Natale a casa Mitchell: Il film natalizio (e rainbow) di Tv8

Natale a casa Mitchell, su Tv8 il 4 dicembre, è solo un film natalizio: è una cartolina spedita dalla Hallmark direttamente all’interno delle sue stesse regole, con un timbro di rinnovamento. Per la prima volta nella storia del canale, una coppia omosessuale entra nel cast principale di un film di Natale, e non solo come elemento decorativo. Ma attenzione: chi si aspetta una rivoluzione troverà un compromesso. Il tv movie si muove, infatti, tra le pieghe del classico e del nuovo, tra luci di Natale e zone d’ombra familiari, con tre linee narrative che si intrecciano sotto lo stesso tetto addobbato a festa.

La casa, il segreto, il Natale

Nel film di Tv8 Natale a casa Mitchell, Mike Mitchell (Robert Buckley) è un attore di serie televisive che torna a casa per le feste dopo aver concluso (forse definitivamente) le riprese di Handsome Justice. Ad attenderlo ci sono i genitori Phyllis (Sharon Lawrence) e Bill (Treat Williams), decisi a riportare in vita l’antica tradizione della Christmas House: svuotare l’intera abitazione e trasformarla in un vero e proprio villaggio natalizio. Con lui arriva anche il fratello Brandon (Jonathan Bennett), insieme al marito Jake (Brad Harder), e con loro una speranza che si portano dentro senza condividerla: l’adozione di un bambino, ancora in forse.

Ma i segreti non finiscono qui. Mike ritrova la sua cotta del liceo, Andi (Ana Ayora), ex partner del suo spettacolo di magia da adolescente, ora agente immobiliare. E non è un caso che proprio lei sia coinvolta nella vendita della casa di famiglia, un dettaglio che nessuno aveva ancora avuto il coraggio di comunicare. Tra scatole di decorazioni, trenini elettrici, luci intermittenti e verità non dette, si costruisce un Natale diverso, più sincero e meno patinato.

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Tra memoria e cambiamento

Nel cuore della narrazione del film di Tv8 Natale a casa Mitchell, Sharon Lawrence si impone come il baricentro emotivo. La sua Phyllis è una madre che vive la trasformazione silenziosa della propria famiglia, cercando nel caos ordinato del Natale una bussola per affrontare il futuro. Bill, interpretato con misura da Treat Williams, è il marito che cerca di capire come tenere insieme i pezzi. Insieme rappresentano una coppia che ha smesso di camminare allo stesso passo, ma che sceglie di affrontare la distanza anziché nasconderla.

Mike, volto del classico “ritorno a casa” in stile Hallmark, si muove tra malinconia e opportunità, ma la sua relazione con Andi resta prevedibile. Più interessante, invece, il personaggio di Andi stessa, che Ana Ayora interpreta con un realismo che sfugge ai cliché del genere: non è svampita, non è frenetica, è semplicemente adulta.

La coppia formata da Brandon e Jake porta sullo schermo una delle sfide più delicate: desiderare un figlio in un contesto che raramente ha raccontato la genitorialità queer. La loro presenza è affettuosa, sincera, tangibile, anche se il tempo che il film gli dedica è limitato. Il fatto che si bacino, si tengano per mano, si abbraccino – in un film Hallmark – è già un evento storico. Che però resta in secondo piano.

La nostalgia non basta più

A prima vista, il film di Tv8 Natale a casa Mitchell sembra un classico film “feel-good” in cui tutto si aggiusta con una ghirlanda e un po’ di zucchero a velo. Ma sotto l’estetica natalizia, si muovono alcuni temi interessanti. Il primo è quello della memoria condivisa: il Natale, più che una festa, è un’ancora emotiva, e la Christmas House diventa il luogo fisico in cui i Mitchell cercano di riscoprire ciò che li tiene uniti.

Il secondo tema è la transizione, non solo generazionale ma esistenziale. I genitori vendono casa, i figli diventano adulti con responsabilità, i ruoli cambiano. Ogni personaggio nasconde una notizia, un dubbio, una decisione da comunicare. L’effetto è un intreccio corale che si avvicina più alla dramedy familiare che alla commedia sentimentale.

Il terzo elemento – e forse il più delicato – è la rappresentazione LGBTQIA+. La coppia Brandon-Jake è reale, affettuosa, con un desiderio concreto: adottare un bambino. Il film normalizza la loro presenza, senza trasformarla in trauma o caricatura. Tuttavia, la loro storyline è sacrificata a favore della narrativa eterosessuale di Mike e Andi. In un certo senso, la loro visibilità è data col contagocce, come se Hallmark stesse ancora testando la temperatura dell’acqua.

Una casa piena di promesse non mantenute (ma qualcuna sì)

La forza del film di Tv8 Natale a casa Mitchell è nella sua ambizione. Vuole parlare a tutti: famiglie tradizionali, famiglie queer, spettatori affezionati e pubblico nuovo. Lo fa con misura, senza scosse, forse anche con un po’ troppa prudenza. È un film che cerca di allargare la cornice senza rompere la cornice stessa. Ma per essere la prima volta, qualcosa conta: la coppia gay c’è, è amata, è integrata, è accolta. E questo, anche se non è sufficiente, è un passo.

In un panorama dove Hallmark è sinonimo di comfort zone, Natale a casa Mitchell prova a spostare un po’ il perimetro di quella zona. Non stravolge, ma smuove. Non rivoluziona, ma prepara il terreno. È un film che guarda al futuro con un piede ancora nel passato.

E forse è giusto così. Perché ogni casa – anche quella di Natale – ha bisogno di tempo per cambiare mobili senza perdere ricordi.

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