Agli inizi del Novecento Emilia Schmidt, svizzera di origini italiane, conduce una vita agiata col marito e la figlioletta. Quando quest'ultima muore, Emilia sviluppa un forte complesso di colpa e comincia a dare segni di squilibrio mentale. Ricoverata in clinica viene guarita con il metodo psicanalitico da un giovane Carl Gustav Jung che, per questo, deve superare le diffidenze del primario e combattere anche i propri sentimenti quando si scopre innamorato della donna.
Note
Basato sul celebre caso clinico della Signorina E. il film offre la migliore interpretazione della De Sio, in un racconto però più televisivo che cinematografico. Sceneggiatura di Scarpelli e Francesca Archibugi.
IL CINEMA AI TEMPI DELLA QUARANTENA
Ad inizi Novecento, una ancor giovane donna di origine napoletana di nome Emilia, che vive in Svizzera nella splendida villa del marito assieme al figlioletto, viene ricoverata in una clinica per malattie mentali di Zurigo, in seguito al manifestarsi, sempre più ricorrente, di stati di isterismo che si alternano a momenti di assoluta apatia.
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un film importante e riuscito,un film diretto con mano sicura da un ottimo regista...carlo lizzani...un film sulla follia e sui suoi stadi....una storia d'amore e psicoanalisi...cucito addosso alla straordinaria giuliana de sio,qui' al massimo delle sue potenzialita' d'attrice drammatica. leggi tutto
Per quanto regista ed attori siano buoni, per quanto la sceneggiatura venga dalle nobili mani di Scarpelli e della Archibugi, per quanto la storia sia intrigante e possa essere facilmente virata al dramma psicologico, con conseguenti, interessanti riflessi, purtroppo Cattiva non è un granchè. E' un lavoro di impianto televisivo, statico, dai dialoghi banali e privo di grandi colpi di scena… leggi tutto
Carlo Lizzani mi sorprese positivamente quando ebbi l'occasione di poter visionare il suo film ''banditi a Milano'' perché lo trovai avvincente e meritevole di aver saputo mettere insieme degli attori bravi nell'essere riusciti ad interpretare i loro personaggi, in particolar modo Volonté che seppe calarsi perfettamente nella parte di un uomo squilibrato di mente e disposto a tutto…
IL CINEMA AI TEMPI DELLA QUARANTENA
Ad inizi Novecento, una ancor giovane donna di origine napoletana di nome Emilia, che vive in Svizzera nella splendida villa del marito assieme al figlioletto, viene ricoverata in una clinica per malattie mentali di Zurigo, in seguito al manifestarsi, sempre più ricorrente, di stati di isterismo che si alternano a momenti di assoluta apatia.
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Nulla da dire sull'interpretazione della De Sio che sa bene immedesimarsi in una pazza,ma la pellicola e' troppo televisiva e alla lunga risulta di una noia mortale....direi quasi insopportabile.Julian Sands sembra un incartapecorito con una sola espressione.Si fatica ad arrivare fino in fondo.A suo modo veramente brutto....molto brutto....tanto brutto.Amen.
Prima del Dangerous Method, c’era già stata una torbida storia d’amore che coinvolgeva Jung, per quanto qui si parli di un amore senza amore dichiarato e lontana dal coronamento sessuale che certo stava alla base della relazione tra Jung e la Spielrein raccontata nel recente film di Cronenberg. La storia è quella di una donna italiana ritenuta malata (schizofrenica o…
Tratto da un opera di Jung che fa riferimento a uno dei suoi primi casi. Il maggior pregio del film è l'interpretazione di Giuliana De Sio che le è valso un David di Donatello come miglior attrice. Buone anche le ricostruzioni dell'epoca con precisione per quanto riguarda i casi d'isteria e gli inizi della psicoanalisi.
Dolore e sofferenza, ma occasionalmente anche genio e sregolatezza. Il cinema di denuncia, politico e sociale, ha soprattutto usato la messa in scena del disagio per attaccare le istituzioni e i metodi di cura. Ma non…
Per quanto regista ed attori siano buoni, per quanto la sceneggiatura venga dalle nobili mani di Scarpelli e della Archibugi, per quanto la storia sia intrigante e possa essere facilmente virata al dramma psicologico, con conseguenti, interessanti riflessi, purtroppo Cattiva non è un granchè. E' un lavoro di impianto televisivo, statico, dai dialoghi banali e privo di grandi colpi di scena…
Cattiva, in questo film, è indubbiamente la regia. E dispiace dirlo, trattandosi di un film dell'altrove valoroso Lizzani. Il difetto, come quasi sempre accade, è nel manico. Prima ancora che nella sceneggiatura, nell'idea stessa di trasporre in film un testo semiscientifico, come la narrazione di un caso clinico, capitato al giovane professor Gustav Jung a Zurigo. E' più che difficile trarre…
Un bellismo personaggio che mette in rislto la De Sio in maniera formidabile, il regista si dedica a lei, anche giustamente, completamente, ma il film ha bisogno anche degli altri personaggi e qui arriva l'errore. Ci si rifugia in scontate caratterizzazione anche se ci son attori come Josephon, e forse anche Sands, da evitare, tanta è al sua inespressività. Diciamo pure che è stata …
L’evoluzione cinematografica della visione “codificata” del manicomio (il filtro della “rielaborazione” romanzata e la realtà oggettiva) - parte seconda
Destabilizzanti e terribili, le derive della mente evidenziano disagio e paura, ma anche una “incompatibilità” profonda ed assoluta con la realtà che induce a fuggire e a “camuffarsi” per tentare di trovare…
un film importante e riuscito,un film diretto con mano sicura da un ottimo regista...carlo lizzani...un film sulla follia e sui suoi stadi....una storia d'amore e psicoanalisi...cucito addosso alla straordinaria giuliana de sio,qui' al massimo delle sue potenzialita' d'attrice drammatica.
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