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La calda notte dell'ispettore Tibbs

Regia di Norman Jewison vedi scheda film

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La recensione su La calda notte dell'ispettore Tibbs

di dedo
8 stelle

 

E' un poliziesco, tratto dal libro di John Ball,molto ben condotto e, nonostante girato nel '67 con i limiti di capacità investigativa dell'epoca, non ha perso niente della sua validità narrativa. Si riesce a seguirne il percorso, agile e ben costruito, con facilità e partecipazione resa ancora più viva dalle difficoltà e dalle umiliazioni che l'ispettore di colore incontra a causa del razzismo, malattia congenita di tutti gli abitanti del sud degli USA. La regia ha saputo miscelare con sensibilità e bravura sia l'indagine per un omicidio sia il pesante fardello di un insensato razzismo in modo abile e riuscendo ad integrare due tematiche così diverse fra loro. A mio avviso Jewison è riuscito ad alleggerire il tono cupo della narrazione anche con un tocco di umorismo ("Hai mai fatto fotografie ad un morto ?”. “Se non altro non mi verranno mosse”. Le scene indimenticabili sono molte, ma una in particolare desidero segnalare: nella serra di orchidee Handicott (il più importante cittadino di Sparta) schiaffeggia Tibbs e questi immediatamente rende lo schiaffo e Gillespie (capo della polizia, razzista) comincia a prendere atto che "allora sei come noi ?”. Il montaggio eccellente dà una scorrevolezza rara al film, la scenografia prospetta un ambiente reale e non artefatto. La fotografia (di Sparta e della sua sonnacchiosa vita di provincia, dei campi di cotone con raccoglitori neri, dell'ambiente carcerario in una piccola stazione di polizia, della vigliacca aggressione razzista contro Tibbs) è superlativa e ritengo che l'impiego della tecnica "macro" durante l'esame dell'auto dell'assassinato, apporti spessore a tutta la narrazione. Voto 8

Sulla trama

La storia è così credibile che potrebbe essere una storia vera. Niente è fuori luogo o esagerato o riduttivo. Ogni sequenza è misurata. Il finale, a dire il vero previsto, è commuovente; vedere un Gillespie, inizialmente razzista convinto, portare la valigia di Tibbs al momento della sua partenza e addirittura salutarlo con "Virgil, stammi bene", lasciano sperare ad un possibile superamento dell'odio fra razze.Durante tutto il film i dialoghi sono appropriati, direi perfetti e calzanti nello scontro tra due realtà. quella di Tibbs, civile e razionale, e quella di Gillespie, razzista e solitaria. Non che ci siano frasi memorabili ma alcune le vorrei citare: "In una notte calda la migliore sensazione di fresco la puoi provare sdraiandoti nudo sulla lastra di marmo di una tomba” o, in un momento di tregua tra Gillespie e Tibbs questi se ne esce amaramente “In prigione ci vanno i negri e ci vanno i bianchi, ma la prigione che fanno i negri è peggio dell’inferno”.  I personaggi di contorno sono convincenti ed integrati, ben diretti e coprono il proprio ruolo in modo impeccabile.

Sulla colonna sonora

Il film inizia e termina con la straordinaria, calda voce di Ray Charles che canta un motivo che dà il titolo (in originale) al film. Per tutta la parte intermedia la colonna sonora è uno straordinario supporto, senza mai sovra- o sottostare alla narrazione

Cosa cambierei

Assolutamente nulla
 

Su Norman Jewison

Di Jewison ho visto alcuni film (Cincinnati Kid, Il caso di Thomas Crown, Rollerball, F.I.S.T e forse altri di cui non ricordo il titolo) e senza essere costretto a farne una scaletta posso affermare che questo film mi ha avvinto e dato un grande piacere, se non altro perchè non vi sono messaggi incomprensibili e criptici (dei quali faccio volentieri a meno). Non ci sono dubbi sulle sua capacità di regista e le scelte che ha operato sono totalmente condivisibili. Ottimi l'impiego sia della sceneggiatura, del montaggio e della fotografia.

Su Sidney Poitier

Sidney Poitier è eccezionale, risponde perfettamente al personaggio che interpreta con l'impegno e la consapevolezza di essere nel giusto e sulla retta strada nelle indagini, la sofferenza di doversi astenere dalla ribellione di fronte ai continui sopprusi. Un mostro di recitazione, elegante e sciolta.

Su Rod Steiger

Rod Steiger ha sempre coperto i panni di personaggi violenti ed intransigenti. Questo suo congeniale ruolo nel film viene stemperato. Il personaggio si sente solo e pur rifiutando con orgoglio ogni tipo di comprensione offre, forse per la prima volta,  un'immagine di umanità e di riconoscimento delle sue incapacità e manchevolezze professionali. Un gigante in un personaggio che gli calza come un guanto

Su Warren Oates

Buona, articolata

Su Lee Grant

Buona

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