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Città dolente

Regia di Hou Hsiao-hsien vedi scheda film

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La recensione su Città dolente

di RobocopXIII
5 stelle

Ho una notizia buona e una cattiva.
Quella buona è che con A City of Sadness il regista si allontana finalmente dal tema della crescita, protagonista della sua "trilogia della formazione" e del suo primo film autoriale, The Boys of Fengkuei.
Quella cattiva è che adesso Hou non ha più alibi: non era la sceneggiatura a penalizzarlo. A City of Sadness racconta Taiwan negli anni quaranta, l'Isola di Formosa è appena tornata alla Repubblica Cinese dopo che era stata ceduta al Giappone nel 1895, e viene governata dal Kuomintang. Hou comincia a svelare le pagine più nere del governo cinese come "l'incidente 228", in cui un civile perse la vita per mano di un continentale, portando a una rivolta violentemente repressa dal governo e dando inizio al Terrore Bianco, un periodo in cui migliaia di taiwanesi scomparvero mentre altri furono uccisi o arrestati. È ancora più interessante se pensiamo che questo film è uscito nel 1989, che la prima volta che il tema fu trattato ufficialmente fù nel 1995 con il presidente Lee Teng-hui e che le prime elezioni libere taiwanesi avvennero nel 1996.

 

Niente da fare. Sono al mio terzo film di Hou, e probabilmente sarà anche l'ultimo, a meno che non decida di dargli una possibilità con il suo unico film di genere, il The Assassin del 2015. O forse il problema è T'ien-Wen Chu, che ha firmato la sceneggiatura di tutte le pellicole di Hou che ho visto. Comunque sia, questo film è pregno di eventi in confronto ai precedenti, ma è noioso uguale. Il film si presenta nell'incipit con un buon utilizzo della musica, dando finalmente l'impressione di essere davanti a un prodotto più accessibile, ma così non è. È sempre la stessa solfa, i solti personaggi mal gestiti, le solite inquadrature, le solite legnate random durante la pellicola, rese questa volta ancora più ridicole con l'introduzione di armi bianche, ovviamente utilizzate fintamente menando l'aria. Triste se pensiamo che The Boys of Fengkuei era un inno al realismo. Tra i punti a favore di questo film, la sempre affascinante Taiwan: Hou riesce sempre a presentarcene scorci differenti in ogni suo film.

 

Essendo il primo film nella storia a parlare del tema tabù dell'incidente 228, questo film potrebbe interessarvi se siete un taiwanese del 1989. Per tutti gli altri è personalmente sconsigliato, a meno che non siate amanti dei mattoni autoriali e abbiate due ore e trentasette minuti da dedicargli.

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