Nel film Father Mother Sister Brother, Jim Jarmusch costruisce tre storie che ruotano intorno ai rapporti familiari. Non si tratta di racconti legati all’infanzia o alla genitorialità nel senso più noto, ma di episodi in cui i legami tra genitori e figli adulti, tra sorelle e fratelli, sono messi in scena in momenti di incontro, spesso rari e carichi di impliciti. La struttura a trittico permette di osservare dinamiche diverse, in contesti geografici e culturali differenti, con un filo conduttore che attraversa tutti i segmenti: quello che rimane non detto tra persone che si vogliono bene ma che non sempre riescono a comprendersi.
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Silenzio sul lago ghiacciato
Nel primo episodio del film Father Mother Sister Mother, intitolato Father, Jeff (Adam Driver) ed Emmy (Mayim Bialik) viaggiano in auto verso la casa isolata del padre (Tom Waits), in una zona rurale del Nord-Est degli Stati Uniti. Il loro dialogo iniziale rivela un rapporto non immediato, regolato da formalità e tensioni sottili. Il padre vive da solo e sembra mantenere alcune abitudini ambigue, come coprire i mobili con teli logori o nascondere l’orologio sotto la manica. I tre si ritrovano nel soggiorno, affacciati sul lago ghiacciato, a parlare poco e sorseggiare tè o acqua, con un’interazione fatta più di pause che di contenuti. Il passato condiviso, il lutto recente e alcune questioni economiche non affrontate apertamente lasciano spazio a un equilibrio fragile, in cui i ruoli familiari tradizionali appaiono rimescolati.
Tè e bugie in salotto
Nel secondo episodio, Mother, una scrittrice inglese (Charlotte Rampling) riceve le figlie Timothea (Cate Blanchett) e Lilith (Vicky Krieps) nel suo salotto vittoriano a Dublino. È un incontro che avviene con cadenza annuale, preceduto da una telefonata con il terapeuta. Timothea arriva dopo un guasto all’auto, Lilith si fa accompagnare dalla compagna Jeanette (Sarah Greene), che presenta come autista. Le dinamiche familiari emergono attraverso piccoli gesti e scambi apparentemente banali: le figlie commentano i titoli dei libri scritti dalla madre, evitano alcuni argomenti e mantengono un tono di facciata. I rapporti tra loro sono regolati da vecchi equilibri, con Timothea che cerca di mantenere un tono pacato e Lilith che introduce elementi di disordine. L’incontro si chiude con i saluti formali e alcuni regali da portare via, mentre restano sospese domande non espresse su ruoli, aspettative e identità.
Ultima casa, primo addio
Il terzo episodio, Sister Brother, si svolge a Parigi. I gemelli Billy (Luka Sabbat) e Skye (Indya Moore) si ritrovano nell’appartamento dei genitori recentemente scomparsi. La casa è ormai vuota, tranne per una scatola di ricordi. I due si muovono tra le stanze scambiandosi osservazioni, battute e ricordi. Il loro rapporto si manifesta attraverso gesti spontanei e una comunicazione fluida, che lascia intuire un legame profondo. Allo stesso tempo, emergono elementi di sorpresa rispetto alla vita privata dei genitori, che i due scoprono postuma. Questo percorso di esplorazione, apparentemente semplice, si inserisce nel discorso più ampio della distanza tra generazioni e della complessità di ciò che viene trasmesso, anche involontariamente, da genitori a figli.

Famiglie invisibili, affetti disallineati
Il film Father Mother Sister Mother si concentra su famiglie composte da adulti, dove le dinamiche non sono più regolate da dipendenza o autorità, ma da una gestione spesso implicita della distanza emotiva. In ognuno dei tre episodi, i figli si recano nelle case dei genitori, territori che non sentono più propri e in cui si muovono da ospiti. Le conversazioni sono piene di esitazioni, sovrapposizioni o silenzi.
Le relazioni fraterne non sempre forniscono un appoggio sicuro: in alcuni casi, sono fonte di competizione sottile o di dissimulazione. I genitori appaiono come figure complesse, né idealizzate né demonizzate, ma osservate da un punto di vista che registra la loro opacità. Il film non propone spiegazioni, ma mostra come, anche in assenza di conflitti evidenti, si possa restare lontani pur condividendo una storia comune.
Il tempo che ci resta
Il film Father Mother Sister Brother mette in scena tre momenti di contatto tra figli e genitori adulti, senza cercare una sintesi né una soluzione. I personaggi si incontrano, si raccontano parzialmente, lasciano intuire ciò che non riescono o non vogliono dire. La struttura in tre atti, ambientati in contesti diversi – gli Stati Uniti, l’Irlanda e la Francia – permette di osservare variazioni minime su temi universali.
Jarmusch si muove tra elementi ripetuti e piccoli dettagli che ricorrono nei tre episodi, creando una rete sottile di rimandi. Più che offrire risposte, suggerisce una prospettiva: quella di considerare il legame familiare come qualcosa che continua a modificarsi nel tempo, che può contenere affetto anche dove mancano le parole, e che resta in parte sconosciuto, forse inevitabilmente.
Disclaimer
Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto il film. In alcun modo, quindi, questa presentazione di Father Mother Sister Brother può essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.
Filmografia
Father Mother Sister Brother
Drammatico - USA 2025 - durata 110’
Titolo originale: Father Mother Sister Brother
Regia: Jim Jarmusch
Con Cate Blanchett, Charlotte Rampling, Vicky Krieps, Adam Driver, Tom Waits
Al cinema: Uscita in Italia il 18/12/2025


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