Riassunto della stagione 1

Alessandro, neolaureato in procinto di iniziare uno stage di regia televisiva, fa il suo ingresso poco trionfale – «Scusi sa dov’è il regista?» «Mavvatteneaffanculo» – sul set di una brutta fiction (Gli occhi del cuore) la cui messa in onda della prima stagione è stata cancellata per manifesta schifezza dopo appena 3 episodi. Fortuna che ci sono i greci che si stanno comprando il format. Quindi il massimo mega-dirigente della Rete, l’invisibile dottor Cane, decide di mettere in produzione anche la seconda stagione della soap e fa recare la lieta novella dal suo fedele lacchè, Lopez, celebre per il suo essere untuoso e per i discorsi con cui carica le truppe. Tipo: «Io vi chiedo di mettere il cuore, negli occhi del cuore. 2». Un’ispirazione potente.

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Boris - Stagione 1

Sul set si possono trovare i seguenti esemplari di professionista dell’audiovisivo: il capoelettricista romanista Biascica, che aspetta ancora gli straordinari di aprile (quelli di Libeccio) e che sul set non muove un’unghia se non ha con sé Lorenzo, il suo stagista schiavo muto molisano; Duccio, il direttore della fotografia con una grossa passione per la cocaina che ha perso la voglia di lavorare molto tempo fa, e adesso si limita ad aprire tutto e/o smarmellare; Stanis La Rochelle, il protagonista maschile che ammira gli artigiani al lavoro dietro le quinte per esaltare la sua arte, è matto, e ribattezza Alessandro “Seppia”, così a caso; Arianna, l’assistente alla regia che è anche l’unica persona stabile, pratica e sensata; Itala, la segretaria di edizione intrallazzata e beona; Corinna, la cagna maledetta diva scema che punta a essere la Ferilli nel giro di un paio d’anni;  Sergio, il produttore losco e maneggione; e infine il capitano della barca, il regista René Ferretti, che viene da Fiano Romano – e dunque non je devi cacà er cazzo – e che porta con sé sul set un pesce rosso di nome Boris Becker, il quale gli suggerisce la regia. Andiamo bene.

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E si può andare anche meglio: durante il primo giorno di lavoro di Alessandro, Corinna si rifiuta di “recitare” una battuta in cui dice di avere 34 anni; per convincerla, Renè si inventa che lo stagista appena arrivato in realtà è un giornalista di Repubblica. A fine giornata Arianna è costretta a cacciare Alessandro dal set, perché ormai è stato bruciato. Poi cambiano idea, tanto Corinna non si ricorda di nessuno che non sia importante o utile per la sua carriera.
Prosegue, dunque, l’esperienza sul set di Alessandro; che riesce addirittura a firmare un “contratto”, tra molte virgolette, grazie alla bontà di Sergio. Comincia a lavorare alla fiction anche Orlando Serpentieri (Roberto Herlitzka), grande attore teatrale costretto a fare Gli occhi del cuore perché bisognerà pure, in qualche modo, pagare mutuo e cocaina. René chiede a Serpentieri di sforzarsi a essere più scarso, per non far fare troppa brutta figura agli altri: «Maestro, la faccia a cazzo di cane».

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Boris - Stagione 1

Nel terzo episodio René rimembra con Boris le vecchie fiction che ha diretto, fra cui l’incestuosa Caprera: «Mamma mia la monnezza che ho fatto. Io andrò all’inferno, e tu sarai al mio fianco. Quanto dolore Boris, quanto dolore inferto e subito». La puntata è memorabile perché introduce gli odiosi e assurdi uffici del casting – un mercato del bestiame dove si ordinano fregne e tossici un tanto al chilo – e perché Lorenzo fornisce la sua cupa versione dei fatti: su questo set sembra di stare al militare, solo che è tutto molto più insensato. E al posto della guerra si fanno Gli occhi del cuore, oltretutto in un ambiente dove nessuno si prende le proprie responsabilità, tutti sono pronti a voltare faccia da un momento all’altro e dove non esiste lealtà. Continuiamo ad andare bene. Nei giorni successivi, René vince un premio per un mediometraggio d’autore battendo Gioacchino Panè, collega che lavora negli Stati Uniti, ha collaborato con Kubrick e Lynch, si impegna solo su progetti che riguardano malati di mente e chiede di venire a trovarlo sul lavoro per respirare l’aria del set italiano. René vuole fare bella figura e vuole cercare la qualità a tutti i costi. Si vergogna per il lavoro che fa per la fiction, ma non riesce a liberarsene perché siamo in Italia e siamo tutti pigri e cialtroni.

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Dimostra Biascica: «Se oggi mi vedi distratto, non ci fare caso. È perché non c’ho voglia di fare un cazzo». In realtà il capoelettricista è distratto perché si è invaghito di una delle truccatrici, che conquista chiedendole la ricetta dell’orata all’acqua pazza. La visita del grande regista sul set si rivela un disastro, con la ciliegina sulla torta offerta da Stanis: «Posso essere sincero? Io considero Kubrick un incapace, il classico esempio di instabilità artistica. Abbia pazienza, è uno che affrontava un genere, falliva e passava a un altro genere. E poi anni e anni fra un film e l’altro. Anni e anni di cosa? Di profondo imbarazzo per il film precedente, abbia pazienza». René si stufa della qualità e caccia Gioacchino dal set. Alessandro prova a farsi pagare almeno un rimborso spese e viene deriso da Sergio, che però a fine giornata decide di concedergli un full time a 18 ore al giorno con reperibilità sette giorni su sette pagato in nero: 600 euro lordi al mese. Alessandro accetta quasi con entusiasmo.

