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La pericolosa partita

Regia di Ernest B. Schoedsack, Irving Pichel vedi scheda film

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La recensione su La pericolosa partita

di FABIO1971
8 stelle

“A questo mondo ci sono due tipi di popolazioni: i cacciatori e le prede. Per fortuna io sono un cacciatore”.
[Joel McCrea]

“Uccidi! E, poi, ama! Quando si è consapevoli di questo, si può conoscere l'estasi”.
[Leslie Banks]


Mar dei Caraibi: l'avventuriero Bob Rainsford (Joel McCrea), celebre cacciatore, è l'unico superstite di un drammatico naufragio. Riesce a salvarsi raggiungendo un'isola, che scopre abitata dal misterioso conte Zaroff (Leslie Banks), nobile russo espatriato dopo la rivoluzione e ossessionato dalla caccia: nella sua fortezza (“Fu costruita dai portoghesi secoli or sono: ho fatto restaurare le rovine per ricavarne la mia abitazione”) sono ospiti l'affascinante Eve Trowbridge (Fay Wray) e suo fratello Martin (Robert Armstrong), anch'essi scampati a un recente naufragio e, come Rainsford, in attesa di essere rispediti nel continente con l'unica barca a disposizione del conte. Ben presto, però, Bob ed Eve si rendono conto che dietro la passione di Zaroff per la caccia si nasconde, per loro, un'inquietante minaccia:
“Che cosa si caccia qui?”.
“Quando lo saprà, lei lo troverà divertente, lo so! Io dò la caccia a una cosa rara, ho inventato una nuova sensazione”
.
Il brivido che mancava al conte (“Ho praticato la caccia in tutto il mondo”, spiega ai propri ospiti raccontando le sue imprese dall'Africa al Rio delle Amazzoni), infatti, non consisteva nello sperimentare nuove tecniche o armi (“Ho addirittura provato a sminuirmi al livello di un selvaggio: mi sono costruito un'arma da solo, quella che usano i tartari come arco da guerra”), ma di trovare un “nuovo animale”. È l'uomo la sua nuova preda e per i malcapitati Bob, Eve e Martin è il momento di affrontare “the most dangerous game”.

Prima versione cinematografica dell'omonimo racconto (1924) di Richard Connell (vi si cimenteranno, tra gli altri, anche Robert Wise e Roy Boulting, oltre, recentemente, all'esplicita citazione del film in Zodiac di David Fincher), affidata alla sceneggiatura di James Ashmore Creelman, alla produzione di Ernest B. Schoedsack e Merian C. Cooper (con David O. Selznick in veste di executive) e girata, sempre per la RKO, in contemporanea con King Kong (uno di giorno, l'altro di notte), sfruttandone locations, scenografie, il compositore della colonna sonora Max Steiner e buona parte del cast e della troupe. Alla regia, invece, Schoedsack sceglie di farsi affiancare dall'attore Irving Pichel, uno dei futuri 19 nomi sulla famigerata “lista nera” di Hollywood, qui alla prova d'esordio dietro la macchina da presa (e a cui seguiranno altri 36 titoli fino al 1954, tra cui il notevole Uomini sulla Luna). Tra gli antesignani dei veri B-movie dei decenni successivi, dove purezza, essenzialità, impeto e inventiva convivono magicamente in spesso sorprendenti alchimie, La pericolosa partita è un “semplice” action movie orchestrato sul rincorrersi di mistero e avventura, teso e lugubre nel diffondere l'inquietudine affidandosi all'ambientazione prevalentemente notturna, oltre che sempre coinvolgente, ispirato e incalzante nel suo dibattersi tra momenti più tetri (la stanza dei trofei del conte) e impennate di azione travolgente (la sequenza della caccia), fascino dell'esotismo e disperata lotta per la sopravvivenza. E se, per quel che riguarda il comunque ottimo cast d'interpreti, Joel McCrea appare ancora lontano dal Sullivan di I dimenticati o dal Wes McQueen di Gli amanti della città sepolta e Fay Wray (nonostante una carriera già decennale) debba ancora (s)vestire i panni della bella in balia della bestia, l'inglese Leslie Banks sfodera, invece, per il suo esordio hollywoodiano nel cinema sonoro, una prestazione ispirata e memorabile. Un gioiellino spettacolare e avvincente, gratificato, all'epoca, da un meritatissimo successo di pubblico.

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