Ne uccidono più le aspettative di tutte le penne e le spade della storia del mondo messe insieme in un un’unica gigantesca katana che spruzza anche inchiostro. Lasciatevelo dire da uno che, nella sua bolla sociale, ha il precipuo compito di suggerire film e serie tv. Pare semplice, ma in realtà è un complesso calcolo vettoriale che tiene conto dei gusti espressi in passato, dell’umore attuale, del posizionamento della luna e dei principali satelliti di Giove e, soprattutto, delle aspettative. Perché se tu mi chiedi un consiglio per un gran bel film di guerra senza aggiungere altro – stai solo sorridendo come un(’)adolescente, si scoprirà solo più tardi che stavi pensando a Josh Hartnett conciato da marinaretto – succede che io ti propongo di default un bis di capolavori in armocromia (Il grande uno rosso e La sottile linea rossa) mentre tu speravi solo che ti indicassi la cosa più simile a Pearl Harbor. E se qualcuno ti chiede del Michael Bay e tu in cambio gli dai del Terrence Malick – non so come finisca questa frase apocalittica, so solo che arabi e israeliani litigano per motivi molto meno gravi.

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True Lies

Dunque le aspettative. Ed effettivamente quando intitoli la tua serie True Lies e vai in giro a raccontare che si basa sull’omonimo film grosso di James Cameron con protagonisti grossi Arnold Schwarzenegger e Jamie Lee Curtis – che a sua volta si basava su un film piccolo francese non omonimo, La Totale! –, allora sì che fomenti inevitabilmente una manciata di aspettative che, avete indovinato, sono molto grosse. True Lies (il film) è davvero un action enorme: rappresenta forse la morte definitiva (o quantomeno quella ospitata sul palco più in vista) per la declinazione anni ‘80 del genere, quando quasi tutti si prendevano terribilmente sul serio e il risultato è stato Steven Seagal; ed è stato contemporaneamente il lancio di una nuova schiatta di film d’azione, muscolari e spettacolari, ma anche ironici e ammiccanti. Esatto signora. Sto proprio dicendo che senza True Lies (e vari altri film colleghi e più o meno coevi) probabilmente oggi non avremo la Marvel, che quel trucchetto lì di fare l’action con le battutine l’ha portato ai massimi livelli. Scorsese sarebbe più contento, gli esercenti cinematografici un po’ meno.

Arnold Schwarzenegger
True Lies (1994) Arnold Schwarzenegger

Noi che qui e ora dobbiamo decidere se vedere o meno True Lies (la serie), invece, siamo ancora un po’ annebbiati. Perché citare la Marvel ci ha fatto venire in mente un’altra cosa. Ci ha fatto ricordare del Lenkov-verse, quella strana faccenda perpetrata da CBS – che insieme a NBC a ABC è una delle tre grandi emittenti generaliste degli Stati Uniti su scala nazionale – la quale ha ordinato i reboot di tre celebri serie anni ‘80 (Hawaii Five-0, MacGyver e Magnum P.I.) e li ha fatti sviluppare da Peter Lenkov in modo tale da farli appartenere a un unico universo narrativo condiviso. Questo non per dire che in True Lies, altra serie prodotta e distribuita da CBS, a un certo punto apparirà MacGyver; piuttosto per dire che CBS è nota per i suoi rifacimenti in cui tenta di semplificare testi analogici per portarli a una nuova generazione di consumatori digitali (o per ricicciarli a una vecchia generazione di consumatori nostalgici). Mettendo insieme tutte queste nozioni, la risposta è facile: bisogna guardare True Lies (la serie) come se non c’entrasse nulla con il film di Cameron. Bisogna annullare le aspettative. Partendo con l’idea che questa serie sarà un calco fedele della pellicola, si finirà la visione per forza di cose infastiditi.

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True Lies

Pur se, infatti, le premesse sono identiche – noioso padre di famiglia rappresentante di computer in realtà nasconde a moglie e figli il suo vero lavoro da super spia per il segretissimo Omega Sector – nella serie già alla fine del pilota la moglie Helen scopre gli altarini del marito Harry, senza (per ora) l’importante sottotrama del cialtrone Simon che faceva finta di essere una spia pur di infilarsi tra le sottane della casalinga annoiata alla disperata ricerca di un po’ di emozione, scatenando la reazione del marito geloso e un effetto domino che porterà allo svelamento del segreto.

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True Lies

Lo so che in questo caso è davvero difficile partire senza idee preconcette, ma ce la si può fare con un paio di accorgimenti: ricordandosi che è una serie a budget medio pensata per un canale generalista – non prodotti che vincono i premi, ma che intrattengono agilmente e senza insultare l’intelligenza dello spettatore; e fidandosi dello showrunner Matt Nix, noto espertone di ottima tv da battaglia (Burn Notice). Con questo stato d’animo addosso, viene fuori che True Lies (la serie) è buona, gradevole, farcita della giusta quantità d’azione (girata con la consapevolezza dei mezzi a disposizione) e in procinto di prendere una strada un po’ diversa rispetto al film a cui si ispira, lasciando spazio alla giusta dose di curiosità.

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True Lies

Io ve lo dico: in teoria doveva andare molto peggio. True Lies aveva un buon 90% di possibilità di essere davvero brutta e insipida. E invece, dopo una puntata, è semplicemente la versione del film che ti aspetti da un canale generalista. Con il plus di una coppia di protagonisti validi – il sosia di Dominic West Steve Howey (Shameless) e una Ginger Gonzaga (She-Hulk: Attorney at Law) in rampa di lancio – e di un villain ancora misterioso e pronto a spuntare fuori quando meno te lo aspetti.

Autore

Nicola Cupperi

Scrive per FilmTv perché gliel'ha consigliato il dottore. Nel tempo libero fa la scenografia mobile. Il suo spirito guida è un orso grigio con le fattezze di Takeshi Kitano.