Nel film Una rete di bugie, diretto da Spiro Grant e Jason Wan Lim e in onda su Tv8 il 14 novembre, la quotidianità grigia di una coppia che ha perso un figlio viene risucchiata in una spirale di sospetto, infedeltà e insonnia. La protagonista, Olivia, affronta la morte del figlio e le conseguenti difficoltà di sonno e sonnambulismo: un disturbo che la rende vulnerabile, conscia di sé ma poco controllata.


In questa condizione fragile, inizia una relazione clandestina con Shane, un uomo sposato e carismatico, che nel tempo si trasforma in qualcosa di molto più pericoloso. Quando la moglie di Shane scompare, la linea tra vittima e sospetta si assottiglia, costringendo Olivia a chiedersi se, nel buio della notte e nei suoi vagabondaggi inconsci, sia lei stessa artefice di qualcosa di tremendo o, al contrario, mezzo innocente manipolata.


Il ritmo è quello di un thriller televisivo che usa l’intimità come una lente per mettere a nudo fragilità e conflitti interiori.

Jennifer Poppe
Una rete di bugie (2023) Jennifer Poppe

Specchi incrinati

Olivia è il centro emotivo e psicologico del film di Tv8 Una rete di bugie: dopo la perdita del figlio, la sua identità vacilla e il disturbo del sonno diventa metafora del disordine interno. È una donna che non trova quiete né di giorno né di notte, e la scelta di volersi “rendere utile” con il volontariato in una libreria locale si trasforma in apertura verso l’ignoto.


Shane, dall’altra parte, è l’innesco della crisi: sposato, con una vita apparentemente stabile, ma sedotto dalla trasgressione e dalla complicità con Olivia. La sua presenza è sia conforto che pericolo. La coppia Olivia‑Shane forma un nucleo instabile, sospeso tra desiderio e colpa. Il ruolo della moglie, Llana, viene gradualmente meno come figura visibile, ma la sua assenza riempie lo schermo di domande: che cosa è successo? E chi è davvero la vittima in questa storia?


Anche i personaggi secondari (amici, colleghi, figure dell’autorità) operano come specchi deformati: chi è alleato, chi manipola, chi osserva. Il tv movie costruisce un clima dove la sfiducia cresce non tanto per azioni palesi ma per omissioni, silenzi e mezze verità.


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Tradimento, sonno e verità sdoppiate

Tra i temi centrali del film di Tv8 Una rete di bugie c’è il tradimento, non solo come infedeltà amorosa ma come tradimento verso se stessi: Olivia tradisce la memoria del figlio, la stabilità emotiva, forse persino il proprio corpo dormiente; Shane tradisce la fiducia del matrimonio, la lealtà interiore, l’apparenza sociale. Il sonno e il sonnambulismo diventano metafora chiarissima: quando Olivia cammina, dorme e agisce, perde il controllo. Lei stessa si chiede: «Ho fatto qualcosa?».


Il film esplora il confine tra volontà e automatismo, tra colpa cosciente e azione inconsapevole. Allo stesso tempo, la scomparsa della moglie di Shane introduce il tema della verità nascosta: cosa siamo disposti a credere? Quanto fidarci del nostro occhio? E soprattutto, quanto possiamo fidarci di noi stessi?

La fragilità psicologica diventa campo di battaglia. Infine, l’idea di punizione e redenzione resta sullo sfondo: non c’è una morale esplicita, ma la tensione costante verso il chiarimento delle responsabilità.

Kyla Ferrier, Rohini Singh
Una rete di bugie (2023) Kyla Ferrier, Rohini Singh

Il finale spiegato

Nel finale del film di Tv8 Una rete di bugie, la tensione accumulata esplode: il sonnambulismo di Olivia assume una centralità drammatica quando lei, risvegliandosi coperta di sangue in macchina e senza memoria, si ritrova come principale sospettata della sparizione della moglie di Shane. Fino all’ultimo si gioca sull’ambiguità: è stata lei o qualcuno la sta incastrando?


L’azione finale non è un’esplosione violenta o un colpo di scena eccezionale, bensì una resa dei conti interiore: Olivia deve guardarsi allo specchio, capire cosa ha fatto, cosa le è stato fatto, e decidere se fuggire o affermare la propria verità. Alla fine, la verità sembra emergere più per sottrazione che per rivelazione: la scomparsa, l’assenza di memoria, la relazione colpevole operano come specchi deformanti.


Il finale lascia spazio al dubbio, alla riflessione: non tutto è definitivo, ma qualcosa è cambiato. In questo senso, la liberazione non è “trovare la verità” ma accettare che qualcosa dentro di sé era già rotto.

Un thriller privato

Una rete di bugie non pretende di essere un capolavoro del genere, ma funziona come specchio inquietante di vulnerabilità psicologiche spesso trascurate nei thriller televisivi. Utilizzando l’infrazione (una relazione proibita) e la perdita (la morte del figlio) come assi narrativi, trasforma l’intimità in minaccia e il riposo in incubo.


Le interpretazioni e la sceneggiatura possono non aspirare alla perfezione, ma il tema della fragilità umana resta vivo e concreto. Alla fine, più che risposte nette, restano ombre e riflessioni: cosa accade quando non possiamo fidarci del nostro corpo? E cosa succede quando chi amiamo diventa parte della nostra colpa?

Un piccolo thriller che riesce a rimanere nella mente più per domande che per risposte.

Rohini Singh, Sayla de Goede
Una rete di bugie (2023) Rohini Singh, Sayla de Goede

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Una rete di bugie

Una rete di bugie

Drammatico - Canada 2023 - durata 84’

Titolo originale: The Affair Conspiracy

Regia: Spiro Grant, Jason Wan Lim

Con Sayla de Goede, Kyla Ferrier, Shelly Fullerton, Robbin Harris, Shelley Jensen, Samuel Legault

in TV: 14/11/2025 - TV8 - Ore 13.45