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Pungolato dai vertici della rete, Lopez costringe il terzetto di sceneggiatori cialtroni (e strapagati) che si occupano di Gli occhi del cuore a inserire, nella seconda stagione, la sottotrama divertente. Alla notizia che c’è bisogno di scrivere una linea comica, i tre sceneggiatori contattano i propri agenti per rinegoziare il contratto: per la commedia loro chiedono di più. Per incarnare la linea comica viene scritturato (nei panni di un notaio) Nando Martellone, attore comico da battaglia che fa segnare un tutto esaurito dietro l’altro in ogni cabaret capitolino con il suo controverso spettacolo, che si intitola esattamente come il suo tormentone: Bucio di culo. Nel frattempo Corinna si convince di essere incinta. Solo che non ha fatto il test, ma è in questo periodo si sente così... riflessiva. Fa il test e, purtroppo, il responso è: «L’ho perso».

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Boris - Stagione 1

Sul set di Gli occhi del cuore arriva il fatidico giorno in cui c’è in programma la temuta scena di sesso – o come la chiama René: «Una scena demmerda de baci demmerda» – fra Corinna e Stanis. La scena esiste perché gli sceneggiatori, una volta in cui non sapevano minimamente come far proseguire la trama, a un certo punto decidono: «Fermi tutti. Facciamoli scopare. Così, di botto, senza senso». Alla fine è Arianna a girare la scena di sesso, dopo che René si allontana con una scusa. A fine giornata Alessandro le fa i complimenti per l’ottimo lavoro e lei, sentendosi insicura per alcuni goffi commenti che le aveva fatto in precedenza René (che la vede come una figlia, e non come una donna), lo bacia. È l’inizio di una lunghissima non storia d’amore che si fa sobriamente beffe di tutti gli stereotipi da protagonisti innamorati nelle serie tv.

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Giusto il tempo di arrivare alla settima puntata, e comincia a circolare la voce che Lopez abbia visto il girato e stia per cacciare René. Ferretti è sicuro che sta per essere fatto fuori e reagisce con fatalismo. Poi, un quid pro quo durante una telefonata con Lopez gli fa credere che in realtà il suo lavoro sia salvo, dunque decide di far sbronzare tutti di limoncello fatto in casa. Questa è la puntata in cui viene introdotto il concetto di “basito”, una nota di regia di cui gli sceneggiatori abusano semplicemente perché sono dei pigri schifosi: l’hanno inserita come scorciatoia da tastiera quando scrivono (F4) e per comodità la usano sempre. Ma è anche una puntata che oggi non verrebbe nemmeno prodotta, da tanto Stanis e Biascica sono molesti e balordi con le donne quando sono ubriachi. Alla fine Lopez si presenta a sorpresa sul set e viene fuori che la qualità del girato non c’entrava nulla: «La cosa che non mi dà pace è che tu hai tutti i numeri per essere un grande regista, sei paraculo, sai manipolare tutti, sei simpatico, che in questo paese è fondamentale. Sai addirittura girare! Ma ti manca la protezione politica. Cosa ti ci vuole a fare una telefonata!».

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La prima stagione di Boris è talmente bella che ci vogliono ben otto episodi per arrivare a un filler – a una puntata che non avanza la trama orizzontale, ma serve da “riempitivo” –, un’enormità per la maggior parte delle sitcom. Anche la nona puntata funziona da riempitivo, ma ha importanza perché viene per la prima volta mostrato il cosiddetto Effetto Grimmione popolarizzato dai Simpson: ovvero quando un personaggio che risponde a norme sociali valide nella realtà comunemente accettata dal consesso umano – in questo caso l’attrice Verena, l’unica che sembra disturbata dal clima che si respira sul set, un posto che se preso alla lettera è effettivamente pieno di schifezze, maltrattamenti e iniquità – viene immerso in un ambiente totalmente insensato e viene fatto impazzire.
La decima puntata, un altro filler, è quella della conferenza stampa, del Darfour che è dentro di noi e dei toscani che con quella C aspirata e quel senso dell’umorismo da quattro soldi hanno devastato questo paese.

