I personaggi nei film di Xavier Dolan sono spesso lì, al centro della scena. Come soggetti che si confidano davanti a una videocamera (il regista stesso nei panni del protagonista in J’ai tué ma mère), come volti in primo piano, come corpi che si sfiorano: eleganti come in un dipinto, risaltati da colori accesi, ben spendibili nella collezione di immagini care di un profilo social. Sono nel cuore di tutto, ma anche molto soli. In attesa da sempre di essere visti per quello che sono, e chiusi al contempo in un guscio d’individualità inespressa.

" data-credits=
Laurence Anyways

È Dolan a farceli percepire così, come se al venir meno di un’idea di società - resa spesso come uno sfondo informe - restassero solo le persone, in dialogo con loro stesse e con poche altre, in preda a sentimenti di odio e amore, ma capaci a volte di prese di coscienza tumultuose, di svolte in grado di renderle presenti al mondo. Accade al giovane Humbert/Dolan nel film di cui sopra (quando smaschera l’ipocrisia di un padre inesistente), accade alla mamma del ragazzo (in un’invettiva limpidissima contro il direttore del collegio del figlio, e contro il cinismo giudicante di certe “persone che hanno studiato”), accade a Steve in Mommy (che di Humbert è una rielaborazione in eccesso).

Accade anche a Laurence, il protagonista di Laurence Anyways e il desiderio di una donna..., insegnante di lettere in un liceo di Montréal che rivela a Fred, la sua ragazza, di sentirsi da tutta la vita una donna, e di volerlo finalmente diventare. È l’innesco di un film esondante: un mélo sviluppato lungo i dieci anni di una storia d’amore che si sconvolge, si rafforza e infine si logora sotto il peso della realtà.

" data-credits=
Laurence Anyways

C’è Laurence al centro dello schermo - prima di spalle, in classe, con le graffette alle dita a replicare delle unghie da donna; poi di fronte, davanti ai suoi studenti, quando tempo dopo trova la forza di presentarsi a scuola in abiti femminili -, ma c’è anche Fred, che prima affronta lo shock della rivelazione appigliandosi al loro amore, e poi crolla, cade in depressione, fugge, trovandosi anni dopo a piangere da sola, con tra le mani il libro di poesie che Laurence ha da poco pubblicato e le ha fatto recapitare.

" data-credits=
Laurence Anyways

È in questo film che Dolan, con l’accumulo di simmetrie, ralenti, slanci musicali, concorre più che mai al sedimentare dei sentimenti. Ed è proprio grazie alla musica che coglie qui una delle sue scene più memorabili: quando Laurence e Fred - guidati dal filo invisibile del libro di cui sopra - si ritrovano nella cittadina innevata di Trois-Rivières, dove Fred si è rifatta una vita, e decidono di fuggire assieme, lei e lei, sulle note di A New Error dei Moderat. Come scritto da Luca Pacilio, le logiche con cui Dolan inserisce nei film intere canzoni sono prettamente video-musicali, e questo forse lo si deve anche alla forza epidermica che il canadese ripone nei brani: pensati come irruzioni emotive dentro le immagini, come entità libere da steccati (da Prokof’ev a Céline Dion, dai Cure agli Eiffel 65) e capaci quindi, nella loro orizzontalità, di generare riflessi cinematografici non solo condizionati dalla musica, ma indotti, elevati al cubo, tramutati (appunto) in videoclip.

" data-credits=
Laurence Anyways

A New Error è il pezzo che apre nel 2009 il primo album dei Moderat, e incarna la fusione perfetta degli artisti elettronici coinvolti nel progetto: la rarefazione melodica di Apparat e la virulenza techno del duo Modeselektor, tutti cresciuti artisticamente nella Berlino degli anni 90, divisi tra un’anima rave e una propensione per il dancefloor. Se il gruppo ha raggiunto presto la risonanza mondiale il merito è anche del brano in questione: una pulsazione concentrica di rara bellezza, aperta da un refrain - estatico e al tempo stesso depressivo - che col passare dei minuti, sotto un battito incessante, genera un benessere simile a quello della dopamina che si diffonde nel corpo.

" data-credits=
Laurence Anyways

Non c’è un suono che, in quel momento, racconti meglio lo stato d’animo di Laurence e Fred, che all’inizio del pezzo si stanno guardando in un moto di stordimento amoroso, prima di decidere di uscire di casa e dare una nuova possibilità alla loro storia. Noi spettatori, intontiti dal pulsare delle frequenze basse, li guardiamo camminare felici al rallentatore, al centro di una strada ghiacciata, mentre dal cielo piovono cascate di abiti colorati. Sono i vestiti del bucato che Laurence gettava su Fred dormiente all’inizio della loro storia, o quelli che Fred riversa ora, per gioco, sul figlio che ha avuto da un altro uomo. Sono l’illusione perfetta ed effimera di una rinascita: avvinghiati forse poco prima dentro una lavatrice, come ultimi abbracci rimasti alla fine di una relazione.

Autore

Matteo Bailo

Una laurea in filosofia e una passione per la musica che lo porta a inseguire concerti in giro per la regione, e a procurarsi strumenti troppo impegnativi rispetto alla sua chitarra.
Lavora per Film Tv dall'agosto 2012, per il quale cura la rubrica Muzik - L'impero dei suoni, e redige i listini dei palinsesti.

Il film

locandina Laurence Anyways

Laurence Anyways

Drammatico - Canada, Francia 2012 - durata 161’

Titolo originale: Laurence Anyways

Regia: Xavier Dolan

Con Melvil Poupaud, Karine Vanasse, Nathalie Baye, Monia Chokri, Yves Jacques, Catherine Bégin

Al cinema: Uscita in Italia il 16/06/2016

in streaming: su Rakuten TV Google Play Movies Prime Video Apple TV Amazon Video