«Il cinema italiano deve tutto a Rossellini e De Sica. Mescolare comico e drammatico, basti pensare alla padellata in testa di Fabrizi in Roma città aperta, è già commedia all’italiana». È Luigi Comencini a svelare il segreto di un genere che indagherà con arguzia il nostro paese, a cominciare da Pane e fantasia (l’amore fu aggiunto dopo), che nessuno voleva fare per non irritare i carabinieri, altro che pugnalata al neorealismo, come si scrisse.

Gina Lollobrigida, Vittorio De Sica
Pane, amore e fantasia (1954) Gina Lollobrigida, Vittorio De Sica

Quel sottofondo graffiante che smaschera, in Risi, Monicelli, Pietrangeli e Steno, contraddizioni e orrori del “prodotto interno lordo” cresciuto a dismisura grazie a molti ma perché se lo godano solo in pochi, affascinò soprattutto i francesi, che avevano espulso dal dramma boulevardier ogni impegno politico. E Cannes invitò volentieri film di genere e commedie, virtuose nel moralizzar obliquamente, divertendo. Di questi tesori sepolti Minerva Classic e RaroVideo ne hanno in listino quattro.

Renato Rascel
Il cappotto (1952) Renato Rascel

Il primo è un grottesco delocalizzato nel nord d’Italia, ma surreale ed eccentrico come quello sovietico di Kozincev e Trauberg del 1926. È Gogol secondo Alberto Lattuada, Il cappotto (1952), con un inedito e lugubre Renato Rascel, impiegato fantozziano che acquistato un cappotto di cammello si trasforma, per poco, in aggressivo e seducente marcantonio.

Gina Lollobrigida, Franco Interlenghi
La provinciale (1952) Gina Lollobrigida, Franco Interlenghi

«Tragedia della vanità», secondo i “Cahiers”, è La provinciale (1953), di Mario Soldati («il mio film preferito, il più vero»), con Gina Lollobrigida che sfida la metropoli intrigante e marcia con l’arma di una bellezza sfolgorante e di un coltello. Più mélo che noir, dal racconto di Moravia del 1937, ha struttura non lineare a flashback e narratori divergenti, tra Vera Caspary e l’amato Welles.

Gian Maria Volonté, Luigi Diberti
La classe operaia va in Paradiso (1972) Gian Maria Volonté, Luigi Diberti

Un salto nel Sessantotto con Ugo Pirro, autore (militante) della sceneggiatura di La classe operaia va in paradiso (1971), regia di Elio Petri, sulla generazione del “gatto selvaggio”, del salto della scocca e del “vogliamo tutto” per spiegare, in forma di commedia crudele, e anche ai sassi più conformisti, perché, e giustamente, alla Fiat, per dieci anni, non comandò Agnelli ma l’operaio Massa (il nome di Volonté nel film). Altra “vittoria di Pirro” fu realizzare con Luigi Comencini Delitto d’amore (1974), tassello di controstoria operaia, profeticamente polemico sulla nocività mortale in fabbrica.

John Cassavetes, Britt Ekland
Gli intoccabili (1969) John Cassavetes, Britt Ekland

Su TFC Premium c’è poi il gangster movie Gli Intoccabili di Giuliano Montaldo (1969) con John Cassavetes e Peter Falk, prototipo del neo noir hollywoodiano, come Bava aveva inventato il neo horror e Leone il neo western. Già attorno agli anni della “Hollywood sul Tevere” la qualità delle immagini Made in Italy era cresciuta, ibridandosi con lo stile cool e fiammeggiante dello studio system decadente. Il direttore della fotografia dell’ultimo Fassbinder, l’austriaco Xaver Schwarzenberger, confesserà, per esempio, di aver studiato molto soprattutto i film in b/n di G.R. Aldo (La provinciale), Mario Montuori (Il cappotto) o i colori di Luigi Kuveiller (Delitto d’amore e La classe operaia) e Erico Menczer (Gli intoccabili).

Autore

Roberto Silvestri

Al cinema sono transgender (da Lloyd Kaufman a Straub-Huillet passando per Claudia Weil e Jerry Lewis). Primo film visto Scaramouche, primo film perso I cavalieri della tavola rotonda. Tessera Filmstudio dal 1968. Cofondatore del Politecnico cinema nel 1974. Critico del manifesto dal 1977 al 2012. Nato a Lecce. Studi con Garroni, Brandi, Abruzzese. Registi preferiti Bunuel e Rocha (sia Paulo che Glauber), Aldrich e Siegel. De Antonio e Grifi. Diop Mambety e Ghatak. Dorothy Arzner e Stephanie Rothman (nata a Paterson come Lou Costello), Fassbinder e Aki Kaurismaki, Russ Meyer e… Rivista di cinema preferita Velvet Light Trap/Camera Obscura. E oggi Trafic. Consigli ai giovani appassionati di cinema? Partire dai formalisti russi.

La commedia all'italiana a Cannes (su The Film Club)

Il cappotto

Drammatico - Italia 1952 - durata 95’

Regia: Alberto Lattuada

Con Renato Rascel, Yvonne Sanson, Antonella Lualdi, Giulio Stival

in streaming: su Amazon Video Rai Play Raro Video Amazon Channel

locandina La provinciale

La provinciale

Drammatico - Italia 1952 - durata 115’

Regia: Mario Soldati

Con Gina Lollobrigida, Gabriele Ferzetti, Alda Mangini, Franco Interlenghi

in streaming: su Amazon Video Amazon Prime Video

locandina La classe operaia va in Paradiso

La classe operaia va in Paradiso

Drammatico - Italia 1972 - durata 110’

Regia: Elio Petri

Con Gian Maria Volonté, Mariangela Melato, Mietta Albertini, Salvo Randone, Gino Pernice, Luigi Diberti

in streaming: su Apple TV

locandina Gli intoccabili

Gli intoccabili

Drammatico - Italia 1969 - durata 114’

Regia: Giuliano Montaldo

Con Peter Falk, John Cassavetes, Britt Ekland, Gena Rowlands, Gabriele Ferzetti

in streaming: su Apple TV Amazon Video CineAutore Amazon Channel