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Boris - Stagione 1

Arriva finalmente il momento in cui la rete ri-programma la prima puntata della prima serie di Gli occhi del cuore. È la seconda e forse ultima chance per la fiction, e la produzione è in attesa dei dati Auditel per capire se la lavorazione proseguirà o meno. La fidanzata di Alessandro, Elena, viene a trovarlo da Milano sul set e non ne comprende (o accetta) né i meccanismi, né le dinamiche, né le regole non scritte o la mancanza di etica e rispetto, ed è un altro momento Grimmione. Alla fine, la ri-messa in onda della puntata fa il 17% di share, ovvero 5 milioni e mezzo di spettatori. Non va bene. René pare non fregarsene, ma in realtà finisce con il piangere sulla spalla di Arianna perché è stanco, tanto stanco.
Un giorno Ferretti è assente dal set per via di un altro lavoro – sta facendo un provino a un giovane attore (Valerio Mastandrea) per il ruolo in una pubblicità contro il tartaro. Viene sostituito da Albino e Glauco, rispettivamente regista e direttore della fotografia amici di René e soliti scambiarsi favori con lui. Albino, che poi si rivela essere Glauco perché i due si divertono a scambiarsi d’identità quando lavorano su set in cui non li conosce nessuno, sarebbe il Giorgio Tirabassi più bello del mondo, nonché il più grande troll di Cinecittà. Albino/Glauco è il personaggio più caotico di sempre, perfettamente consapevole della spazzatura che sta girando e dell’ironia (del divertimento) che se ne può ricavare (anche perché lui non ne ha bisogno come invece ne ha bisogno – anche psicologico – René). Arriva sul set e ribalta tutto, mette Arianna agli ordini di Alessandro, caccia Sergio e l’altro assistente alla regia (lo spacciatore Alfredo), tratta malissimo l’attrice cagna raccomandata Ada, riuscendo anche a farla recitare bene con un po’ di manipolazione psicologica.

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Boris - Stagione 1

Viene fuori che lo share della fiction è stato più basso di quello della pubblicità. La serie è sospesa fino alla prossima riunione dei dirigenti. Ma il format è pur sempre stato venduto ai greci, quindi bisogna per forza girare il finale della seconda stagione: la puntata d’emergenza dell’attentato, dove dei terroristi fanno saltare in aria la clinica e uccidono tutti i personaggi. Gli sceneggiatori cani si inventano Isaia Panduri, perfido dittatore del Burmini salvato con un’operazione dal dottor Giorgio. A far saltare in aria la clinica saranno i separatisti laici del Burmini. Geni. Stanis però pretende che il suo personaggio non muoia, a costo di mettere soldi di tasca propria per girare scene extra. Itala dà da mangiare a Boris del lardo di colonnata e il pescetto sembra esserci rimasto. Pessimo presagio. La fiction è ufficialmente cancellata, ma René è troppo impegnato a piangere la morte apparente di Boris. Che invece alla fine, proprio sull’inquadratura finale prima del cliffhanger che prepara all’ultimo episodio, si ripiglia.

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Boris - Stagione 1

Nell’ultima puntata nessuno è più basito, tutti hanno capito tutto, tutto è perfettamente chiaro.
Al grido di «Macchisenefrega, tanto è per i greci: buona!» girano l’ultimo episodio in un giorno e mezzo. Stanis, annoiato sul set durante l’ultimo ciak, controlla il televideo (ripeto: IL TELEVIDEO) e scopre che la puntata di Gli occhi del cuore andata in onda la sera prima (l’ultima trasmissione prima della chiusura) ha fatto undici milioni di spettatori, prima in classifica nello share. Gli occhi del cuore non è morto, evviva Gli occhi del cuore. A fine lavorazione, si scopre che hanno rubato la macchina a René. Alessandro dà a lui e a Boris un passaggio. I due (umani) legano, e il rapporto si evolve sempre di più verso le dinamiche mentore/allievo.

Riassunto della stagione 2

Ormai Gli occhi del cuore si è assestato e fa stabilmente 7 milioni di spettatori. Eppure Corinna lascia la serie per andare a girare Madre Teresa di Calcutta, e dunque va sostituita. Gli sceneggiatori scrivono l’uscita di scena del suo personaggio, che va in Africa a trovare una cugina dottoressa missionaria e poi si perde fra le acque del fiume Ngube. Sul set “africano” di Gli occhi del cuore 2 si respira un’aria super razzista, ma di quel razzismo condiscendente e ignorante tutto italiano, che quasi quasi non sa di esserlo. Alessandro, esasperato dallo stress di una giornata in cui si è pure preso la scossa, per sbaglio caccia dal set la nuova protagonista (Cristina Avola Burkstaller, la figlia di Mazinga) alzando la voce e insultandola. Quando si accorge dell’errore, lo fa rovinando il pianosequenza di René. La produzione fortunatamente recupera Cristina che era già in aeroporto. In realtà la ragazza sarà pure una privilegiata, ma è anche una tranquillona un sacco spensierata. Fa l’attrice per capriccio, non per bisogno o passione. Non gliene frega niente di nulla. Riescono finalmente a girare l’ultima scena di Corinna. Arianna si rifiuta di cacciare Alessandro (per non dover addestrare dal nulla un nuovo schiavo). Alessandro fraintende e ci prova con lei, che nega anche di averlo baciato tempo prima.

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Boris - Stagione 2

E finalmente arriva il momento di mostrare il famigerato Conte di Gli occhi del cuore: è Corrado Guzzanti. Il quale veste i panni unti dal signore di Mariano Giusti, che è matto come un balcone e fa il suo ritorno al set dopo che il suo personaggio era stato mandato in ibernazione causa intemperanze dell’attore (ha dato fuoco al teatro di posa). Mariano ha avuto una svolta mistica – gli è apparso Gesù mentre guidava sulla Roma-L’Aquila – e adesso non è più uno psicopatico violento. Probabilmente. Gesù ha detto a Mariano che non deve più interpretare il Conte, che deve essere il protagonista della nuova fiction su Padre Frediani. Ma Padre Frediani è un ruolo per un attore di prima fascia, è stato già assegnato a Fabrizio Frizzi. Mariano la prende come una sfida arrivata direttamente dall’altissimo. Piccola parentesi: sta per nascere il terzo figlio di Biascica e si chiamerà Francesco Totti Biascica, «Come Orso Maria Guerrini».

