Per molti il volto masticato di Harry Dean Stanton entrò nelle loro vite con Paris, Texas, il primo film americano di Wim Wenders, su sceneggiatura di Sam Shepard e con le gloriose musiche del Maestro Ry Cooder.

Era il 1984: Stanton aveva già 58 anni e una marea di ruoli minori alle spalle. Ma per la prima volta qui era protagonista.

Lo vedete camminare nel deserto con un gessato impolverato e un berrettino rosso sul capo. Da quanto cammini non si sa, ma si direbbe da tanto. L’acqua è finita. Poi arriva in una stazione di servizio, cerca dell’acqua da un rubinetto che però non getta, entra all’interno e alla fine prende un cubetto di ghiaccio, lo mette in bocca, mugugna e cade svenuto a faccia in giù: un ingresso silenzioso - non dice una parola - eppure fragoroso.  Da quel momento gli spettatori di tutto il mondo non avrebbero più dimenticato quella faccia affilata - a metà strada tra quella del fumettista GiPi e quella di Roberto Herltizka. 

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Harry Dean Stanton

Eppure ne aveva fatte di cose Harry Dean Stanton. Il figlio di un coltivatore di tabacco e di una cuoca, cresciuto nel Kentucky, istruito all’università locale, con un debole per la musica (tradizione di famiglia) e per il canto, era già comparso in oltre 100 film e tra questi c’erano anche titoli eccezionalmente famosi: lo si può scorgere in Nick mano fredda (1967), in Pat Garrett e Billy the Kid (1973) o in Marlowe, il poliziotto privato (1975). Partecipò ad Alien (1979) e fu anche in La morte in diretta (1980) di Tavernier. Lo si può vedere in 1997: Fuga da New York (1981) o in L’ospedale più pazzo del mondo (1982) o in Christine. La macchina infernale (1983). Senza contare le decine di apparizioni in serie televisive dei tempi (soprattutto western) con cui si era mantenuto negli anni ‘50 e ‘60. 
Paris, Texas però fu una svolta importante. Da allora, nonostante proseguì nella sua carriera sostanzialmente centrata su seconde parti o su ruoli da caratterista, era Harry Dean Stanton, era quella faccia, era un nome riconosciuto non più solo nell’entourage, dove aveva un sacco di amici, ma anche dal grande pubblico. 

 It’s still difficult to pinpoint what made him so cool, but he gave the impression of a person who was both entirely genuine and entirely at home in his own skin. He was a gentleman.

Un gentiluomo sincero perfettamente a suo agio nella sua pelle. Sono le parole di Sharleen Spiteri, la cantante del gruppo Texas (che si chiamò così in onore proprio del film Paris, Texas) a proposito del suo incontro con Harry Dean Stanton nel 1989, quando lui si presentò a un loro concerto e passarono la notte dopo a bere e chiaccherare. Lei aveva 22 anni, lui era oltre i 60. 
Leggendo interviste, catalogando le dichiarazioni fatte dai molti suoi amici in occasione della sua morte o ascoltandoli nel documentario Harry Dean Stanton: Partly Fiction (2012) (ora disponibile su Netflix), la sensazione che se ne ricava è che Stanton fosse una persona con cui la gente aveva piacere a stare proprio perché lui aveva piacere a stare con la gente, con intimità e presenza. Lo dice chiaro anche David Lynch - Stanton recitò in ben sei dei suoi film - in quel documentario: “Ciò che lui fa tra una battuta e l’altra è incredibile. Spesso ti accorgi che gli attori non ascoltano. Non sono concentrati su ciò che devono dire: noti che spesso stanno già pensando alla battuta successiva. Ma non Harry. Lo osservi tra una battuta e l’altra: lui è lì. Qualsiasi cosa sia “essere lì”, lui c’è: è presente”.

Ritratto di Harry dean Stanton
Stanton nel film Cento chili di droga (1972)

Forse fu per questa dote, per questa sua capacità di essere se stesso ed esserci, che Harry Dean Stanton ebbe una gran quantità di amici nel mondo dello spettacolo: nel 1962 fu testimone di nozze di Jack Nicholson e quando quel matrimonio andò a rotoli abitò con lui per qualche tempo a Laurel Canyon. Quando recitò la sua breve parte in Pat Garrett & Billy The Kid conobbe sul set Bob Dylan e subito divennero amici: registrarono persino insieme una canzone che non vide mai la luce. Era amico di Kris Kristofferson e di James Taylor e David Crosby. Negli ultimi della vita di Brando gli fu molto vicino. Ma quando Sam Shepard scrisse Paris, Texas pensando a lui per il ruolo principale, Wenders non era affatto convinto: credeva fosse troppo vecchio. Poi passò un pomeriggio con lui e capì che invece era quello giusto: la parte fu sua.
Eclettico, solitario, informale, refrattario alle istituzioni, ispirato dalla religione buddista, non si sposò mai ed ebbe qualche figlio - dice lui - senza mai assicurasi davvero di esserne il padre. Perché gli piacevano le donne, e perché senz’altro lui piaceva a loro. Debbie Harry scrisse uno dei suoi successi - I Want That Man - che inizia così: I wanna dance with Harry Dean / Drive through Texas in a black limousine / I want a piece of heaven before I die.  I due poi si incontrarono davvero ed ebbero una breve relazione. Ma quella che Stanton definì “il suo grande amore” era Rebecca De Mornay (di 30 anni più giovane di lui) che poi lo lasciò per mettersi con Tom Cruise: impossibile pensare a due uomini più diversi tra loro. 

Nel 2017 uscì il suo ultimo film, Lucky, interamente centrato su di lui, che aveva a quel punto 91 anni. Poco dopo sarebbe morto. E nel personaggio c’è molto della sua persona, in maniera lampante. Se mai si può parlare di film testamento, Lucky ne è l’esempio più lampante. 

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Una scena del film Lucky

Filmografia essenziale di Harry Dean Stanton

locandina Per cento chili di droga

Per cento chili di droga

Noir - USA 1972 - durata 108’

Titolo originale: Cisco Pike

Regia: Bill L. Norton

Con Gene Hackman, Karen Black, Kris Kristofferson, Harry Dean Stanton

locandina Repo Man

Repo Man

Azione - USA 1984 - durata 92’

Titolo originale: Repo Man

Regia: Alex Cox

Con Harry Dean Stanton, Emilio Estevez, Tracey Walter, Olivia Barash

locandina Paris, Texas

Paris, Texas

Drammatico - Germania/Francia 1984 - durata 150’

Titolo originale: Paris, Texas

Regia: Wim Wenders

Con Harry Dean Stanton, Nastassja Kinski, Dean Stockwell, Hunter Carson, Aurore Clément, John Lurie

locandina Lucky

Lucky

Drammatico - USA 2017 - durata 86’

Titolo originale: Lucky

Regia: John Carroll Lynch

Con Harry Dean Stanton, David Lynch, Ron Livingston, Ed Begley jr., Tom Skerritt, Beth Grant

Al cinema: Uscita in Italia il 30/08/2018

locandina Harry Dean Stanton: Partly Fiction

Harry Dean Stanton: Partly Fiction

Documentario - USA, Svizzera 2012 - durata 77’

Titolo originale: Harry Dean Stanton: Partly Fiction

Regia: Sophie Huber

Con Harry Dean Stanton, David Lynch, Wim Wenders, Sam Shepard, Kris Kristofferson, Debbie Harry

in streaming: su Apple TV Netflix Netflix basic with Ads