterà alla demolizione di alcune belle convinzioni dell'infanzia) e poi alla ex-moglie di Bruno e sua figlia (Catherine Spaak) di soli diciassette anni, che frequenta un uomo molto più grande di lei. 

L'Italia nonostante corra a folle velocità e con lei i suoi abitanti, resta un paese colmo di contraddizioni; tutti possono permettersi un automobile e una giornata di svago al mare, ma alla fine indagando più a fondo si ha il ritratto di un paese ancora ancorato a tradizioni antiquate e composto da figure ipocrite ed irresponsabili che non hanno fatto che mangiare tutto come cavallette e sistemare sè stesse, per poi lasciare dietro di sè il nulla. 

 

 

Roberto poco a poco nonostante pensi che Bruno sia un totale incosciente (peccato affidarsi a dei ridondanti pensieri in voice over abbastanza banalotti quando s'era capito benissimo il contrasto tra pensiero e azioni da parte di Roberto), alla fine passivamente decide di seguirlo sino a lasciarsi plagiare dal suo modo di vivere la vita e dichiarare che questi due giorni con lui, sono la cosa più bella che abbia mai fatto. 

L'introversione di Roberto si contrappone alla cafonaggine sfacciata ed esibita di Bruno, interpretato da un Vittorio Gassman al suo meglio, che riesce a fondere carpe diem ed edonismo sfrontato nel suo perosnaggio, arrivando ad attrarre uno spettatore che come Roberto a poco a poco si avvicinerà sempre più al suo modo di intendere la vita. 

Tra un sorpasso in curva e l'altro, si arriverà ad un finale emblematico, che simboleggia la fine di una certa Italia a favore di un'altra nascente, che al bivio decisivo riesce a sopravvivere e condizionerà per sempre lo sviluppo economico e sociale di questo paese sino ad oggi. La commedia all'Italiana diventa il genere cardine a livello di incassi della nostra produzione e alcuni registi sfruttano essa come strumento di analisi sociale e strumento di satira di costume su un paese che nel giro di pochi anni muterà notevolmente. 

 

Jean-Louis Trintignant, Vittorio Gassman

Il sorpasso (1962): Jean-Louis Trintignant, Vittorio Gassman

 

Film aggiunto alla playlist dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297

 

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