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Boris - Stagione 2

La rete, nella persona del dottor Cane, pretende che Gli occhi del cuore abbia più cosce. Entra in scena Karin, burinaccia zotica bomba sexy che vede sesso ovunque e che interpreterà un commissario soprattutto sensuale. Biascica va a farsi visitare perché ha degli attacchi di panico. Duccio ha un consiglio per lui: «Io ho smesso di leggere e sto benissimo. Biascica, dai retta a me. Chiuditi a riccio. Non leggere più niente, e passa tutto».
Martellone combina una Lapo Elkann e viene arrestato dopo essere stato beccato con una donna trans andata in overdose mentre faceva festa a casa sua. Al telegiornale, la notizia viene data in apertura prima delle ultime dal Medio Oriente. Gli occhi del cuore deve eliminare il personaggio del notaio: un infarto comico. Martellone, un po’ disperato, riflette sul futuro della sua carriera: «Bucio de culo era uno spettacolo chiaramente di sinistra. Stavolta vorrei fare una roba più tradizionale, più conservatrice. Volevo chiamarlo Esticazzi». Appena prima che venga girata la scena della morte del notaio, però, Martellone però si ricorda di una cosa: il suo personaggio è l’unico che può parlare con la piccola Natalia, la bambina in coma, e per questo motivo non può essere ammazzato. Martellone uno, sceneggiatori zero. Adesso il comico deve trovare un modo per recuperare l’affetto della gente, e decide di partecipare a un reality: La casa senza bagno.

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Boris - Stagione 2

La sesta puntata è quella in cui torna Glauco. Lui, René e Sergio organizzano un marchettone di nascosto, un product placement informale (e in nero). La fidanzata milanese di Alessandro gli fa una sorpresa sul set per tentare di rattoppare un rapporto ormai logoro, ed è sempre basita da come si lavori in quel posto e da come venga trattata la gente. Lo lascia platealmente, urlandogli di fronte a tutti: «Non ti riconosco più. Stai facendo un lavoro di merda, per un progetto di merda e alla fine stai diventando pure tu una merda. Sei una merda». Sipario.
Finalmente un altra puntata, la settima, con Mariano; il quale impazzisce dopo aver sentito Biascica bestemmiare e spacca l’ennesimo camerino. Le bestemmie vengono ufficialmente messe al bando sul set e multate, creando grande disdoro fra i tecnici. Alessandro viene sfrattato dal suo appartamento di studenti abusivi. Mariano (e la sua mamma con forti problemi di saliva) vorrebbero ospitarlo. Per festeggiare l’offerta, i due cantano a squarciagola (e rigorosamente in Do minore) Tu sei la mia vita dei Symbolum ‘77. Alla fine Alessandro la scampa e si ferma a dormire dentro al set, dove viene “violentato” da Karin. Arianna li trova a letto insieme la mattina dopo. Fortunatamente, René decide di ospitare Alessandro a casa sua, in pratica usandolo come colf non pagato.

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Boris - Stagione 2

La nona puntata è quella in cui il dottor Cane decide di affidare a Ferretti Machiavelli, il progetto maledetto della rete. In passato è stato messo nelle mani di innumerevoli registi, nessuno dei quali è sopravvissuto (professionalmente e letteralmente). René si convince, per l’ennesima volta, che vogliano farlo fuori. Ma stavolta il timore sembra essere più sensato, tanto che alcuni colleghi cominciano già a chiamarlo per prenderlo in giro. Lorenzo riesce a ottenere definitivamente un lavoro da aiuto operatore giocando al ribasso con Sergio e corrompendo (inutilmente) il suo concorrente. Preso dall’entusiasmo per il nuovo ruolo, la giovane merda molisana fa lo stacanovista sul set. Il resto della troupe gli fa un’imboscata, un pestaggio al buio, per rimetterlo al suo posto.
Nel frattempo René è sempre più teso. Cristina, invece, è sempre più scazzata di fare un lavoro che non le piace, di cui non ha bisogno e per di più sul set di una fiction demmerda. I due litigano pesantemente e arrivano alle mani. Stanis, da parte sua, viene umiliato da Karin durante una scena sexy. Arianna lo consola, dicendogli che lo trova sensuale. A Stanis parte la frizione, e le scrive una lettera d’amore.

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Boris - Stagione 2

In onore dell’undicesimo episodio spunta Padre Gabrielli (sempre interpretato da Guzzanti), prete napoletano che ha un figlio e non ha mai detto messa in vita sua, un po’ camorrista, molto sboccato, con una pronunzia lievemente blesa e nuovo agente di Mariano, scelto per aumentare le chance dell’attore di ottenere il ruolo di Padre Frediani. Padre Gabrielli ha un modo suo e tutto particolare per vivere la fede: «Vuò sapere qual è o’ segreto per stare bene nella vita? La palestra». Intanto Stanis e Alessandro si confessano reciprocamente di essersi innamorati di Arianna, e Stanis entra in competizione. Debutta a teatro dedicando la prima ad Arianna, presente fra il pubblico come forma di cortesia professionale, e dichiarando pubblicamente e in maniera idiota il suo sentimento.
Biascica ottiene gli straordinari di aprile di Libeccio e scoppia in un pianto liberatorio: si è sbloccato ed è finalmente guarito dall’ansia. Altro che psicoterapia, rimosso e rapporto con il padre. Il problema erano i soldi. Infine, René riceve la visita del fantasma di Sandroni, il vecchio regista di Machiavelli che si è suicidato. Il fantasma gli dice di andare a cercare il fantomatico Tarzanetto.

