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Il porto delle nebbie

Regia di Marcel Carné vedi scheda film

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La recensione su Il porto delle nebbie

di mmciak
8 stelle

"Il Porto delle nebbie" diretto nel 1938 da Marcel Carné,
devo dire che è un gioiello.

La storia racconta che Jean, è un disertore dell'esercito
coloniale francese, ed è arrivato a Le Havre con la ferma intenzione
di lasciare la Francia.

Nel bar "Panama", gestito dall'eccentrico individuo omonimo,
incontra la bella Nelly, una ragazza terrorizzata dal suo tutore Zabel,
che ella sospetta essere l'assassino del suo fidanzato Maurice.

Il Film prodotto dalla Ciné-Alliance, rappresenta il terzo
lavoro del futuro Maestro del Cinema Marcel Carné,
che mette in scena la trasposizione Cinematografica
dell'omonimo romanzo del 1927 di Pierre Mac Orlan,
che poi è una sorta di Noir metropolitano, dove
racconta la storia di Jean, che è un disertore dell'esercito
coloniale, con l'obbiettivo di scappare in un altro paese,
interpretato magistralmente da un giovane Jean Gabin,
dove il regista punta sulla sua bravura e sugli altri
protagonisti.

Intanto Carnè fa già vedere di non essere un regista
qualunque e azzecca le atmosfere molto cupe,
con un linguaggio narrativo malinconico e disilluso,
ti coinvolge per i fatti intricati e per le persone
che incontra Jean nel suo perscorso e riesce a coinvolgerti
e farti rimanere impresso i protagonisti, miscelando
i generi con dei tagli sentimentali e comici.

Infatti il personaggio sentimentale è
rappresentato dalla splendida Michèle Morgan nel ruolo di Nelly,
che ha un viso che buca lo schermo, e il regista
sapendo avendo questa potenzialità gli fa
bellissimi primi piani e il lato comico è
il cliente ubriacone che lo porta per la
prima volta al Bar Panama.

Devo dire che il punto debole è proprio
la storia sentimentale perché è prevedibile,
e rallenta il ritmo della vicenda.

Poi figurano anche Michel Simon nel ruolo
del tutore Zabel, che è un personaggio
che apparentemente sembra gentile e ospitale,
mentre invece è cattivissimo e poi Pierre Brasseur,
nel ruolo del gangster Lucien, che è un uomo
che fa il duro davanti e il fifone di dietro,
ma quello che esce un gigante esce Simon,
con una interpretazione memorabile,
soprattutto nella parte finale.

Poi, nella buona direzione degli Attori,
figurano anche:
Édouard Delmont-Raymond Aimos-
Robert Le Vigan-René Génin-Marcel Pérès-
Jenny Burnay-Roger Legris e Martial Rèbe.

Un punto di forza di tutto il complesso
e che potenzia le atmosfere, è la splendida
Fotografia in bianco e nero di Eugen Schüfftan,
che ricorda quella del decennio successivo,
per il gioco di ombre, ti viene in mente
"L'espressionismo tedesco", anche se proprio
lui è stato un protaginista nel suo lavoro
di questo.

In conclusione un buon Noir,
dove il futuro Maestro Carné lo miscela
con la Commedia e il sentimentale,
ed è proprio questo il taglio che
è debole perché è prevedibile,
ma ha dalla sua la interpretazione
degli interpreti e l'atmosfera cupa
e malinconica che si respira,
fino a un finale potente che non
ti aspetti.

Il mio voto: 7.

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