Regia di Mahiro Maeda, Katsuichi Nakayama, Kazuya Tsurumaki, Hideaki Anno
Ultimo capitolo della quadrilogia Rebuild of Evangelion, ovviamente comprensibile e dedicato solo ai fan della saga che ha già una lunga serie di incarnazioni (dalla serie anime originale, ai manga, ai lungometraggi che sono arrivati prima, ai vìdeogiochi). Una complessità che non è ovviamente riducibile ma che continua ad affascinare, In Giappone e nel mondo, grazie anche alla grande qualità delle animazioni dello studio Gainax prima e dello Studio Khara ora. Film evento nelle sale del circuito Nexo Digital, per pochi giorni, come da ormai nota abitudine.
Il film di Crialese - a 11 anni dal suo precedente - arriva da Venezia ed è stato accompagnato da molti, troppi, commenti sulla vicenda autobiografica che vi è accennata, per quanto riguardi un momento importante nella vita del regista. Vederlo al cinema sarà finalmente l'occasione di valutarlo come opera. Nel cast, in prima fila, la sempre colossale Penelope Cruz (ancora una volta nel ruolo di una madre), impegnata anche a cantare in alcuni siparietti pop che il film si concede.
Diretto da due donne - Chiara Bondi e l'italo argentina Isabel Achaval - e prodotto dalla Sacher di Moretti, è un documentario che racconta della squadra di donne latino-americane che gioca in un torneo di calcio multietnico e femminile, a Roma: occasione che per molte di loro è l'unico momento di reale ricreazione da lavori spesso logoranti e altrettanto spesso malpagati.
Dopo Jean Gabin e il nostro Gino Cervi, c'è ora un nuovo Maigret ed è Gérard Depardieu, che sotto la direzione di Patrice Leconte porta sullo schermo uno dei tanti romanzi di Simenon (il 45esimo ad essere precisi): Maigret et la Jeune Morte, scritto nel 1951.
Il film doveva uscire a fine febbraio, poi è stato rimandato: magari è stato uno dei tanti rinvii dovuti ai molti cambiamenti fatti in seguito al Covid, ma magari - a essere cattivi - si è voluta attendere l'abiura, giunta con ritardo, della tanto sbandierata amicizia di Depardieu con Putin, che l'attore francese - che ha anche preso la cittadinanza russa nel 2013 - aveva paragonato persino a Giovanni Paolo II.
Martin Campbell, regista di questo action thriller, è un mestierante di qualità, uno di quelli di cui Hollywood si fida: sua la firma che trovate apposta da decenni su molti titoli di gran successo, da 007 Goldeneye a La maschera di Zorro fino a Casino Royale (il secondo, ovviamente, quello con Daniel Craig). Lecito pertanto aspettarsi quanto meno mano sicura in questo prodotto assolutamente di genere con alcune vecchie glorie come Liam Neeson, Monica Bellucci e Guy Pearce, tra gli altri.
Non lasciatevi fregare dal fatto che i nomi coreani ci sembrano simili: quello di Kim Yong-hoon - regista di questo film che arriva ora nelle sale italiane - potreste non averlo sentito, visto che Nido di vipere è un esordio. Se però state attenti ai festival, soprattutto quelli dedicati al cinema asiatico, allora qualcosa potrebbe esservi già arrivato: il film era al Far East Film Festival di Udine del 2020 e ha vinto a Rotterdam il Premio speciale della giuria, Segno della seducente solidità di questo titolo pulp - che strizza l'occhio a Tarantino e ai fratelli Coen - architettando una storia in cui le varie parti si incastrano a dovere.
Opera seconda di Ciro d'Emilio, dopo Un giorno all'improvviso (che ha fruttato alla sua interprete, Anna Foglietta, il Nastro d'argento per la miglior interpretazione femminile. È la storia di un uomo di successo - cui dà volto e voce Guido Caprino - che vede la sua vita cambiare drammaticamente, ponendolo di fronte a scelte drastiche e radicali.
Il sesto film di Salvatore Mereu - presentato a Venezia nella selezione delle Giornate degli autori e liberamente tratto dal romanzo di Antonio Cossu Il vento e altri racconti - è la storia del rapporto tra un contadino e un ragazzino, con un terzo protagonista invisibile che è il vento, atteso dal contadino per aiutarlo a separare il grano dalla paglia, come si è sempre fatto prima delle macchine. Come ha detto Mereu è un film sull'infanzia e sui suoi tempi, ma è anche "la storia di un’amicizia, di una relazione umana, quella tra il vecchio Raffaele e il piccolo Angelino, che matura attraverso l’apprendistato, l’iniziazione, e viene vissuta in condizione di totale isolamento in un luogo e in un tempo dove anche l’arrivo di una trebbia può essere salutato come il passaggio di una cometa".
Anche I soldi spicci - il nome del duo formato da Claudio Casisa e da Annandrea Vitrano, qui registi e interpreti - sono youtuber e sono siciliani, proprio come i Me contro Te. La differenza è che la loro comicità - qui per la seconda volta sul grande schermo dopo La fuitina sbagliata (uscito nel 2008) - non è per bambini-bambini_ è per bambini un po' più cresciutelli, pur nutrendosi dello stesso registro espressivo, colorato e smorfioso.
Esordio all regia di un film di fiction - dopo il documentario dedicato alla madre Franca Sozzani, direttrice di Vogue Italia e vate della moda - per Francesco Carrozzini, che riesce a mettere in pista un cast di tutto rispetto che schiera accanto ad Alessandro Borghi attori del calibro di Peter Mullan e Charles Dance. Presentato fuori concorso a Venezia e tratto dal romanzo Sole di mezzanotte di Jo Nesbø, racconta la storia di un ex criminale in fuga che cerca nuova vita e redenzione in una località sperduta della Norvegia.
Ci sono diverse cose da annotare sulle uscite di questa settimana, numerose, varie, ricche di titoli provenienti dai maggiori festival e sicuramente appetibili.
La prima è che il titolo più…
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La settimana scorsa la distribuzione si era accesa con un drappello di film interessanti. Questa settimana non possiamo decisamente dire la stessa cosa. Sono di nuovo pochi - solo tre come vedete - e anche poco…
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