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Boris - Stagione 2

La dodicesima puntata è il fondo del barile per Arianna. Stanis insiste fino allo sfinimento e riesce a strapparle un appuntamento per cena. La porta in elicottero in Maremma, la distrugge di chiacchiere demenziali, la sbronza di vino bianco a stomaco vuoto e i due finiscono a letto insieme. Cristina, invece, si è vista recitare in tv per la prima volta e capisce che non ne vuole più sapere di fare l’attrice. Nella doppia puntata finale concretizza (tramite avvocati) la sua dipartita dalla serie, mentre Arianna trova il coraggio di dire ad Alessandro che non lo trova indifferente. Ci sono anche le elezioni, il risultato delle quali modificherà la sostanza delle sceneggiature. Bisogna aspettare il risultato degli exit poll per decidere chi è la persona che ha attentato alla vita del Conte. Di più: Lopez rivela a Sergio che René è stato fatto fuori dalla rete in vista del rimpasto politico.

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Boris - Stagione 2

Sono tutti convocati d’emergenza sul set, nel caso servisse qualcuno per girare una scena all’ultimo momento. Mariano però è assente. È andato del tutto via di testa, litiga con il suo agente – «Non lo faccio il testimone del Bifidus. Sono anche contrario. Perché la stitichezza si risolve con la preghiera, non con questi artifizi» – e lo ammazza a pistolettate silenziate. Le elezioni finiscono in pareggio, e lo stallo aiuta il destino di René. Il quale, in teoria, viene confermato alla regia di Gli occhi del cuore. Ma stavolta è lui a dire di no, e ad annunciare di voler lasciare il set della fiction. René molla. Alessandro bacia appassionatamente Arianna, che finalmente risponde. La stagione finisce con i fantasmi di Tarzanetto e Sandroni che vegliano su René mentre dirige una scena sul set di Machiavelli, in cui recitano Stanis e Mariano, e dove la troupe è la stessa de Gli occhi del cuore.

Riassunto della stagione 3

Per la terza stagione, Boris va in pensione nell’acquario di casa, sostituito sul campo da Federer.

Nonostante tutte le difficolta René non vuole rinunciare a Machiavelli, che la Rete sta facendo riscrivere ai tre sceneggiatori cani di Gli occhi del cuore. Nel frattempo, la concorrenza (milanese) offre a René la regia di una sitcom, Troppo frizzante, e lui accetta perché ha bisogno di soldi facili. Senza contare che a Milano lo considerano «Un sognatore, un visionario. Diciamolo pure: il Roberto Saviano della fiction italiana». Troppo frizzante è la più grande montagna di spazzatura della storia della tv, un accrocco di comici terrificanti (e scemi forte) che fanno (rumorosamente) a gara a chi ha il tormentone più fastidioso, scritta da un poveretto che non alcuna idea di quello che sta facendo: «E lo starnuto in faccia ti è piaciuto? È un omaggio. A Bertolucci».

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Boris - Stagione 3

Nel frattempo Lopez convoca René a Roma: la Rete forse ha cambiato idea su Machiavelli e si comincia a girare subito. René parla con un nuovo dirigente, Claudio, giovane rampante incaricato di svecchiare la Rete – che vuole sedurre il pubblico giovane, ma non vuole nemmeno perdere quello anziano – il quale gli propone (al posto di Machiavelli) una nuova fiction: Medical Dimension, spinoff di Gli occhi del cuore con il dottor Giorgio (Stanis) che lascia la clinica privata per intraprendere una carriera nell’orrenda sanità pubblica, nonché dramma medicale molto serio, topico e politico. Politicamente scorretto. L’inferno della malasanità. Interrogazioni parlamentari. Casalinghe indignate. Una rivoluzione nel mondo della fiction. Prima di decidere, René legge la nuova sceneggiatura di Machiavelli, ed è sempre il solito pattume fumante. È Gli occhi del cuore nel Medioevo, con tanto di linea comica e con l’anello del Duca al posto di quello del Conte.
Mentre René, Arianna e Duccio sono a Milano, Alessandro e Lorenzo girano un corto a casa di Ferretti e sfasciano l’acquario che contiene i pesci/tennisti, compresi Boris e Federer.
Alessandro va a trovare Arianna a Milano. I due stanno per accoppiarsi teneramente, ma poi viene fuori che Arianna ha votato convintamente e a più riprese per Berlusconi. E al compagno Alessandro gli cala tutto (sentimento ben reciprocato).

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Boris - Stagione 3

Alla fine, René accetta di girare Medical Dimension. Nella terza puntata viene presentata la nuova protagonista, Fabiana: giovane attrice incredibilmente preparata, essere umano particolarmente pieno di grazia, e anche figlia di René. Il primo giorno di riprese appare Filippo Timi come nervosissimo consulente sulla sanità pubblica («Il Roberto Saviano delle inchieste sulla sanità pubblica»), un grumo di nervi che ha smesso di fumare due settimane prima e sbrocca male venendo cacciato dal set. Intanto Duccio è in difficoltà: per Medical Dimension c’è bisogno di fare le cose in maniera professionale, e lui non sa più come si faccia per davvero il direttore della fotografia. Intanto René insiste per tenere nascosto al resto della troupe che Fabiana è sua figlia, non vuole che venga guardata male con il dubbio che sia stata raccomandata. Fabiana, nel frattempo, si scontra con la realtà, molto triviale e poco artistica, del set.

