Il film Il diavolo non paga mai, opera prima scritta e diretta da Lane e Ruckus Skye (già autori di Becky) in onda su Rai 4 il 4 dicembre, è un thriller rurale teso e radicale che scava nel cuore del dolore, della resistenza e dell’ordine tribale che regola una comunità isolata tra i monti Appalachi. In meno di novanta minuti, la pellicola costruisce un microcosmo autonomo dove la legge è un ricordo lontano e la giustizia è regolata da famiglie potenti, coltelli affilati e sorrisi che celano minacce di morte.


Il lungometraggio non cerca l’effetto speciale ma la verità nei volti segnati, nei silenzi pesanti e nella terra brulla che tutto inghiotte. Una storia compatta, coerente e carica di tensione, retta da interpretazioni memorabili, una regia solida e un senso morale inesorabile.

Danielle Deadwyler
Il diavolo non paga mai (2019) Danielle Deadwyler

Un mondo chiuso dove il tempo si è fermato

Sin dall’inizio, il film di Rai 4 Il diavolo non paga mai chiarisce che non si tratta di una fiaba: testi in sovrimpressione raccontano l’isolamento degli Appalachi fin dal XVIII secolo, mentre immagini spoglie e un banjo sinistro introducono l’atmosfera cupa. Lemon Cassidy (Danielle Deadwyler) vive con il figlio Coy (Ezra Haslam) su una piccola fattoria, in attesa del marito scomparso. Quando due uomini bussano alla porta, la realtà esplode: il marito aveva contratto un debito con Tommy Runion (Catherine Dyer), capofamiglia di una delle dinastie locali. Ora che è scomparso, sarà Lemon a dover saldare.


Da questo momento parte una corsa contro il tempo e contro un sistema di potere non scritto ma ferreo, dove l’ordine si mantiene con intimidazioni, gerarchie invisibili e la minaccia costante di morte. Lemon è costretta ad accettare una missione che non conosce, rischiando tutto per salvare ciò che le resta: suo figlio.


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Danielle Deadwyler: madre, vittima, guerriera

Lemon Cassidy è il cuore pulsante del film di Rai 4 Il diavolo non paga mai. Danielle Deadwyler la interpreta con una verità e un’intensità disarmanti. La sua è una donna ferita ma non rotta, sola ma capace di resistere, di leggere i pericoli e reagire con fredda lucidità. Non urla, non si sfoga: osserva, misura e agisce.


Il rapporto con Coy, il figlio interpretato dal giovanissimo Ezra Haslam (suo figlio anche nella realtà), è uno dei cardini emotivi del film. I due condividono momenti di quiete rurale e complicità silenziosa che danno al racconto un’umanità profonda. È proprio quell’amore materno a rendere credibile la trasformazione di Lemon da contadina mite a figura vendicativa, capace di affrontare culti misteriosi, boss locali e armi puntate.

Danielle Deadwyler
Il diavolo non paga mai (2019) Danielle Deadwyler

Tommy Runion: la padrona della montagna

A fare da contraltare a Lemon c’è Tommy Runion, interpretata da Catherine Dyer con glaciale precisione. Tommy incarna una forma di potere ancestrale e perverso, mascherato da buone maniere e grembiule da cucina. Le sue minacce sono sussurrate, mai urlate. Quando dice “I biscotti sono pronti”, dopo aver ordinato un omicidio, non c’è bisogno di spargimenti di sangue per capire con chi abbiamo a che fare.


La forza del personaggio sta proprio nella contraddizione: è una donna anziana, gentile, che sembra appartenere a un’altra epoca, ma il suo controllo sul territorio è assoluto. Insieme ai suoi scagnozzi, tra cui Wade (Jayson Warner Smith) e Dixon (Brad Carter), crea un clima da regime occulto, dove la famiglia diventa istituzione, giudice e carnefice.

La legge del sangue e la volontà di sopravvivere

Al centro del film di Rai 4 Il diavolo non paga mai ci sono due concetti opposti: la famiglia come rifugio e la famiglia come condanna. Da un lato Lemon e Coy, legati da un amore puro e istintivo. Dall’altro, i Runion, un clan mafioso in miniatura che tiene il controllo con ricatti e minacce. Il film indaga la struttura di una società chiusa dove “la legge” non esiste se non quella imposta dai più forti.


Il tema della sopravvivenza è onnipresente: Lemon non cerca vendetta, almeno inizialmente. Vuole solo proteggere suo figlio, trovare una via d’uscita. Ma ogni passo che compie svela nuovi segreti, nuove verità sul marito scomparso, e la spinge sempre più in basso nella tana del diavolo. Il film ci interroga su cosa significhi essere giusti quando la giustizia non esiste più.


Altro tema fondamentale è quello della resistenza femminile. Lemon non è un’eroina classica, ma una donna costretta a trasformarsi per non essere annientata. La violenza che esplode nel finale non è spettacolare, ma necessaria. E quando arriva, è chirurgica, inevitabile.

Catherine Dyer
Il diavolo non paga mai (2019) Catherine Dyer

Il finale spiegato

La costruzione del film di Rai 4 Il diavolo non paga mai porta a un epilogo che rimescola le carte. Lemon scopre che il marito non era una vittima, ma un uomo invischiato in traffici pericolosi. Ha rubato ai Runion, ha fatto accordi con un culto religioso inquietante, e l’ha lasciata sola a pagare il conto. Ma Lemon non si lascia ingannare né paralizzare.


Usa tutto ciò che ha imparato, sfrutta le stesse alleanze e paure che l’hanno schiacciata per ribaltare la situazione. Con freddezza e determinazione, elimina chi la minaccia e lascia un messaggio chiaro: non è più disposta a essere una pedina. Il titolo, Il diavolo non paga mai, si carica di un doppio significato. È vero: chi commette il male spesso resta impunito. Ma in questo caso, è il diavolo stesso – i Runion, il marito, il sistema – a dover saldare i conti.

Una favola nera dove il lieto fine non è garantito

Il diavolo non paga mai non cerca di rassicurare. Non offre eroi invincibili né giustizia assoluta. Ma racconta con forza la lotta di una donna comune in un mondo senza regole. Lane e Ruckus Skye firmano un esordio che brilla per coerenza e personalità: una regia asciutta, una sceneggiatura che non spreca una battuta, un’ambientazione che pulsa di verità. Danielle Deadwyler regala una prova attoriale di rara intensità, sorretta da una tensione che cresce piano fino a esplodere.


È un film che lascia il segno. Non per quello che mostra, ma per ciò che suggerisce: che anche nei luoghi più remoti, dove il silenzio è legge e i morti spariscono nel bosco, la dignità non si svende. E che ogni madre, messa all’angolo, può diventare la cosa più pericolosa sulla faccia della Terra.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Il diavolo non paga mai

Il diavolo non paga mai

Thriller - USA 2019 - durata 87’

Titolo originale: Reckoning

Regia: Lane Skye, Ruckus Skye

Con Danielle Deadwyler, Catherine Dyer, Jayson Warner Smith, Adam Boyer, Brad Carter, Luce Rains

in TV: 04/12/2025 - Rai 4 - Ore 21.20

in streaming: su Prime Video

locandina Becky

Becky

Horror - Usa 2020 - durata 100’

Titolo originale: Becky

Regia: Jonathan Milott, Cary Murnion

Con Lulu Wilson, Kevin James, Joel McHale, Amanda Brugel, Robert Maillet

in streaming: su Google Play Movies Amazon Video Apple TV