Una volta ho intervistato Stefano Rapone. Che non è per fare name-dropping o cosa, anche perché con tutto il bene professionale che posso volere a Stefano Rapone – ed è un bene professionale intenso, Rapone è davvero molto bravo – sarebbe come vantarsi di aver intervistato, nel 1994, Cesare Cadeo o Umberto Smaila. Una volta ho intervistato Stefano Rapone ed è stata una bella esperienza, anche se abbiamo conversato via mail e non mi sono potuto gustare il suo vocione sensuale. Peccato. Non per essere stronzi, ma quell’intervista è piena di cose interessanti. Ma per tutte le cose interessanti che mi ha detto Rapone, quando l’ho contattato quella che mi incuriosiva di più riguardava il futuro al cinema e nelle serie tv della sua generazione di comici, quella che ha portato lo stand-up in Italia.

Il comico romano mi ha risposto qualcosa che somigliava molto a “Chissà, vedremo, speriamo, sarebbe bello, sai come funziona in Italia”. E poi, qualche mese più tardi, me lo ritrovo che fa la guest star – insieme a Valerio Lundini, Emanuela Fanelli, Michela Giraud, Edoardo Ferrario, Caterina Guzzanti e Maccio Capatonda – nella nuova serie Prime Video di Lillo, Sono Lillo. Mi è spiaciuto non saperlo al tempo dell’intervista. Sicuramente avrei chiesto a Rapone: ma te l’aspettavi che, fra tutte le persone dello Stivale, sarebbe stato proprio Lillo a firmare la serie che, forse ma forse, darà allo stand-up la quantità di visibilità nazionalpopolare necessaria per farlo entrare nel mainstream della nostra dieta di intrattenimento?

locandina
Sono Lillo (2023) locandina

Pasquale Petrolo, in arte Lillo, è oggettivamente un bel tipo. Intendiamoci: in venticinque anni e passa di carriera ha fatto tutto quello che doveva fare per pagarsi mutui e finanziamenti e per avere la certezza di una pensione. È stato, insieme allo storico socio Greg, fra i membri del cast originale delle Iene e non importa se vi piacciono Le Iene, dovete comunque essere consapevoli che Le Iene sono il male; è stato correo della parentesi cinepanettoni di Volfango De Biasi (Un Natale stupefacente, Natale col boss, Natale a Londra) e si è fatto irretire dalle sirene di Neri Parenti (Colpi di fulmine, Colpi di fortuna); ha condotto un capodanno danzerino Rai insieme a Roberto Bolle, è stato protagonista della versione italiana del musical di School of Rock ed è apparso nella quinta stagione di Un medico in famiglia. Però vuoi davvero chiamarlo scemo solo perché i tuoi intrattenitori li vuoi sempre impegnati e categorici nel loro perseguire la purezza dell’arte? Benissimo. Ma allora togliamo lo spettacolo dal libero mercato e reintroduciamo il mecenatismo. Nel frattempo, però, anche un buffone ha diritto di guadagnarsi da vivere e, grazie a tutto il pattume di cui sopra, Lillo è anche riuscito a fare una tonnellata di gran teatro comico, è riuscito a tenere in piedi per quasi vent’anni il contenitore radiofonico 610 e a fare l’autore per Stracult, è riuscito a non rinunciare alla sua passione per il fumetto (NormalMan) e a quell’anarchia cialtrona di chi è partito da zero e il suo posto nel mondo dello spettacolo se l’è sudato. Sono Lillo è esattamente la ciliegina sulla torta che raccoglie in un solo titolo le istanze di una carriera così varia ed ecumenica, capace di abbracciare il bello e il brutto, il raffinato e il caciarone, il sofisticato e il volgare.

Pietro Sermonti, Lillo Petrolo
Sono Lillo (2023) Pietro Sermonti, Lillo Petrolo

Le otto puntate della serie, dirette dall’ex giovane turco riformato Eros Puglielli e scritte da Lillo stesso insieme a Matteo Menduni e Tommaso Renzoni, partono da una furba premessa meta. Raccontano di Lillo, comico un po’ sfigato e immaturo, frustrato per una carriera che stagna nella mediocrità perché irrimediabilmente legata alla stupida vacuità del personaggio che lo ha reso famoso, Posaman [tormentone virale e allo stesso tempo parodia del tormentone virale, che il vero Lillo ha sfoggiato in LOL - Chi ride è fuori].

Corrado Guzzanti
Sono Lillo (2023) Corrado Guzzanti

La moglie Marzia decide, quasi a malincuore, di lasciarlo perché è un bambinone ego-riferito che non è in grado di vedere al di là del proprio ombelico nonostante sia una persona generosa e piena di buone intenzioni. Lillo banalizza questo panorama emotivo complesso e dà la colpa di tutti i suoi problemi a Posaman: decide di rinunciare alla carriera da comico e di entrare nell’azienda vinicola di famiglia, gestita dal fratello minore stronzetto e paraculo e supervisionata dalla rigida e anaffettiva madre. Da qui in avanti parte la sarabanda della commedia degli equivoci tipicamente cinepanettonesca. Uno stile di comicità che non regge un film di 90 minuti, figuriamoci una serie di otto puntate da 25 minuti l’una.

Valerio Lundini
Sono Lillo (2023) Valerio Lundini

E allora Sono Lillo decide di fare altre due cose intelligenti. Per prima cosa aggiunge uno stratagemma retorico da sitcom, una cornice che ritorna in ogni episodio: il locale notturno di proprietà di uno dei migliori amici del protagonista, in cui all’inizio di ogni puntata giovani comici di belle speranze (le guest star di cui sopra) si esibiscono in un bit di stand-up e in (almeno) una scena insieme ai personaggi della serie.

Paolo Calabresi
Sono Lillo (2023) Paolo Calabresi

Oltre a essere una vetrina per far entrare la stand-up nel cuore delle sciure che guardano la serie di Lillo perché amano 610, è anche una furbata meravigliosa per integrare alla perfezione e con coerenza interna la trama principale. L’altra aggiunta notevole è lo spirito di Boris; non solo nelle energie portate da Pietro Sermonti (nei panni dell’agente di Lillo), Paolo Calabresi (il proprietario del locale) e Corrado Guzzanti (nel ruolo di un artista contemporaneo ambientalista tedesco), ma anche nel coraggio di ricoprire lo scheletro da cinepanettone con certe fiammate di locura che non scherzano. Cioè, ovviamente scherzano. Perché fanno ridere. Ma sono fiammate di locura davvero sorprendenti, che inseriscono Sono Lillo nel filone sempre più affollato di serie italiane recenti che, signora mia sono basito anch’io, vale davvero la pena di vedere.

Autore

Nicola Cupperi

Scrive per FilmTv perché gliel'ha consigliato il dottore. Nel tempo libero fa la scenografia mobile. Il suo spirito guida è un orso grigio con le fattezze di Takeshi Kitano.

La serie tv

locandina Sono Lillo

Sono Lillo

Commedia - Italia 2023 - durata 29’

Titolo originale: Sono Lillo

Regia: Eros Puglielli

Con Lillo Petrolo, Cristiano Caccamo, Benedetta Valanzano, Camilla Filippi, Luis Molteni, Anna Bonaiuto

in streaming: su Amazon Prime Video