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Boris - Stagione 3

Nella quinta puntata Stanis convoca i vertici della Rete: la popolarità del suo personaggio sta calando fra gli AA (Abbronzati Abbienti) e pretende che le sceneggiature vengano modificate di conseguenza. Non solo. Stanis arriva a esercitare una clausola infame del suo contratto: quella in cui dice che può partecipare alla regia. Viene introdotto un nuovo personaggio (interpretato da Marco Giallini): Valerio, attore di metodo, cialtrone, un po’ cattivo (non più degli altri, in effetti) e dalla scarsa igiene personale. Dopo un litigio tra Fabiana e Lopez (che sta interferendo troppo con le riprese), Itala confessa a tutti che la ragazza è figlia di René. I timori sul giudizio di nepotismo erano infondati: siamo in Italia, sarebbe strano il contrario (ovvero la meritocrazia).
Martellone è tornato nelle grazie del pubblico dopo aver partecipato al reality La casa senza bagno, e a partire dalla sesta puntata viene scritturato anche per Medical Dimension. Ma non per la linea comica, bensì per un ruolo serio: «Ti dico solo una cosa René: come Lino Banfi». Durante la giornata di lavorazione, Lorenzo sostituisce Duccio e realizza una fotografia fin troppo bella. Viene introdotto anche un nuovo personaggio di Medical Dimension: Remo, il vecchio giovanile. Questa nuova fiction sta pian piano diventando come Gli occhi del cuore.

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Boris - Stagione 3

Con l’ottava puntata ricominciano i filler: il primo è di discreta classe, un episodio ambientato al di fuori del set, in cui René e gli altri scoprono che gli sceneggiatori stanno copiando pari pari una serie americana (Hunder Thunder) “adattandola” alle esigenze italiane. Cambiando, per esempio, la Festa del Ringraziamento e trasformandola nella Festa del Grazie, con le quaglie al posto del tacchino. Si scopre anche che i tre scribacchini maledetti fanno parte di Sceneggiatura Democratica, una lobby di sceneggiatori di sinistra che imperversa su Roma.
La decima puntata è quella del cameo di Laura Morante, nei panni della snob isterica radical chic che non vuole firmare la liberatoria dopo essere apparsa fortuitamente in un’inquadratura che René si rifiuta di rigirare. Ella odia troppo la tv. Altro valido filler, che si conclude con una svolta. Il giovane dirigente Claudio chiama René: si è licenziato e sta scappando in Sudamerica perché Medical Dimension in realtà è una trappola.

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Boris - Stagione 3

René finalmente accetta la verità: anche Medical Dimension è una merda. Non solo. La Rete ha tutto l’interesse che la nuova, rivoluzionaria fiction vada malissimo. Vuole dimostrare che in Italia una fiction diversa oggi non solo non è possibile, ma è anche non augurabile. Una fiction ben scritta, ben girata, ben recitata: il settore fallirebbe. Dunque perché rivoluzionare un sistema che funziona già? Il flop di Medical Dimension sarà la dimostrazione che tutto deve rimanere com’è, che gli italiani bocciano le novità e vogliono la tradizione. Dopo essere stato a colloquio con il dottor Cane – mostrato in volto per la prima volta (ed è quello di Arnaldo Ninchi) per dare il giusto peso all’esecuzione della condanna a morte di Ferretti – René fa una nottata di bagordi con Duccio e arriva sul set con ore di ritardo e senza la minima intenzione di girare. Nel frattempo Fabiana viene corteggiata professionalmente da Sorrentino, che arriva addirittura sul set per convincerla a mollare la fiction e fare il suo prossimo film.

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Boris - Stagione 3

Sorrentino finisce con il girare una scena solo per poter convincere la ragazza, e solo dopo aver bevuto un Manhattan con mezzo lexotan sciolto dentro. Infine, Alessandro confessa a René l’incidente dell’acquario capitato a inizio stagione. Ferretti ha un’illuminazione: Federer e Boris sono stati scambiati per sbaglio, e per tutto questo tempo è stato quest’ultimo a fargli compagnia sul set di Medical Dimension. Boris, tornato a suggerire al regista, sussurra qualcosa a René, che fugge dal set inseguito da Alessandro. Vanno a scovare gli sceneggiatori – che vivono e “lavorano” su un panfilo al largo di Ostia – e a pistola spianata li costringono a rimanere sulla barca: hanno quattro giorni per scrivere qualcosa di nuovo e originale. È la strategia di René per tentare di salvarsi la carriera. L’unica chance è far fare a Medical Dimension il giro completo, e riportarlo sui livelli di merda senza perdono e senza vergogna che appartengono a Gli occhi del cuore. Dopo quattro giorni in alto mare, René fa il suo ingresso eroico sul set accompagnato dagli sceneggiatori. Ha fatto tornare al teatro di posa tutti i vecchi attori di Gli occhi del cuore, e grazie a Glauco è riuscito a recuperare Corinna sul set di una pubblicità francese. Si torna a smarmellare e ad aprire tutto. Si batte il primo ciak di Gli occhi del cuore 3, «Perché a noi la qualità c’ha rotto il cazzo. Viva lammerda!».

