A Parigi, la commedia musicale attacca sulle note prosaiche di un cantiere edile.
Del resto non siamo a L.A. e i giorni di sole devono vedersela con le nuvole che Tralala soffia via legando rime improvvisate. Chitarra elettrica alla mano, si sveglia e si tiene sveglio componendo con quello che vede intorno, fasci di polvere in un raggio di sole, mattine d’estate, Re-Si in equilibrio.

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Tralala

“Elettrone libero”, come la suite che registra sul suo iPhone, Tralala preferisce la penombra del suo dimesso rifugio al sole brillante nel cielo. Ma quando decide di mettere il naso fuori, quando la canotta senape stacca la tappezzeria fiorita come le sue speranze, è un Tralala spensierato e gioioso quello che emerge.

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Tralala

Dentro una giacca blu slavato, scambia qualche verso con un operaio del cantiere (il magnetico chanteur Malik Djoudi) dove scopriamo che vive e resiste con grazia, ultimo baluardo sgualcito di una gentrificazione selvaggia, ultimo bagliore di nonchalance poetica. Il tono è dato e verrà conservato per tutto il film, un tono di pura fantasia che ci piace seguire fino a Lourdes, paese natale dei fratelli Larrieu.

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Tralala

Jean-Marie e Arnaud inventano un cantante vagabondo a cui appare una fille en bleu (Galatéa Bellugi), epifania mariana in una città pagana. Abbagliato fino a ‘dimenticarsi di se stesso’, Tralala subisce l’incantesimo e parte per Lourdes sulle tracce di questa Vergine segreta. Dietro la barba lunga e dentro un hotel senza stelle, qualcuno lo scambia per Pat, un uomo scomparso molti lustri prima. Tralala lascia che l’inganno operi: riconosciuto per quello che non è affatto, offre agli altri la possibilità di ricominciare con quello che è veramente. Come fa con la musica, suona e vive con quello che trova, con le note che offre il giorno, avanza per derivazioni successive, interrogando le nozioni di incarnazione e di credenza.

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Tralala

Sotto la vernice grattata di questa commedia musicale, che si impegna a restare disinvolta mentre inquietudine e dissonanza la insinuano, è in gioco anche l’ontologia del cinema. Da dove viene la fiction? Dove nascono le storie dei personaggi? Come fanno i personaggi a creare la storia narrata dal film?

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Tralala

Come le canzoni, lo abbiamo visto al debutto, anche le storie non cadono dal cielo. Le une e le altre cominciano da loro, dai personaggi. E Tralala è il primo a credere nel film, a costruire una storia partendo da un accendino con l’effigie di Lourdes e di una Madonna celestiale, il primo a lasciare tutto e a prendere un treno per andare a verificare. A destinazione, finirà travolto e invischiato in un musical elettrico. Scambiato per un altro, questo lunare impostore trova l’affetto che ha sempre cercato. Al principio solitario e perduto, approfitta di un malinteso per farsi amare, perché dietro al genere, c’è una corda sentimentale, una ricerca d’amore e di riconoscimento. È attraverso l’impostura, annunciata come una rivelazione e accolta come un miracolo, che il nostro diventa ‘qualcuno’.

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Tralala

Alla Gare di Montparnasse, la fanciulla blu ha consegnato a uno chanteur clochard, pastore per caso, un messaggio (“Non essere te stesso”) che è un invito a superare i limiti del possibile. È soprattutto una toccante professione di fede nel cinema, che tra artifici e coincidenze narrative ci conduce a un incontro magico, un rendez-vous che fa di noi qualcun altro. Questa mise en abyme dell’incarnazione evoca “l’io è un altro” di Rimbaud.

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Tralala

È il contatto costante dell’io con l’altro, col mondo fuori, che costruisce progressivamente il soggetto. E come un poeta, Tralala non fa che trovare tutta la vita ‘parole’. Lo fa dal mattino, della giornata, del film. Je est un autre si configura come un vero e proprio manifesto del suo fare poetico (e del suo fare musica). Una formula che distilla il suo pensiero musicale dissonante dentro una città, che i fratelli Larrieu trattano come qualsiasi altra, dove si ama, si gode (tre volte), si balla, si canta e si vive.

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Tralala

Mélanie Thierry interpreta meravigliosamente Jeanne Cherhal in un magazzino di oggetti dozzinali, Josiane Balasko fa voltare i platini sul lungo lago di Lourdes, Bertrand Belin, che ha il gusto per le parole immaginifiche e il lirismo enigmatico, impone il suo carisma di attore e di fratello maggiore melanconico dal cuore rock, un mélange quasi perfetto tra Elvis Presley e Josh Homme, Mathieu Amalric, apparizione provvidenziale sempre in cerca di nuove identità da far vibrare, si reinventa figlio (e fratello) per cuori disfunzionali in attesa di un miracolo. Si reinventa il tempo di un refrain, con la ruggine sulla voce e gli accenti di Philippe Katerine, che ha composto tutte (o quasi) le canzoni.

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Tralala

Lontano dalla voluttà melodica dei campioni nazionali, Jacques Demy su tutti, Tralala gioca con le dissonanze, il recitativo, l’eclettismo (elettronica, rap, rock, varietà...), i santi e i fanti costruendo un’identità come una suite: “Electron libre, je suis seul, sans mélodie, loin des radars, au hasard, dans le monde et ses beautés...”.

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Tralala

L’aurora prelude già quel regno dell’arrangiamento, di brani, di vita, di situazioni, di suoni e di note organizzate insieme per partire, andare altrove a cantare e a incantare. Elogio della reinvenzione di sé, la commedia musicale di Jean-Marie e Arnaud Larrieu prende in contropiede l’ingiunzione capitalista, “diventa quello che sei”, celebrando l’erranza e quell’arte di vivere che potremmo chiamare senza ironia: predisposizione al miracolo.

Autore

Marzia Gandolfi

Marzia Gandolfi (1971) è una “ragazza della Bovisa”. È cresciuta nei racconti di Testori e ha studiato nella città di Zurlini. Collabora stabilmente con MyMovies e resta duellante per sempre. Nel 2021 ha pubblicato con Bietti Kind of Blue. Barry Jenkins, variazioni sul corpo afroamericano e con Santelli Editore La forma dell’attore. È membro della Commissione selezionatrice dei cortometraggi per i premi David di Donatello e dal 2015 membro della giuria di Presente Italiano. Si occupa di serie TV per La Gazzetta del Mezzogiorno e di icone popolari per le riviste che amano le attrici e gli attori. Il suo eroe ha “gli occhi di ghiaccio”, il suo piccolo era più grande di lei. Nickname: la Tula.

Il film

locandina Tralala

Tralala

Musicale - Francia 2021 - durata 108’

Titolo originale: Tralala

Regia: Arnaud Larrieu, Jean-Marie Larrieu

Con Mathieu Amalric, Maïwenn Le Besco, Melanie Thierry, Denis Lavant, Josiane Balasko, Jalil Lespert