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Piccolo grande amore

Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film

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La recensione su Piccolo grande amore

di Lina
6 stelle

Piccolo cult anni '90, per un pubblico prettamente adolescenziale, che offre una trama scontata con interpreti affascinanti, la cui recitazione, però, in taluni casi si rivela insipida a causa di un pessimo doppiaggio.

Film che divenne cult tra i giovani negli anni '90.

 

La storyline tutto sommato è carina, per quanto prevedibile, e gli attori affascinanti, ma a rivederlo oggi fa tutto un altro effetto e di sicuro, apparirà improponibile a molti.

 

Stilisticamente, non è diverso dalle commedie italiane di quell'epoca, quindi era collocato bene, solo che è sovraccarico di stereotipi e penalizzato da una recitazione molto melensa da parte di alcuni interpreti e di Raoul Bova in modo particolare, che è anche il protagonista maschile della storia. Ma non è stata tutta colpa sua. Lo hanno doppiato in modo penoso.

A mio avviso, nel cast si salva soltanto Barbara Snellenburg, con il suo visetto d'angelo e il personaggio adorabile che interpreta.

 

La regia dei Vanzina è fedele al suo stile di sempre, perciò nulla da dire. Aveva tra le mani un copione interessante, ma la messa in scena dilettantesca non è stata all'altezza.

 

La trama sfrutta lo stereotipo della principessa bellissima, perfettina e tuttofare, che per sfuggire a un matrimonio organizzato dalla sua famiglia, con un principe imbranato, tutt'altro che avvenente e intelligente, bensì noioso e pure omosessuale represso, fugge per vivere liberamente la propria vita, finché un bel giorno, non incontra un uomo comune che la fa capitolare. Un uomo non ricco, ma dall'animo nobile e dal fisico mozzafiato - la scena in cui lei lo vede muoversi a rallentatore, tanto che viene abbagliata dalla sua bellezza, è veramente ridicola però!

 

Lui è destinato a interpretare il classico cavaliere senza macchia che riuscirà a conquistare il cuore di lei e anche qualcos'altro... - la scena in cui fanno l'amore per la prima volta, è insulsa e rozza. A parte che scelgono una spiaggia, cioè, un luogo pubblico dove sarebbe potuto passare chiunque, ma soprattutto, non è il posto più romantico o ideale per una donna ancora pura, in cui perdere la verginità (in mezzo alla sabbia avrebbe potuto pure venirle un'infezione, che diamine!), ma evviva Romeo che non fa il galantuomo portandola a casa, per offrirle un normale letto e un doveroso bagno in cui potersi sciacquare dal sangue e altro.

Estremamente penoso è anche il loro dialogo:

"Fai piano, ti prego. Per me è la prima volta."

"Non ti preoccupare, sarà bellissimo, vedrai." 

E glielo dice con la stessa espressività in volto, di chi ti sta offrendo un bicchiere di acqua...

Mi sono vergognata per Raoul Bova in quel momento. Lui, sex symbol degli anni '90, che interpreta una scena tanto trash...

 

Nonostante tutto, però, questa commedia romantica, all'epoca della sua uscita, aveva il suo perché e fece sognare centinaia di adolescenti e casalinghe che adoravano proprio il bel Bova.

 

Qualche piccolo intrigo di trama che ribalta le cose, ambientazioni gradevoli, personaggi simpatici e altri un po' meno, una colonna sonora accattivante, il finale in cui si sperava e il film è servito. Opere minori che si ispirarono vagamente a esso - ad esempio, "Favola" con Ambra Angiolini - fallirono, perché il troppo, quando è troppo stanca.

 

 In definitiva, un film guardabile, ma solo alla luce dei suoi tempi che "furono".

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