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Jolanda, la figlia del Corsaro Nero

Regia di Mario Soldati vedi scheda film

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La recensione su Jolanda, la figlia del Corsaro Nero

di mm40
4 stelle

Prodotto alimentare che Mario Soldati gira con tutto il dovuto mestiere - si tratta pur sempre, in fondo, di un romanzo di Emilio Salgari -, ma senza particolare entusiasmo. Anche perchè la destinazione della pellicola è piuttosto evidente: si tratta di un lavoro che mira al grande pubblico e promette fin dal titolo uno svago semplice e senza particolari riflessioni o implicazioni. Sceneggiato da due firme di rilievo come quelle di Ennio De Concini e Ivo Perilli, Jolanda, la figlia del Corsaro nero è un'ora e mezza di avventura in stile cappa e spada con una buona direzione, una trama ampiamente prevedibile e una serie di interpreti non esattamente di primo piano: la protagonista è May Britt, svedesina scoperta proprio qui, appena 18enne, dal regista, e che nella successiva decade lavorerà fra gli altri con Steno e Monicelli, Pagliero, Matarazzo e Mattoli, senza lasciare grandi tracce del suo passaggio a Cinecittà; in ruoli secondari troviamo Umberto Spadaro e Renato Salvatori, mentre l'americano Marc Lawrence, altro co-protagonista, a Hollywood aveva già avuto modo di comparire in un paio di film di John Huston (Giungla d'asfalto e L'isola di corallo) in particine. La produzione congiunta Ponti/De Laurentiis garantisce un ottimo cast tecnico: musiche di Nino Rota (mestiere), scenografie di Flavio Mogherini, fotografia di Tonino Delli Colli. Particolare che svela lo spirito del lavoro: la protagonista, capelli piuttosto lunghi, truccata e con la sua (femminile) voce, viene incomprensibilmente scambiata per maschio per tre quarti del film, solo perchè si presenta come un uomo. 4,5/10.

Sulla trama

Jolanda, cresciuta da un gruppo di zingari come se fosse un maschio, scopre ormai adulta, alla morte del suo tutore, di essere in realtà figlia del Corsaro nero. E di avere quindi diritto a riconquistarsi il suo tesoro, finito in mano ad alcuni briganti.

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