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Hawaii

Regia di George Roy Hill vedi scheda film

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La recensione su Hawaii

di ethan
4 stelle

Colossale pasticcio in bilico tra l'esotismo da cartolina dei paesaggi, la spinta anticolonialista e la critica al fanatismo di matrice religiosa, il film è passato per le mani a tre registi: da Fred Zinnemann a Arthur Hiller per poi venir firmato da George Roy Hill, non a suo agio con una storia del genere.
La sceneggiatura, tratta dal romanzo di James Michener, è opera di due grandi come il blacklisted Dalton Trumbo e Daniel Taradash e tocca troppe tematiche, che mal si amalgamano tra loro.
In originale 'Hawaii' durava addirittura 190 minuti ma la distribuzione italiana ne ha tagliati circa 35: se questo da un lato riduce il tedio, dall'altro fa si che alcuni passaggi tra una sequenza e l'altra siano troppo bruschi e in certi casi poco chiari.
Max von Sydow è poco credibile nel ruolo del pastore ottuso e zelante che prende troppo alla lettera i versetti della Bibbia, mentre è un po' meglio Julie Andrews come moglie dello stesso, insidiata da una vecchia fiamma (Richard Harris) e amata dagli abitanti dell'isola, specialmente da quella che, in pratica, ne è la reggente, una simpatica donnona dai modi bruschi e dedita alla primiscuità (Jocelyn LaGarde, tahitiana che detiene il curioso primato di essere l'unica persona ad essere stata candidata all'Oscar nel solo film interpretato in carriera).
Voto: 5.

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