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Hook. Capitan Uncino

Regia di Steven Spielberg vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Hook. Capitan Uncino

di axe
7 stelle

Peter Banning è un avvocato di successo; tuttavia, i suoi impegni lavorativi non aiutano i buoni rapporti in famiglia. Egli, infatti, non trova tempo per seguire le attività dei suoi bambini, e, quando riesce, è comunque concentrato su altro. Ciò lo pone in contasto con la moglie, Moira. Tale atteggiamento non cambia anche nel corso di un viaggio a Londra, presso l'anziana nonna di Moira, benvoluta per aver patrocinato in passato molte adozioni di orfani. Una sera, i due figli di Peter vengono rapiti, e, da quanto gli viene raccontato, l'autore del crimine sarebbe niente meno che il Capitan Uncino. Il protagonista, dall'animo profondamente materialista, non crede a quanto sentito; cambia idea, quando gli appare la fatina Trilli, che lo trasporta nell'"Isola Che Non C'è", il luogo ove il Capitan Uncino avrebbe condotto i due bambini. In questo mondo fantastico, Peter è costretto a combattere contro il pirata non solo per liberare i figli, ma anche per riconquistare la loro fiducia, vacillante dopo tante delusioni patite nel mondo reale. Per ottenere ciò deve riacquistare la capacità di sognare, di spiegare le ali e librarsi nel mondo della fantasia; solo così, ricorderà di essere in realtà il celebre Peter Pan. Sorta di seguito della storia del personaggio letterario creato da J.M.Barrie, questo film fantastico racconta, tramite le avventure di Peter Banning / Pan, la storia di un adulto, il quale, accecato dalle ambizioni, dalle convenzioni, e travolto dai ritmi del nostro tempo, ha dimenticato cosa vuol dire essere bambini e lo dimostra deludendo costantemente i suoi due figli. Non solo, si mostra ormai incapace di fantasticare, ma anche assume un atteggiamento ostile verso chi gliene fa, anche tacito, rimprovero, a testimonianza di una mancanza interiore, che il successo nel mondo lavorativo, il benessere economico e la tecnologia non possono lenire fino in fondo. La sua lunga esperienza nell'"Isola Che Non C'è" gli restituisce non solo un ricucito rapporto con i figli, ma anche una nuova e migliore prospettiva di vita. Lo storia di questa "rieducazione" al sogno s'intreccia con le avventure fantastiche e la contesa con il Capitan Uncino, un personaggio a modo suo tragico, il quale nasconde dietro atteggiamenti e comportamenti da persona cattiva, dei quali si compiace, il dolore per una profonda solitudine. Questo aspetto rende interessante il film per spettatori di ogni età, benchè il target del regista rimanga comunque un pubblico più giovane. Belli i costumi e le ambientazioni; vivaci e colorati. Mi aspettavo, però, una maggiore attenzione sui paesaggi. Inoltre, gli effetti speciali mostrano ormai la loro età. Questi aspetti influiscono negativamente sul "senso del meraviglioso". Apprezzabilissime, invece, le prestazioni degli attori. Robin Williams è a suo agio, sia nei panni del Peter Banning, carrierista e distratto, sia nelle vesti del sognatore Peter Pan; un non riconoscibilissimo Dustin Hoffman è invece Capitan Uncino, personaggio malinconico alla ricerca di un benessere impossibile. Buon film fantastico, che ho apprezzato più per il messaggio che trasmette - un invito a "rimanere bambini" anche da adulti - e per le interpretazioni, che per la storia.

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