Dopo un’infanzia problematica - segnata da una grave forma di autismo e dal probabile suicidio della madre, sopraffatta dalla patologia del figlio - il dottor Sewon Koh è diventato un ricercatore, un esperto nello studio del cervello, il propugnatore di teorie rivoluzionarie la cui eticità viene messa in discussione dalla comunità scientifica.

Incapace di esprimere empatia e sentimenti, ma segnato da tragedie personali determinatesi in circostanze misteriose (l’incendio della casa, la perdita del figlio, il coma della moglie), l’uomo decide di indagarle per arrivare a comprendere cosa si celi dietro quegli accadimenti. Lo fa sottoponendosi a uno dei suoi esperimenti, la sincronizzazione cerebrale, che prevede il sintonizzarsi con i cervelli dei morti per recuperarne i ricordi. Nonostante l’esplosivo potenziale, tematico e di genere, il maestro del cinema sudcoreano Kim Jee-woon (sparsi capolavori, Two Sisters (2019) e Bittersweet Life (2004), tra gli altri) non si fa tentare dal facile thrilling, conferendo piena espressione all’aspetto mentale della vicenda e consegnando la narrazione a toni glaciali e tempi studiatamente dilatati.

Curando moltissimo il côté visionario - le inquietanti, lavoratissime sequenze allucinatorie, la brillante palette cromatica -, il regista preferisce squarciare le predilette atmosfere sospese e asettiche con improvvise accelerazioni e concitati momenti di tensione. Il racconto - stante la sua complessità e il suo giocare di segnali e anticipazioni che troveranno con agio la loro spiegazione - viaggia sulla costante ambiguità del significato da attribuire a circostanze e personaggi, sempre in bilico tra realtà, proiezione di ricordi altrui, visioni difettose. Una ambiguità che vale anche per il protagonista il cui comportamento, intercettando impulsi di personalità diverse (il download delle altrui coscienze), diviene imperscrutabile.

Sempre in bilico tra realtà, proiezione di ricordi altrui, visioni difettose

Sospettato dalla polizia, Sewon è sottoposto inutilmente alla prova della macchina della verità: esperienze e ricordi che non gli appartengono ne condizionano infatti le risposte; la messa in crisi dell’esito del poligrafo diventa tacita dimostrazione del principio a cui tutta la serie sembra ispirarsi, quello della negazione di una realtà interpretabile in modo univoco, ogni evento assumendo valore diverso a seconda del punto di vista dal quale lo si guarda. In questo senso la voce off del protagonista - il diario di un’esperienza che ricostruisce gradualmente la logica degli eventi - serve in modo evidente anche a mantenere più nitidi, agli occhi dello spettatore, gli intricati sviluppi narrativi.

Non solo: consente di leggere Dr. Brain - nel suo sfiorare, senza abbracciare mai del tutto, fantascienza, thriller, dramma familiare, riflessione sull’etica scientifica (con annessi dilemmi) - anche come una storia di feroce autoanalisi, in cui la vita del protagonista, proprio perché la sua mente intercetta coscienze diverse, diventa oggetto di un impietoso (e insolitamente affollato) processo interiore.

Autore

Luca Pacilio

Posseduto dalla diabolica Torino, vicedirettore della rivista cinematografica online Gli Spietati, per Film TV cura la sua malattia (la videomusica) e (dunque) la rubrica Videostar, dedicata agli autori e ai protagonisti del video musicale contemporaneo. Amando perdere, e non seguendo il calcio, coltiva le enciclopedie fallimentari di Peter Greenaway.

SCHEDA SERIE

locandina Dr. Brain

Dr. Brain

Fantascienza - Corea del Sud 2021 - durata 55’

Titolo originale: Dr. ???

Creato da: Jee-woon Kim

Con Lee Sun-Kyun, Seo Ji-hye, Yoo-Young Lee, Moon Sung-Keun, June Yoon, Garrison Michael Farquharson-Keener

in streaming: su Apple TV Plus