Regia di Preston Sturges vedi scheda film
Una sincerità di fondo ammanta questa commedia (commedia?) girata durante la seconda guerra mondiale, misconosciuta ma piena di ispirazione. Sturges mette in discussione il suo cinema di intrattenimento attraverso il protagonista che vorrebbe essere più sensibile nei confronti del disagio sociale per poterlo meglio trasferire sullo schermo; per poi pentirsene amaramente e capendo, sotto condizioni disumane, la forza liberatoria della risata come vero antidoto al disagio. Vero è che, a fronte di una morale semplice ma ripeto, sviluppata con sincerità, il film non manca di lanciare fendenti che lasciano di stucco, come l’avvertimento del vecchio maggiordomo di Sullivan (quello che “legge molto”) che riassume in poche parole l’inattuabilità dell’impresa; oppure la virata decisamente seria che il film assume nell’ultima mezzora. Sequenze d’antologia sono l’inseguimento tra il torpedone e il “carro veloce” (omaggio alle comiche Keystone) e i dieci minuti, tutti musicati e non parlati del secondo viaggio di Sullivan col “ragazzo” Veronica Lake. Un film che a distanza di decenni ribadisce la sua unicità e la sua schizofrenia nei confronti di un’industria e di un mondo dorato che ogni tanto si autoaccusa. Sempre col sorriso sulle labbra, però. Voto: 9
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