Regia di John Frankenheimer vedi scheda film
Ottimo sequel del capolavoro di Friedkin. Frankenheimer non si limita a crearne una brutta copia, infondendo invece al film il suo tocco personale dove l'azione riveste un ruolo più importante rispetto al film matrice. Da manuale tutta la parte con Popeye Doyle eroinomane.
Tornano a quattro anni di distanza dal pluripremiato capolavoro di William Friedkin, le gesta del mitico Popeye Doyle/Gene Hackman, impegnato questa volta nel match di ritorno contro i marsigliesi giocato in terra francese. A dirigere i lavori è questa volta John Frankenheimer, che in Francia era di casa avendovi vissuto per diversi anni, e la differenza principale tra questo e il film di Friedkin risiede in un più alto tasso di azione e, cosa non meno rilevante, nel fatto che l'identificazione poliziotto-buono vs criminale-cattivo torna qui nei canoni del genere, mentre Friedkin l'aveva riletta tutta a modo suo (sarebbe a dire: rivoluzionario). Ma d'altronde lo stesso Frankenheimer aveva dichiarato di voler realizzare un film che si reggesse sulle proprie gambe, non una semplice appendice del progenitore friedkiniano, e tali cambi producono comunque un ottimo risultato. Da manuale, in particolare, tutta la parte con Popeye Doyle eroinomane, e certamente molto forte per gli standard dell'epoca (anche se nel 1975 le immagini crude e violente al cinema erano già state sdoganate da un pezzo). Chiudo precisando che per una volta ho visto il film nella versione doppiata all'italiano e, accidenti a me, sono andato a sceglierne proprio uno dove le differenze linguistiche sono una parte importante delle incomprensioni tra Doyle e il suo omologo francese, e quindi inevitabilmente 'piallate' dal doppiaggio. Mi permetto quindi di consigliarne la visione in V.O.S.
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