Era il marzo del 1979 quando a Milano aprì lo Studio 54, che portava il nome di un celebre locale newyorkese, a suggelare l'esplosione della club culture in Italia, che trovò negli anni successivi le sue cattedrali: i leggendari Cosmic di Lazise, l'Easy Going a Roma, il Plastic sempre a Milano o il Kinki a Bologna. E poi il Tenax, l’Imperiale, il Piper, la Baia degli Angeli, il Bang Bang, l’Altromondo. La lista è lunghissima e racconta - proprio oggi che le discoteche ancora stentano a riaprire - di un periodo in cui moda e stili di vita trasformarono la subcultura urbana e giovanile, all'insegna dell'eccesso e degli estremi, lontano dall'ìmpegno del '68 e della sua coda lunga negli anni '70. Ne dà conto il docufilm di Lisa Bosi e Francesca Zerbetto, capace di raccontare una stagione a suo modo gloriosa e sicuramente importante.
Sono già passati 9 anni e anche di più da quando Lucio se ne è andato e ci si domanda come si faccia a raccontare un uomo e un artista così eccezionale. Per fortuna che ci sono opere come questa, di Pietro Marcello, che ne racconta "la carriera cangiante, la personalità anarchica e il geniale talento". Il film, nelle sale dal 5 al 7 luglio, è stato presentato fuori concorso al Festival di Berlino.
Torna il grande cinema di superoi - in questo caso di superoine - con Scarlett Johansson che indossa di nuovo l'attillata tutina della Vedova Nera, che veste sin dal 2009, quando per la prima volta prese parte a un film del Marvel Cinematic Universe: Iron Man 2. Quella che arriva il 7 luglio sui nostri schermi è la 24esima pellicola del franchise e la prima della cosiddetta "Fase Quattro", si colloca dopo gli eventi narrati in Captain America: Civil War e permetterà di scoprire molte cose del passato di Natasha Romanoff/Black Widow.
Un polar, ma romano. Con tutte le caratteristiche del genere che, come dice la regista Michela Cescon, sono "pochi dialoghi, molta atmosfera e personaggi malinconici e romantici. In questo caso due commissari, un rapinatore e un giovane meccanico. C'è poi una moto – anzi, tante – e c'è la città, Roma, ritratta tra il traffico ondoso delle sue arterie e notti solitarie e vuote". Per la Cescon, dopo tanti film da attrice, è l'esordio alla regia. Al suo fianco un cast mica male, capitanato da Valeria Golino, Ivano De Matteo e Jean-Huhes Anglade.
L'horror, al pari dei film di supereroi e di certa fantascienza, si nutre di saghe. Quella che qui si accresce di un nuovo capitolo è quella ideata da James Monaco e iniziata nel 2013 con La notte del giudizio e che ha conosciuto già altri tre episodi (oltre alla serie tv The Purge). Elemento centrale e ricorrente della trama di questa distopia ucronica l'istituzione dello Sfogo, ovvero una notte di follia: 12 ore in cui il governo chiude entrambi gli occhi, rendendo possibile ogni tipo di azione. Solo che qui, come si capisce dal titolo, c'è chi desidera prolungare l'abolizione del crimine ben oltre le 12 ore programmate.
È un curioso e poliedrico personaggio Carlo Shalom Hintermann, il regista di The Book of Vision: uno che si è diplomato in percussioni, ha studiato cinema in Italia e regia negli Stati Uniti, che ha diretto molti documentari e ha lavorato al fianco di Malick, di cui è studioso e ammiratore. Nonostante la lunga e variegata carriera, questo è il suo primo film drammatico (e da Malick è prodotto): un'opera articolata, che si snoda tra il Settecento e la modernità, e riflette sul desidertio e la realtà, sulla malattia e sulla cura e sulla percezione che noi abbiamo di noi stessi.
La gestione di un sentimento primordiale e paralizzante - la paura - è il tema al cuore del film con Matilda De Angelis diretto da Niccolò Castelli. La vicenda del personaggio principale è quella di una giovane donna scampata a un attacco terroristico costato la vita ai suoi amici. Sarà con questo terribile trauma che dovrà misurarsi, in una scalata per nulla simbolica sul monte della paura.
Una delle conseguenze dello spostamento di data del Festival di Cannes, ancora in corso ora e che si avvia a concludersi il prossimo sabato 17 luglio, è la mancanza di uscite dei titoli in concorso o nelle…
Sono di nuovo davvero tante le uscite della settimana: contando anche i documentari e le usscite evento dei primi giorni della settimana, ormai passate, sono 14. D'ora in poi vedremo questi numeri un po' folli…
Sempre numerosa la nuova informata di titoli: saranno tanti anche settimana prossima ma da luglio (almeno stando alle informazioni sin qui disponibili) dovrebbero drasticamente ridursi. Tra i meglio…
È una gran varietà di titoli quella che si affaccia nelle sale all'ottava settimana dalle riaperture. E se nelle prime settimane, complici anche gli Oscar che erano stati da poco assegnati, avevamo…
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