Siccome nell’atelier di città “l’aria di quieta morte” si era fatta insopportabile, Reynolds e Alma si sono ritirati nella casa di campagna. Si sono conosciuti lì in effetti, nella luce diafana della bruma inglese: lì hanno condiviso i primi ricordi, lì per la prima volta lui ha chiesto di esser sfamato e lei lo ha servito. Il tempo del loro incontro però è ormai lontano. Ora “il ragazzo affamato” e “la spia straniera” non si parlano, si guardano solo, tenendosi a debita distanza, studiandosi.

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Il filo nascosto

Lui sta accovacciato sul suo grande taccuino nero, disegna una gonna, delle gambe, con pochi tratti incide immagini fisse sulla pagina bianca. Lei invece non sta ferma, sfavilla in movimento, prende dallo scaffale il libro sui funghi velenosi che da tempo utilizza in cucina e con grazia taglia il micete dalla crosta giallognola a pezzi.

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Il filo nascosto

Li lascia cadere sulla pentola, ma non prima di avere sciolto un grande cubetto di burro: sa che Reynolds ne odia l’odore. Lui aggrotta la fronte quasi sorpreso di tanta audacia e lei, dopo aver sbattuto le palpebre con un sorriso imbambolato, aggiunge altro burro. È guerra aperta, la frittata avvelenata è servita. Mentre si infila la sua giacca come un’armatura, Reynolds, sedutosi a tavola, guarda silenziosamente sua moglie fare di tutto per innervosirlo; poi prende il piatto preparato con amore per annusarne l’aroma, brandisce la forchetta come una spada per mostrare il proprio coraggio e infine, con decisione, addenta.

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Il filo nascosto
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Il filo nascosto

Mentre il sarto dell’alta moda londinese mastica rumorosamente, le note malinconiche della colonna sonora di Johnny Greenwood si interrompono per lasciare indisturbata la coppia. È a questo punto che Alma proferisce il suo incantesimo per attivare la pozione: “Voglio averti sdraiato sulla schiena, indifeso, tenero, aperto, con solo me ad aiutarti. E poi ti voglio di nuovo forte. Non stai per morire, potresti desiderarlo, ma non morirai. Hai solo bisogno di calmarti un po’”. Reynolds posa di colpo la sua forchetta nel piatto, capitola come un cavaliere che cade irretito e si abbandona: “Baciami amore mio, prima che stia male”.

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Il filo nascosto

Il violino tuona di colpo improvviso e il gioco di potere ricomincia: Alma intossica Reynolds per poterlo curare come un bambino indifeso, o è forse Reynolds che si lascia avvelenare per poter godere delle attenzioni di una moglie materna che da sempre gli manca? Non è importante conoscere la risposta, il gioco tanto non finisce mai. È Alma a confessarlo al dottor Hardy, davanti al fuoco del caminetto di campagna, come ultima battuta della conversazione su cui si era aperto il film e che si rivela, alla fine, la linea di trama dominante su qualsiasi altro ordito. Fa pensare.

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Il filo nascosto

Il filo nascosto è stato interpretato prendendo la sartoria come il metaforico punto di ingresso per la riflessione di Paul Thomas Anderson sulla forma del cinema: scrittura maschile della realtà, discorso di possesso del corpo, misurazione e inquadratura di perfezionismo che si rompe, sempre angosciato da un complesso, da un limite di figurazione. Ma se invece la chiave di volta fosse altrove?

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Il filo nascosto

Alma è un epiteto latino che significa “dare vita, infondere vita”. Il film si apre sul suo volto che parla di sogni diventati realtà e si chiude sulle evanescenti immagini di un futuro possibile, un lieto fine tutto mentale che sempre Alma si scrive da sé. È il pensiero per immagini di un femminile altro che ha riscritto le regole della messa in scena, trovando nell’incubo margine di manovra per essere.

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Il filo nascosto

In questo finale Anderson trasforma il suo critofilm sugli anni ’50 (l’ombra inglese di Hitchcock, la commedia del rimatrimonio) nell’occasione di raggiungere il più alto grado della creazione artistica: farsi smentire dalla propria creatura, che dice “Tocca a me, ora voglio vivere”. Così, mentre Alma è viva e il ragazzo è ancora affamato, l’Alana di Licorice Pizza prende già la rincorsa.

Autore

Leonardo Strano

Leonardo Strano si è laureato in Filosofia dell’Esperienza Estetica con una tesi sull’inconscio ottico in Walter Benjamin e Jacques Tati (il suo regista preferito). Mentre prosegue gli studi in Teoria dell’immagine scrive per Filmidee, Pointblank e DinamoPress.

Il film

locandina Il filo nascosto

Il filo nascosto

Drammatico - USA, Regno Unito 2017 - durata 130’

Titolo originale: Phantom Thread

Regia: Paul Thomas Anderson

Con Daniel Day-Lewis, Lesley Manville, Vicky Krieps, Richard Graham, Brian Gleeson, Camilla Rutherford

Al cinema: Uscita in Italia il 22/02/2018

in streaming: su Apple TV Amazon Video Rakuten TV