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La Dama rossa uccide sette volte

Regia di Emilio P. Miraglia vedi scheda film

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La recensione su La Dama rossa uccide sette volte

di Baliverna
4 stelle

Una misteriosa dama rossa, in teoria morta, continua a tornare dall'aldilà per uccidere nel corso di molte generazioni. Ma lo spettatore si stanca presto di seguirne le sanguinose gesta.

Visto che passa continuamente nelle notti di Rete 4 e Iris, ho deciso alla fine di togliermi la curiosità, ma solo questo ho combinato. E' una delle tante imitazioni dei film di Dario Argento, che negli anni '70 spuntavano come funghi per cavalcarne l'onda di successo, senza però averne la stoffa.
Il difetto principale del film sembra essere una sceneggiatura ambiziosa e insieme mediocre. L'intreccio è macchinoso e raffazzonato, i personaggi sono elementari, l'ambientazione incerta. Siamo infatti in Germania (è una co-produzione tedesco-italiana), ma si rimane sul vago, e numerosi nomi americani s'intrufolano qua e là tra i personaggi. Con lo stesso soggetto e struttura di base si poteva però mettere in piedi un prodotto con ben altri risultati. Del resto, i crimini del passato che riemergono nel presente è un filone mai esaurito e sempre capace di spunti interessanti.
Il regista, co-autore della sceneggiatura con tal Fabio Pittorru (anche autore del soggetto), sembra che voglia ravvivare, riuscendoci, una materia prima piuttosto misera, della quale però era anch'egli responsabile. Da ciò si evince che saper dirigere non significa saper anche scrivere. Proprio buona, infine, ho trovato la colonna sonora di Bruno Nicolai a base di clavicembalo. E' musica di buon livello e di atmosfere, la quale avrebbe fatto faville in un altro contesto. Qui, invece, riesce solo a impreziosire alcune sequenze.
Gli attori, considerato il copione che hanno ricevuto, non sono male, specie una Barbara Bouchet che ancora si impegnava a recitare e non solo a spogliarsi. Ugo Pagliai era all'epoca sulla cresta dell'onda, grazie allo sceneggiato Rai "Il segno del comando".
Però, forse la responsabilità del fallimento è da ascrivere alla produzione, che non è una persona ma l'unione di due case, una italiana e l'altra tedesca. Hanno pensato che bastasse mettere la penna in mano a uno o l'altro, dandogli qualche indicazione di massima su quali ingredienti mettere nella minestra (tra cui la passata di pomodoro....), per ottenere un buon risultato.
Molti ancora lo guarderanno per curiosità come me, ma pochi ne resteranno soddisfatti (a giudicare dalle altre opinioni).

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