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Boris - Stagione 3

Giunge l’ultimo giorno di riprese assicurato dai fondi della produzione, e il team di salvataggio è in crisi. Uno degli sceneggiatori cani, però, ha l’intuizione definitiva: «Serve la locura, la cerveza, la tradizione (anche detta merda) ma con una bella spruzzata di pazzia. Il peggior conservatorismo che però si tinge di simpatia, di colore, di paillettes. In una parola: Platinette. Platinette ci assolve da tutte le nostre malefatte. Questa è l’Italia del futuro: un paese di musichette, mentre fuori c’è la morte. Gli occhi del cuore sì, con le sue pappardelle e le sue tirate contro la droga e contro l’aborto, ma con una strana colorata luccicante frociaggine. Smaliziata e allegra come una cazzo di lambada». Grazie al potere della locura, René e compagnia riescono a unire Gli occhi del cuore e Medical Dimension in un unico blob. Arianna parte per il Sudamerica dove andrà a girare documentari, mentre Alessandro confessa che vorrebbe trarre una sceneggiatura a partire dai suoi diari del set. Arianna lo blocca, gli dice che non funzionerebbe per niente. Nonostante gli sforzi di tutti, il pilota de Gli occhi del cuore 3 viene archiviato senza nemmeno essere visionato, e non se ne sa niente per sei mesi. Duccio e René sono andati a fare i forestali in Abruzzo grazie alle raccomandazioni mafiose del primo, quando al secondo arriva una telefonata: il dottor Cane ha scoperto dell’esistenza de Gli occhi del cuore 3 e vuole che venga prodotto immediatamente. Rimane il dubbio se René abbia risposto o meno alla telefonata di Lopez.

Riassunto del film

Che non riparte da Gli occhi del cuore 3. René e gli altri, infatti, stanno girando una fiction intitolata Il giovane Ratzinger. La bruttezza è tanta come al solito (e Ferretti patisce); così come rimangono inalterate le intromissioni nella lavorazione da parte della Rete. Lopez e il regista litigano furiosamente: il primo pretende che la scena orrenda in cui il giovane Ratzinger festeggia la scoperta del vaccino anti-poliomelite saltellando e facendo le capriole in mezzo a un prato venga girata al rallentatore. Ferretti si rifiuta di aggiungere bruttezza a una scena già di per sé molto brutta. Decide di abbandonare il progetto e di lasciare una volta per tutte il mondo della televisione.

Francesco Pannofino
Boris. Il film (2011) Francesco Pannofino

Ritiratosi a vita privata, triste e rassegnato, René vivacchia andando al cinema (che rimane la sua grande passione) e cercando di evitare i suoi vecchi amici (tipo Biascica) in giro per i multisala della capitale. Dopo alcuni mesi, Ferretti viene contattato da Sergio; che dopo essere andato in bancarotta ed essere a stento sopravvissuto a un infarto, è convinto di aver trovato la svolta acquistando i diritti del best seller La casta, reportage d’inchiesta sulla corruzione nella politica italiana. I due si guardano forte negli occhi e decidono che è arrivato il momento di girare un vero film d’autore, come Gomorra. Lopez, nel frattempo, dopo il fallimento di Il giovane Ratzinger è stato retrocesso nei ranghi della Rete: dal lusso della televisione alla puzza comunista del cinematografo (l’ultimo passo prima della morte: la radio). Per riottenere il suo vecchio posto dirigenziale, decide di aiutare René e Sergio a far produrre alla Rete il film. La Rete accetta, ma c’è un problema: bisogna trovare degli sceneggiatori adatti, e René ha una serie di colloqui molto deprimenti (intervallati dall’adorabile mamma che gli ricorda le parole magiche: «Dai dai dai»).

Massimo De Lorenzo, Valerio Aprea, Andrea Sartoretti
Boris. Il film (2011) Massimo De Lorenzo, Valerio Aprea, Andrea Sartoretti

Finisce che gli tocca affidarsi sempre ai soliti tre cialtroni. Ci viene peraltro mostrata per la prima volta la sede di Sceneggiatura Democratica, con un pratico campo da tennis indoor e un’agile stanza nascosta dove gli stagisti schiavi possono lavorare al posto dei tre, che ovviamente firmeranno la sceneggiatura definitiva. Il trio di maledetti convince René a girare L’impepata di cozze, ovvero a lasciar perdere l’inchiesta dura e pura per puntare su atmosfere più allusive e metaforiche. D’autore. Miracolosamente, la sceneggiatura scritta dagli stagisti schiavi è valida. Molto valida. Tanto che la produzione riesce a coinvolgere una troupe di tecnici di tutto rispetto, oltre a scritturare l’intensa Marilita Loy, unanimemente considerata la migliore attrice sulla piazza grazie al suo superpotere del sussurro inintelligibile. La troupe storica di René viene esclusa (eccezion fatta per Alessandro e Arianna), ed è molto delusa di non poter partecipare al lussuoso progetto; soprattutto Stanis, che da anni ha in serbo la peggior imitazione di sempre di Gianfranco Fini e vuole a tutti i costi che venga usata nel film, costringendo Ferretti a garantirgli un ruolo secondario.

