Con Visions, il film in onda su Rai 4 la sera del 9 dicembre, Yann Gozlan firma un thriller psicologico che attraversa i territori instabili della mente umana, unendo tensione, desiderio e confusione percettiva. Il film, con Diane Kruger nel ruolo della protagonista Estelle, si muove come un aereo in volo notturno: apparentemente sotto controllo, ma costantemente minacciato da turbolenze invisibili.


Dietro la costruzione formale e visiva impeccabile, Visions è un racconto sul potere della passione e sull’abisso che si spalanca quando cerchiamo di dare un senso a ciò che ci sfugge. Nessun filtro tra il reale e l’immaginato: lo spettatore è invitato a vedere con gli occhi della protagonista, fino a non sapere più cosa è sogno e cosa è verità.

Diane Kruger
Visions (2023) Diane Kruger

L’equilibrio che non regge

Nel film di Rai 4 Visions, Estelle è una pilota di linea esperta, una professionista rigorosa che ha costruito la propria vita intorno a due certezze: la disciplina del suo lavoro e la stabilità della relazione con suo marito Guillaume, medico e figura rassicurante. Tutto sembra saldo, fino a quando, in un corridoio d’aeroporto, riappare Ana, una fotografa con cui Estelle aveva vissuto una relazione intensa e segreta vent’anni prima. Questo incontro imprevisto agisce come un detonatore: il presente ordinato si frattura e il passato irrisolto riemerge in forme disturbanti.


Estelle inizia a essere tormentata da visioni, sogni, immagini ricorrenti di una casa sulla spiaggia che non riesce a distinguere dal ricordo o dal presagio. La realtà si deforma, l’equilibrio mentale vacilla, il sonno diventa interrotto e farmacologico. Intorno a lei, le persone iniziano a sembrare ambigue, perfino pericolose. La sua discesa in un vortice di paranoia, ossessione e colpa la porta a interrogarsi non solo su chi le sta vicino, ma anche su se stessa.


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Umani con il freno a mano tirato

Estelle (Diane Kruger) è il centro gravitazionale del film di Rai 4 Visions. Il suo personaggio è definito da un paradosso: esternamente è una donna ferma, misurata, con una padronanza assoluta del proprio ruolo e del proprio corpo (la sua fisicità è un’armatura), ma internamente è fragile, attraversata da pulsioni che non riesce più a contenere. La Kruger restituisce questa doppiezza con grande precisione: il suo sguardo, prima glaciale, si incrina man mano che la crisi si fa strada. È una figura che riflette la tensione tra razionalità e desiderio, tra lucidità e allucinazione.


Guillaume (Mathieu Kassovitz) è il marito, figura apparentemente affettuosa e protettiva, ma la cui stabilità si rivela presto ambivalente. Il film gioca molto sull’ambiguità del suo ruolo: è davvero preoccupato per Estelle o sta cercando di manipolarla? Kassovitz offre una performance sottile, capace di passare dal calore alla minaccia in pochi secondi, lasciando costantemente in dubbio le sue reali intenzioni.


Ana (Marta Nieto), l’amore del passato, è la scintilla che accende il caos. Ana non è semplicemente una tentazione: rappresenta un’identità alternativa, una vita mai vissuta, un frammento irrisolto che torna a reclamare spazio. Nieto la interpreta con un’intensità trattenuta, lasciando emergere una sincerità emotiva che destabilizza tanto Estelle quanto lo spettatore.

Diane Kruger, Mathieu Kassovitz
Visions (2023) Diane Kruger, Mathieu Kassovitz

Visioni, verità e identità fluttuanti

Uno dei motori narrativi del film di Rai 4 Visions è la tensione tra controllo e perdita di controllo. Estelle è una “femme machine”, costruita per dominare ogni aspetto della sua vita, ma si ritrova vittima di impulsi, sogni e desideri che sfuggono a ogni logica. Gozlan costruisce il film proprio su questa crepa: l’ossessione amorosa, l’irruzione del passato, la fragilità mentale sono le forze centrifughe che la allontanano da se stessa.


Visions
indaga anche la relazione tra percezione e realtà. Estelle è tormentata da visioni che potrebbero essere ricordi, incubi o profezie. L’effetto straniante è accentuato da una regia che confonde volutamente i piani temporali e sensoriali, chiedendo allo spettatore di abitare la soggettività disturbata della protagonista. La distinzione tra sogno e realtà si dissolve, lasciando spazio a un’esperienza quasi allucinatoria.


Altro nodo tematico cruciale è quello del desiderio femminile, raramente esplorato con tanta intensità all’interno del genere thriller. Il ritorno di Ana rappresenta per Estelle non solo una passione travolgente, ma anche un confronto con un’identità che ha dovuto reprimere. L’amore che prova non è soltanto romantico o erotico: è un richiamo esistenziale. È una possibilità di riscrivere la propria storia. Ma ogni tentativo ha un prezzo.


Infine, il film è anche un’indagine sul destino e la cecità. Le visioni premonitrici che tormentano Estelle diventano immagini del suo stesso destino, ma lei non riesce a interpretarle. Come in una tragedia classica, è proprio l’incapacità di leggere i segni a condurla verso il punto di non ritorno.

Il volo e la caduta

Visions è un film che si muove tra i generi ma non si lascia catturare da nessuno. Sotto la superficie di un thriller elegante si nasconde una riflessione cupa e sensibile sul bisogno umano di trovare ordine nel caos, e su quanto possa essere pericoloso far finta di non vedere.


Gozlan orchestra tutto con precisione chirurgica: la messa in scena è rigorosa, ma mai rigida. Ogni scelta visiva, sonora e narrativa serve a rendere concreta la percezione instabile della protagonista. Il risultato è un’opera che non offre risposte facili ma chiede allo spettatore di affrontare le proprie “visioni” interiori.

Come l’occhio nel teaser poster del film, Visions guarda dentro, non fuori. E quello che trova non sempre è rassicurante.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Visions

Visions

Drammatico - Francia, Belgio 2023 - durata 120’

Titolo originale: Visions

Regia: Yann Gozlan

Con Diane Kruger, Mathieu Kassovitz, Marta Nieto, Adrien Malvoisin, Aleksandra Yermak, Yun Lai

in TV: 09/12/2025 - Rai 4 - Ore 21.20

in streaming: su Apple TV Chili