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My Life. Questa mia vita

Regia di Bruce Joel Rubin vedi scheda film

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La recensione su My Life. Questa mia vita

di Raffaele92
3 stelle

Con “Love Story” (1970) nacque la dicotomia di “film strappalacrime”. Ora, suddetto appellativo non ha quasi nulla a che spartire con la commozione, che invece viene dal cuore, cresce nello spettatore come conseguenza di un’immedesimazione spontanea in ciò che si guarda.

In “My Life” di spontaneo c’è solo il dolore, ma non quel dolore che porta a riflettere, quel dolore che si fa costruttivo o distruttivo e che ci fa cambiare. No, qui vi è solo quel dolore di superficie, pianificato a scopo di garanzia degli incassi, secondo una discutibile logica che lega le lacrime al botteghino in un rapporto quantitativo direttamente proporzionale.

Dopo il famoso film citato all’inizio, tale fenomeno non ha fatto che proliferare, arrivando oggigiorno a farsi tendenza (vedi “Colpa delle stelle”, “Resta anche domani”, “L’amore che resta” e via dicendo).

Come sempre, al centro di tutto c’è l’inguaribile malattia che affligge uno dei protagonisti.

Ma con riferimento al film in analisi, chiediamoci per un attimo: quanto è onesta questa operazione?

C’è un excursus narrativo in “My Life”? O forse non vi è altro che un perpetuarsi di rassegnazione e commiserazione? In sostanza: che senso ha un film come questo, se non girare il coltello in una piaga fastidiosa che è anche e soprattutto inutile tormentare?

Cosa rimane allo scorrere dei titoli di coda? Qualche fittizia emozione fugace e per nulla costruttiva, dico io. Nient’altro che il dolore provocato da un pugno allo stomaco che, non essendo sorretto da alcuna motivazione o tematica di fondo, si fa infruttuoso e dannoso.

Già appena usciti dalla sala, la pellicola non lascia più traccia di sé.

Con rispetto delle opinioni altrui, invito chi si pone in maniera accondiscendente verso questo film a riflettere come non vi sia in realtà differenza tra “My Life” e la violenza gratuita di uno splatter di terz’ordine: ci troviamo di fronte a pura, becera pornografia dei sentimenti.

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