Il typecasting vive e lotta insieme a noi sin dai tempi in cui gli americani hanno preso in mano il business del teatro moderno. Per raccontare il typercasting a chi non è ha mai sentito parlare, potremmo essere esaustivi e rimandarvi a questo ottimo articolo, ma preferiamo venire incontro alle nostre stesse capacità mentali proponendo questa breve ma efficace rilettura drammatica del concetto fornita da Boris, il bigino più fedele e sincero su tutto ciò che succede nel dietro le quinte del mondo dello spettacolo.

 Insomma il typecasting – “costringere” un attore a interpretare sempre lo stesso tipo di ruolo – esiste, è funzionale in certi casi (specialmente quando c’è da lanciare una carriera) e limitante in alcuni altri. Per esempio, da quando è diventata il volto della sorpresa più attesa nella storia delle sitcom (la mamma di How I Met Your Mother) Cristin Milioti ha ottenuto meritata celebrità, coerenti buste paga e l’impossibilità di interpretare un ruolo diverso da quello di trentenne affascinante ma bizzarra in crisi esistenziale, che per arrendersi e accettare una noiosa e prevedibile e responsabile vita borghese matrimonio/figli/villetta con giardino deve prima vivere al massimo un’ultima volta grazie a un’avventura molto allegorica e altrettanto densa di significati e lezioni più o meno edificanti. È successo in Palm Springs - Vivi come se non ci fosse un domani, è successo in Made for Love, e succederà di nuovo in The Resort; una serie distribuita in patria da Peacock, il servizio di streaming di NBC che ha recentemente firmato un accordo con Sky e NOW per il mercato italiano.

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The Resort

Il paradosso, in tutta questa storia, è che The Resort – le cui atmosfere assomigliano allo strano incontro fra la commedia agrodolce su adulti mediamente nevrotici/disfunzionali alla Judd Apatow e Only Murders in the Building – è stato co-creato (insieme a Andy Siara) da Sam Esmail, uno che invece sembra volersi tenere a tutti i costi lontano dalla versione da dietro la macchina da presa del typecasting. Dopo essere diventato il nuovo prediletto della Prestige Television creando, sceneggiando e dirigendo le quattro stagioni di Mr. Robot, infatti, Esmail non ha più toccato gli archetipi narrativi che lo avevano innalzato a campione della serialità contemporanea, preferendo lasciar vagare il suo estro creativo e il suo eclettismo. Bravo lui, perché The Resort – pur non avendo niente a che fare con Mr. Robot - sembra davvero essere uscito dal cervello di un’altra persona - ha un episodio pilota fresco, (quasi) originale (ed è più di quanto si possa dire del 99% delle serie in circolazione) e realizzato grazie a notevoli doti di equilibrismo, senza le quali sarebbe stato complicato far convivere un gran numero di toni contrastanti.

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The Resort

Cristin Milioti è Emma, trentaequalcosaenne appena sbarcata in uno scintillante resort dello Yucatan per festeggiare i primi dieci anni di matrimonio con Noah. Emma non è una donna soddisfatta, la routine la annoia e il pensiero di passare alla fase successiva della vita, quella in cui le avventure si fanno meno balorde, la deprime un po’. Non ce l’ha con Noah, né con la sua capacità di riuscire a essere semplice e sereno, ma comunque quel senso di irresolutezza la rende irrequieta. Emma trova fortuitamente, in mezzo alle frasche della giungla, un vecchio cellulare di quelli che si aprono tipo biglietto d’auguri e che mandano solo SMS, e decide di appigliarsi a questa scoperta per sopravvivere alla noia alcolica di una vacanza all-inclusive. Davanti ai suoi occhi, e a quelli complici di Noah che decide di supportare la moglie nell’avventura, si spalanca un mistero misterioso: il vecchio cellulare apparteneva a un ragazzo che, 15 anni prima, scomparve da un resort vicino senza lasciare traccia, e per di più nei giorni che precedettero un uragano clamoroso. Emma è decisa a svelare l’enigma, anche se significa mettersi contro gente messicana molto ricca e potente, e magari nel frattempo riuscirà anche a dirimere le questioni esistenziali che la tormentano.

Autore

Nicola Cupperi

Scrive per FilmTv perché gliel'ha consigliato il dottore. Nel tempo libero fa la scenografia mobile. Il suo spirito guida è un orso grigio con le fattezze di Takeshi Kitano.