Regia di Jacques Rivette vedi scheda film
Ambizioso ed involuto sono due aggettivi che si adattano all'intera carriera di Rivette e che qui si confermano saldamente: il regista trae infatti questa Bella scontrosa da un'opera di Balzac (Il capolavoro sconosciuto, 1831) e scrive attorno al testo ottocentesco una sceneggiatura moderna, ricca di riferimenti originali, insieme a Pascal Bonitzer e Christine Laurent. La prima versione del film durava quattro ore: venne premiata a Cannes con il Gran premio speciale della giuria; successivmente poi, ridotto a due ore di durata e con un montaggio praticamente stravolto, il lavoro è stato distribuito anche in Italia; i volti noti e solidi di Michel Piccoli, Jane Birkin ed Emmanuelle Béart sono quelli dei tre protagonisti principali. La bella scontrosa vuole raccontare le insidie della creazione e le fatiche fisiche ed intellettuali che in essa minano la mente ed il corpo dell'artista, nonchè le difficoltà nei rapporti - attraverso la creazione - con gli altri esseri umani; è inoltre l'occasione per mettere a confronto vari personaggi che diversamente all'arte si approcciano. Rivette mette in scena tutto questo (e chissà quanto altro) con pochi - ma verbosi - dialoghi, lunghi silenzi sconfortanti (raramente intervallati da un uso parco di Stravinskij) e dilungandosi sulle interminabili sessioni di posa per il dipinto del titolo (nelle quali, peraltro, la Béart è costantemente nuda). Rispetto a quanto fatto vedere fino a quel momento, il regista sembra in lieve calo di ispirazione, sebbene non rinunci a proporre un cinema personalissimo, carico di contenuti e lontano anni luce da qualsiasi retorica facile nell'affrontare argomenti tanto dispersivi come questi. 5,5/10.
Un pittore famoso non riesce a terminare, da anni, La bella scontrosa, il suo quadro più ambizioso. Un giorno riceve la visita di un ammiratore che gli propone la moglie come modella; il pittore si convince, ma la donna inizialmente non vuole saperne; infine accetta.
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