Francesco Pannofino, Roberta Fiorentini, Luca Amorosino
Boris. Il film (2011) Francesco Pannofino, Roberta Fiorentini, Luca Amorosino

Iniziano le riprese, e va tutto male. I nuovi tecnici di René si sentono migliori del loro regista e lo guardano dall’alto al basso. Ferretti nicchia e sopporta finché può, ma a un certo punto gli risale l’incazzoso fianese fumantino e caccia tutti (a parte Marilita) dal suo set. Per non mandare a gambe all’aria il progetto, il vecchio René richiama la sua squadra storica, che si presenta sul set carica come le mine e si porta a casa le scene nella solita maniera, scalcagnata e cialtrona ma quasi quasi affidabile. Le cose vanno talmente bene che Sergio riesce addirittura a scritturare Francesco Campo, probabilmente il migliore attore emergente sulla piazza. Il caveat per questa assunzione, però, è che l’agenzia dell’attore pretende che la produzione prenda nello stesso pacchetto un’altra loro assistita: Corinna. Spiazzato dalla bravura di Francesco, René è costretto ad accettare. E siccome la sfiga ci vede benissimo, succede che Campo – segretamente un eroinomane – muoia proprio durante le riprese. Oltretutto, al funerale dell’attore (guest star della cerimonia: Frankie hi-nrg mc, perché no?) Lopez confessa a Ferretti e a Sergio che in realtà non è mai riuscito ad assicurarsi il patrocinio della Rete. Sergio, guardando dritto negli occhi un’altra bancarotta fraudolenta (e un’altra gita in carcere) è vittima di un ennesimo infarto. Sentendosi responsabile per l’amico in fin di vita, Lopez si impegna a convincere davvero la Rete con uno stratagemma devastante: trasformare La casta in un cinepanettone.

Ninni Bruschetta
Boris. Il film (2011) Ninni Bruschetta

La Rete accetta con entusiasmo e un rassegnato René, con il prezioso aiuto del pelo sullo stomaco di Glauco, raccoglie tutti i vecchi amici di Gli occhi del cuore e si appresta a trasformare il suo capolavoro d’autore in: Natale con la casta, una scoreggionata volgare e misogina che, una volta conclusa e distribuita, diventa un enorme successo di pubblico. Il tutto per l’amarezza del puro e appassionato René, che rinuncia una volta per tutte alla qualità e torna al lavoro per finire di girare Il giovane Ratzinger; nello specifico, la scena in cui Stanis La Rochelle corre e rotola al rallentatore su un prato.

 


Cosa dire di Boris? Una serie che a quindici anni dalla sua prima messa in onda non solo è ancora abbondantemente citata – e più virale di qualsiasi altro prodotto italiano in circolazione – ma è oltretutto rimasta talmente nell’immaginario da aver chiamato una quarta stagione a ben 11 anni dalla sua ultima apparizione.



Una serie talmente di proprietà della gente che ha quasi rischiato di essere cancellata dopo la sua prima stagione (proprio come Gli occhi del cuore) perché gli ascolti – su Fox, all’epoca canale a pagamento del pacchetto Sky che rendeva limitata ed esclusiva la visione – erano risibili. Ma i numeri della pirateria invece... quelli han fatto girare la testa a qualcuno che, all’epoca, aveva già intuito il futuro della televisione e ha deciso di lasciare campo libero agli autori.

 

Boris non è solo una serie sul dietro le quinte di un set televisivo: è LA serie sul dietro le quinte di un set televisivo. Ma è anche un testo che parla dell’Italia e degli italiani, guardandoli attraverso quella lente deformata dal grottesco tanto cara alla miglior tradizione della nostra commedia. È onesta e tenera. Abbraccia i difetti di una banda di protagonisti scappati di casa e restituisce loro un’umanità molto più profonda e sfaccettata di quella che si può trovare in tanti film d’autore scritti per posa, e non per passione.

 

Ed è pur vero: a questa quarta stagione manca Mattia Torre, scomparso prematuramente pochi anni fa. Rimangono i reduci Giacomo Ciarrapico, Luca Vendruscolo e tutto un cast di irresistibili macchiette elevate a eroi del quotidiano. Dai dai dai che anche la quarta stagione ce la portiamo a casa.

Autore

Nicola Cupperi

Scrive per FilmTv perché gliel'ha consigliato il dottore. Nel tempo libero fa la scenografia mobile. Il suo spirito guida è un orso grigio con le fattezze di Takeshi Kitano.

L'universo Boris

locandina Boris

Boris

Commedia - Italia 2007 - durata 30’

Titolo originale: Boris

Creato da: Luca Manzi, Carlo Mazzotta

Con Luca Amorosino, Antonino Bruschetta, Arianna Mattioli, Ninni Bruschetta, Daniela Terreri, Paolo Calabresi

in streaming: su Disney Plus

locandina Boris. Il film

Boris. Il film

Commedia - Italia 2011 - durata 108’

Titolo originale: Boris - il film

Regia: Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo

Con Francesco Pannofino, Caterina Guzzanti, Pietro Sermonti, Alessandro Tiberi, Luca Amorosino, Valerio Aprea

Al cinema: Uscita in Italia il 01/04/2011

in streaming: su Apple TV Amazon Video Rakuten TV Rai Play