In un mondo che pretende di possedere ogni frammento delle donne che mette sotto i riflettori, il film Trust, su Sky Cinema Uno l’11 dicembre, parte da una domanda semplice ma cruciale: chi ha il diritto di decidere per te? Diretto da Carlson Young e scritto da Gigi Levangie, questo thriller psicologico tenta di fondere la tensione del genere home invasion con una riflessione sulla misoginia sistemica, la cultura dello spettacolo e l’erosione dell’identità femminile. Sophie Turner interpreta Lauren Lane, una ex bambina prodigio della sitcom Meet the Johnsons che, dopo un grave attacco alla propria privacy digitale, si rifugia in una casa isolata per cercare riparo. Ma l’isolamento si trasforma rapidamente in prigionia, in un crescendo di minacce esterne e fantasmi interni.

Il cuore in una stanza
Lauren Lane è l’unico personaggio che meriti davvero attenzione nel film Sky Trust, non per mancanza di tentativi da parte della sceneggiatura ma perché ogni linea narrativa dovrebbe tornare a lei. Sophie Turner interpreta una donna spezzata, incastrata tra ciò che il pubblico ha fatto di lei e ciò che lei riesce ancora a reclamare come proprio. Lauren non è solo la vittima di un leak violento e umiliante, ma anche di una rete invisibile di sfruttamento emotivo, economico e sessuale che affonda le radici nell’infanzia e continua a soffocarla nell’età adulta.
Attorno a lei si muovono figure secondarie che raramente superano la superficie: Rhys Coiro è Darren, il criminale da due soldi che organizza un’improvvisata rapina; Forrest Goodluck interpreta il suo complice con meno carattere che scopi; e Billy Campbell è Peter, l’ex collega di set nonché padre del figlio di Lauren, emblema disturbante della manipolazione di potere nel mondo dello spettacolo. A spiccare nel cast è Katey Sagal nel ruolo di Loretta, l’unico personaggio secondario a portare con sé una briciola di umanità, sebbene relegata a un’esistenza narrativa quasi slapstick che spesso stona col tono complessivo del film.
Troppe trame, poca coesione
Il problema principale del film Sky Trust è che non riesce mai a decidere che opera vuole essere. È un thriller di sopravvivenza? Una denuncia sulla cultura della celebrità? Un commento femminista? Una satira nera? L’impressione è quella di trovarsi davanti a tre film sovrapposti, con sottotrame che si stratificano senza integrarsi: la rapina, il killer assoldato, il trauma infantile, l’abuso sul set, la maternità non desiderata. Tutto è presente, ma poco è sviluppato fino in fondo. I fili narrativi si intrecciano con disordine, come se la sceneggiatura fosse un brainstorming non editato.
La tensione, sulla carta, c’è: Lauren si rifugia nel locale caldaia e vi resta bloccata per quasi tutta la durata del film. Lì dentro combatte il panico, l’acqua che sale, e la paura di essere trovata. Ma anche in questo ambiente claustrofobico, la suspense cede sotto il peso delle incoerenze. Il ritmo si spezza continuamente con deviazioni narrative che allentano l’urgenza, trasformando l’assedio in un’attesa frustrante.

Un ventre non negoziabile
Uno dei temi centrali del film Sky Trust è la violenza invisibile che le donne affrontano quando il proprio corpo e la propria sessualità diventano proprietà pubblica. L’elemento scatenante del film (un’immagine del test di gravidanza trafugata dal cloud e resa virale) è solo il primo strato di un’escalation di abusi. La gravidanza di Lauren è il motore narrativo e simbolico del film, ma anche la sua prigione. Nessuno le chiede cosa voglia. Tutti, dal produttore alla stampa, dall’ex partner al killer, pretendono di decidere per lei.
Questa dinamica trova il suo apice nell’identità del padre del bambino: Peter, il co-protagonista della sitcom, che l’ha cresciuta sul set e manipolata fuori scena. È questa relazione, perversa e taciuta, a spiegare il titolo del film. La fiducia, appunto, come arma e come assenza. Lauren ha vissuto tutta la sua vita consegnando fiducia a uomini che l’hanno tradita sistematicamente. E ora, chiusa in una stanza con il respiro corto e l’acqua alle caviglie, ha un’unica scelta: sopravvivere da sola.
Il finale spiegato
Nel finale, il film Sky Trust tenta un ribaltamento di prospettiva. Lauren riesce finalmente a uscire dalla stanza, a sopravvivere a chi voleva usarla o distruggerla. Ma non lo fa con un’epifania liberatoria o un gesto eroico da manuale. Lo fa con fatica, confusione e rabbia. La fuga dalla stanza è meno un trionfo che una fessura attraverso cui ricominciare. I suoi aggressori sono morti o arrestati, ma il danno, quello vero, è già stato fatto. Nessun colpo di scena restituisce giustizia o pace. C’è solo Lauren, viva, stanca, incinta, finalmente sola. E per la prima volta, forse, padrona della propria voce.
Il film chiude su un tono amaro ma coerente: la vittoria di Lauren non è vendetta, ma sopravvivenza. Un diritto conquistato a morsi. Una narrazione ripresa in mano con le unghie. Il film non promette catarsi, ma consapevolezza.
Un film che ha paura della sua stessa rabbia
Trust è un film irrisolto, pieno di spunti potenti e mal gestiti. Ha il coraggio di affacciarsi su temi scomodi (l’abuso nel mondo dello spettacolo, la vulnerabilità delle donne online, la maternità imposta) ma non riesce a trovare una forma all’altezza della sua ambizione. Sophie Turner ci mette corpo e voce, ma la regia non la accompagna fino in fondo. L’ossatura del film è lì, ma il tono oscilla troppo per lasciare un segno duraturo.
Il suo più grande limite è che, pur parlando di una donna che vuole riprendere il controllo, Trust non riesce mai davvero a cedere completamente il racconto a lei. Rimane impantanato in distrazioni narrative, incapace di scegliere una strada e percorrerla fino in fondo. Il che è un peccato. Perché quando il film si ferma, si concentra, e lascia Lauren parlare, si sente tutto il rumore del mondo fuori. E fa male.
Filmografia
Trust
Thriller - USA 2025 - durata 96’
Titolo originale: Trust
Regia: Carlson Young
Con Sophie Turner, Billy Campbell, Katey Sagal, Renata Vaca, Peter Mensah, Rhys Coiro
Al cinema: Uscita in Italia il 26/06/2025
in TV: 08/12/2025 - Sky Cinema Uno - Ore 06.05
in streaming: su Amazon Video Rakuten TV Apple TV Chili


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