Regia di Marco Ferreri vedi scheda film
Non c'è nulla da fare i temi di Ferreri sono sempre gli stessi. Ma ciò che mi spinge ad ammirare questo regista è l'invenzione scenica che mostra allo spettatore, cioè tratta gli stessi temi ma sempre con stratagemmi diversi. Altri utenti hanno detto che in questo film c'è un pò una summa di tutti i temi ferreriani ed è vero, infatti a volte è un pò macchinoso ma complessivamente ha il suo fascino. In linea generale mi trovo d'accordo con Bradipo: ad esempio abbiamo la relazione uomo-donna svuotata da ogni sentimento e votata soltanto al sesso come ne "L'ultima donna" con il maschio stile homo-eroticus e con la donna che desidera l'uomo "megadotato" sessualmente ma allo stesso tempo ricco di spiritualità, che il personaggio di Castellitto non ha. Per quanto riguarda la Dellera, pur essendo praticamente un'attrice negata con una voce fastidiosissima, è perfettamente in parte. Sembra un ossimoro ma non lo è, infatti è perfetta come donna-oggetto: Ferreri infatti la fa muovere sempre con le sue forme prosperose in bella vista per far comprendere meglio la sua funzione di oggetto. Infatti quando "l'oggetto" vorrà abbandonarlo lui se lo mangerà per tenerlo sempre con sé e per unirsi così per sempre con Dio secondo la sua personalità distorta. Se 15 anni prima ne "L'ultima donna" era appunto la donna che sopravviveva all'uomo, qui invece non sopravvive nemmeno lei, il pessimismo è totale per un Ferreri agli ultimi anni della sua esistenza....
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