Espandi menu
cerca
Gli amici di Eddie Coyle

Regia di Peter Yates vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Marcello del Campo

Marcello del Campo

Iscritto dall'8 marzo 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 106
  • Post 32
  • Recensioni 207
  • Playlist 30
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Gli amici di Eddie Coyle

di Marcello del Campo
8 stelle

 

La pubblicazione del romanzo Gli amici di Eddie Coyle lasciò stupefatto Norman Mailer: “Proprio non mi va giù che un esordio di tale livello sia stato scritto da uno sbirro” 

 

 

Triste solitario y final, – come Osvaldo Soriano connota il detective Philip Marlowe nell’omonimo romanzo [Einaudi, 1991], – ma senza il disincanto del celebre private-eye, Eddie Coyle è un gangster di basso rango, uno sfibrato outsider di mezza età che deve affrontare una condanna da due a cinque anni nel New Hampshire. Per tirare a campare, Eddie è costretto a fornire armi a una banda specializzata in rapine di banche nei sobborghi di Boston. A sua volta, Eddie si rifornisce dal trafficante Jackie Brown.

 

Jackie Brown, di anni ventisei, senza alcuna espressione in viso, disse che era in grado di procurare delle armi. – Posso fartele avere, diciamo, una mezza dozzina. Domani sera. E un’altra dozzina entro una settimana, massimo dieci giorni.      

 

 

In realtà, Eddie, gioca pericolosamente su due fronti: consegna armi ai banditi per fare un po’ di grana e mantenere la moglie e i tre figli, dall’altra fa il confidente della polizia per ottenere la libertà sulla parola per non marcire in una prigione su al nord.

 Un gioco estremamente pericoloso per uno come Eddie che ha già assaggiato il sapore della violenza bruta e ne porta le stimmate: non per caso lo chiamano “Fingers”, infatti gli amici di un cliente che ha acquistato da lui una pistola mal funzionante, per punizione gli hanno ridotto in poltiglia la ma­no sinistra, chiudendogliela in un cassetto.

Ma Eddie porta le sue “nocche fuori posto” con molta nonchalance, in fondo la sua vita somiglia a un distillato di calvari quotidiani e, in un certo senso, si potrebbe dire che l’uomo, nella sua stoica disinvol­tura, è il contraltare del classico gangster, molto lontano dal modello aggressivo di Piccolo Cesare: “mentre Rico vive, Coyle si limita a sopravvivere” [John Gabree].

Del resto, il romanzo dal quale è tratto il film, esce nel 1972, – fuori tempo massimo rispetto al classico gangster-movie, – grazie alla penna di George V. Higgins, “uno sconosciuto procuratore distrettuale del Massachusetts” [Gli amici di Eddie Coyle, pubblicato con trentacinque anni di ritardo da Einaudi “Stile libero noir”, tradotto dallo specialista Luca Conti].     

Bob Mitchum è un magnifico Eddie Coyle. La parte sembra tagliata su di lui: l’andatura caracollante e malinconica, l’espressività ridotta al minimo indispensabile [ineffabile prova di underplay], conferiscono al personaggio una sorta di ruvida dignità. Va detto che il ruolo di Coyle non è semplice da definire: Coyle è un intreccio di contraddizioni. “Abbastanza cattivo da denunciare il suo fornitore di armi in cambio di una sentenza più mite; è abbastanza furbo per non farsi incastrare nei rapporti con la polizia, è abbastanza inge­nuo per fidarsi di un amico, che fi­nirà per essere il suo accusatore e il suo assassino. Mitchum interpre­ta questa parte, complessa da tutti i punti di vista, in modo brillante, realizzando una delle performances migliori della sua carriera.” [John Gabree]

 

L’interpretazione di Eddie Coyle segna il ritorno alla grande sugli schermi di un attore la cui fama era un po’ appannata. Pochi anni dopo, nel 1975 Dick Richards gli affida il ruolo di un Marlowe attempato nell’omonimo film e nello stesso anno Sidney Pollack lo dirige nel capolavoro Yakuza

Peter Yates [morto l’anno scorso], abile artigiano di molti riusciti film, dirige la storia con insolita discre­zione e autorevolezza, realiz­zando “un poliziesco realistico e malinconico, da cui si libera silenziosamente una insospettabile moralità” [M. Sebastiani & M. Sesti, Delitto per delitto, Lindau, 1998].

La sce­neggiatura del veterano Paul Monash, molto fedele al romanzo di Higgins, è straordinariamente realistica. Gli attori di contorno, da Richard Jor­dan, nella parte di un poliziotto a­mareggiato, a Steven Keats, in quel­la di Jackie Brown, il trafficante di ar­mi, sono di gran pregio. Eccezionale Peter Boyle, nella parte di un barista ex-complice di Eddie, che finisce con l'accusarlo e ucci­derlo. Affascinante lo score di Dave Grusin, prossimo alle atmosfere intimistiche e evocative di Yakuza.

 

 

Gli amici di Eddie Coyle piacque così tanto a Elmore Leonard e Quentin Tarantino che il regista diede all’eroina del suo film Jackie Brown, tratto da un romanzo di Leonard, il nome del trafficante di armi del romanzo di Higgins.

 

 

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati