Era nato in Tasmania: un diavolo. E sosteneva di essere un discendente degli ammutinati del Bounty, anche se la cosa non fu mai provata. Al giovane Errol Leslie Thomson Flynn piaceva l’avventura, più della scuola. Finì per essere espulso per aver rubato e a 18 anni era già a Papua Nuova Guinea a cercare oro. Se non fosse divenuto uno dei più famosi e amati attori dell’età dell’oro di Hollywood, già solo i suoi primi anni basterebbero per farne un personaggio epico, capace di competere con Jack London per la quantità di lavori più disparati. Lavorò in una piantagione e fece il manovale, fu pugile e pescatore di perle, giornalista e commerciante. E naturalmente grandissimo donnaiolo. Sempre a zonzo tra l’Australia e le isole della Papuasia. Quando il regista australiano Charles Chauvel stava cercando qualcuno per impersonare Fletcher Christian nel suo curioso docufilm In the Wake of the Bounty (1933) chi meglio di lui? 
La cosa evidentemente piacque al giovane Errol, che aveva da poco compiuto 24 anni. E così l’anno stesso partì per l’Inghilterra, con l’idea di fare l’attore. Iniziò con il teatro, poi qualche particina sui set e due anni dopo era già a Hollywood. Alla Warner stavano cercando qualcuno per Capitan Blood (1935) e il nuovo venuto, presentato (chissà perché) come l’“irlandese che spopola sui palchi di Londra”, sembrò andar benissimo. Fu così messo accanto a Olivia de Havilland, anche lei giovanissima (19 anni) e fu subito un gran successo, tanto che l’anno dopo la coppia si ripetè in La carica dei seicento (1936). A questo seguì la consacrazione definitiva con La leggenda di Robin Hood (1938). Era l’inizio di una carriera strabiliante - e presto l’australiano fu visto come l’erede naturale di Douglas Fairbanks -, dominata da pellicole d’azione, di cappa e spada, western e film guerreschi: opere nelle quali il bel volto, il fisico atletico e il sangue freddo di Errol Flynn trovavano la loro perfetta cornice. 

Morì presto, a 50 anni, di infarto. E da dieci anni circa era diventato alcolista. Venne sepolto - per sua espressa volontà - con 12 bottiglie di whiskey: il viatico che lui riteneva assolutamente necessario per affrontare la vita eterna nel caso in cui nell’aldilà non avesse trovato da bere. 

 

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